Siamo sani e ne siamo fieri

Ho letto i vari commenti del post precedente e ho notato le preoccupazioni e i dilemmi che sorgono quando si parla male di noi, o quando qualcuno di noi esce dalla legalità, fino al punto di sentirsi parte lesa. Se ci guardiamo attorno potremo notare che non siamo un caso isolato, ci sono altre professioni (che sarebbe meglio definire “mestieri”) messe sotto la lente di ingrandimento o sotto il tiro di cecchini scelti. Sviare l’attenzione dell’ opinione pubblica facendo del facile populismo, consente di creare quel tanto di disattenzione che permette a chi è indaffarato con il potere della politica e dell’alta finanza, di condurre i propri affari con maggiore tranquillità. E’ il prezzo che bisogna pagare a chi pretende di informare con imparzialità (presunta), a chi ritiene di governare (forse) bene, alle poche (pochissime) famiglie che sono in possesso della maggiore ricchezza del paese e che rappresentano il cuore politico-economico  dell’ Italia, a chi ti osserva fiutando l’affare (sapendo aspettare)…  Non è con l’autoghettizzazione che ci sentiremo più al riparo dai morsi dei cani rabbiosi, ma forse se si cominciasse ad esercitare una maggiore autostima, si potrebbe iniziare a ragionare più lucidamente, con maggior spirito di iniziativa, con più determinazione. Quindi, colleghi, l’azione di un disonesto non deve contagiarci  al punto da insinuare sensi di colpa, quando in realtà non siamo colpevoli di nulla. Parlarne pubblicamente non può danneggiarci: se psicologicamente siamo a questi livelli, bisogna ammettere che hanno lavorato molto bene ai nostri fianchi… pensiamoci!

Io sono troppo bolognese,
tu sei troppo napoletano
egli è troppo torinese
e voi siete troppo di Bari
sì noi siamo troppo orgogliosi,
loro sono troppo veneziani
e anche dentro la stessa città,
siamo sempre troppo lontani!
E siamo sempre troppo romani,
e si che siamo troppo milanesi
e lo vedi anche allo stadio
che siamo sempre troppo tesi
siamo tifosi poco sportivi
perché siamo troppo fiorentini
e la polizia controlla
che non stiamo troppo vicini!
E allora son troppo bolognese,
tu sei troppo cagliaritano
sventoliamo troppe bandiere,
col bastone nella mano
e diventiamo troppo violenti,
e se non ci spacchiamo i denti
comunque ci promettiamo in coro
che ci romperemo il culo!
E io sono troppo emiliano,
tu sei troppo siciliano
egli è troppo calabrese,
e voi troppo molisani
e noi siamo troppo chiusi,
loro son troppo altoatesini
e anche se è caduto il muro,
abbiamo sempre troppi confini!
…e poi eravamo troppo fascisti
e anche troppo menefreghisti
allora giù botte coi manganelli
comunque non eravamo troppo fratelli
poi diventammo troppo comunisti,
e anche troppo democristiani
e sì che il tempo passa
ma siamo ancora troppo italiani!
…Sì che eravamo troppo fascisti
oppure troppo menefreghisti
e allora giù botte coi manganelli
non eravamo troppo fratelli
poi diventammo troppo comunisti
e anche troppo democristiani
e sì che il tempo passa
siamo ancora troppo italiani!
 

(Inno Nazionale (1995)  – Luca Carboni)

 

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