Il patto col… bullo -di Davide Pinoli

E’ con grande meraviglia (e assoluto disappunto) che la categoria taxi ha appreso la notizia dell’unione commerciale tra il consorzio ItTaxi e la multinazionale Uber, da sempre nemica giurata dei tassisti. Anni di lotte, manifestazioni e proteste “potrebbero” essere vanificate da un accordo secretato che come un fulmine a ciel sereno è improvvisamente apparso inizialmente a causa di un audio vocale sfuggito al controllo di una chat telefonica e successivamente confermato dal suo vertice societario che con un bel video degno della miglior televendita, ha informato in tutta fretta tassisti e media esponendo un proprio personalissimo concetto di tutela del lavoro dei tassisti che passerebbe dal farsi amica l’App Americana in una sorta di sindrome di Stoccolma … un po ‘come se un soggetto bullizzato si dovesse fare amico del bullo per paura di dover continuare a subire, dando di fatto ad Uber (il bullo) ciò voleva ottenere.

Il tutto, come ribadito dai Presidenti dei Radiotaxi (particolarmente efficace per intensità il messaggio del Presidente Nazionale di InTaxi Alessandro Casotto) e da tutte le Rappresentanze Sindacali , certifica l’iniziativa solitaria da parte di una sola e ben distinta struttura che a Milano è rappresentata dal piccolo Taxi Yellow e non il volere di una intera Categoria che, con giustezza e orgoglio rivendica da sempre una propria autonomia nel rispetto di regole, tariffe e turni imposti a totale garanzia di quella clientela che da sempre si affida ai taxi bianchi con un tassametro sigillato e garantito dalla Regione, senza percentuali e algoritmi a decidere il costo finale del trasporto.
Non solo a Milano, i tassisti hanno iniziato la protesta esponendo con la massima chiarezza il loro NO ad accordi con chi fino ad oggi si è proposto con mire e disegni atti a stravolgere il Servizio Pubblico non di linea preconizzando la fine di un servizio che nella nostra città si è sempre dimostrato all’altezza senza bisogno di nuovi competitor con sede legale oltre confine e con una tecnologia che nulla ha avuto da insegnare alle nostre modernissime strutture Radiotaxi.
I tassisti milanesi, che giovedi pomeriggio hanno esposto il loro malcontento attraverso la voce del collega Andrea Mutti (UGL) presenziando in massa all’evento tenutosi presso l’Hotel Crown Plaza di S. Donato Milanese che avrebbe dovuto vedere sul palco anche la presenza del “nientepopodimenoche” Loreno Bittarelli, promettono di voler contrastare la politica espansionistica delle multinazionali tanto care a quella politica di vertice sia cittadina che nazionale che troppo spesso non tiene conto dei sacrifici fatti da chi fa piccola impresa rischiando ogni giorno in prima persona, facendo propria la celebre e storica frase di Tito Livio: Hic Manebimus Optime !!!

 

 

 

 

Un commento

  1. La soluzione è troppo facile e di buonsenso per essere applicata in un paese di orticelli e lobbies. Una sola app fatta e controllata al 51% dai tassisti e per il 49% dall’amministrazione pubblica che rilascia le licenze. Si copia più o meno FN e non la schifezza del MIT e la si apre a tutti i player anche internazionali che vogliono far prenotare un taxi dove gli si riconosce una piccola % e la % maggiore la chiedono al loro cliente. Dare il 6 o il 13% oggi con un tassametro imposto è caporalato…

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