Accusato di fare il tassista abusivo: Esselunga lo licenzia, ma il giudice lo salva (con risarcimento)


milanotoday.it Quel giorno, quella mattina, tecnicamente doveva essere a casa sua dopo aver mandato in azienda un certificato di malattia. Invece, poco dopo le 6, i carabinieri lo avevano trovato fuori dal Just Cavalli e lui stesso ai militari – come risulta dal verbale – avrebbe detto candidamente di essere lì come tassista abusivo. Una circostanza che pochi mesi dopo gli è costata il lavoro per un licenziamento che adesso, dopo una battaglia legale durata oltre un anno, è stato dichiarato illegittimo.

Il dipendente “infedele” secondo la “sua” società ma non secondo il tribunale è un 54enne italiano che dall’ormai lontano 2001 lavora, lavorava, come magazziniere per un supermercato Esselunga di Milano. I guai per lui sono iniziati il 20 febbraio del 2020, quando una ragazza aveva chiesto aiuto al 112 spiegando di aver dato dei soldi all’uomo in cambio di un passaggio a casa. Ascoltato dai militari, lui stesso aveva ammesso la sua colpa – tranne poi fare marcia indietro – e aveva spiegato di essere assunto come magazziniere da Esselunga, tanto che i carabinieri avevano “segnalato” l’accaduto all’azienda, chiedendo conferme.

Dal punto di vista penale la vicenda si era conclusa quella stessa mattina: il 54enne era stato identificato e i militari avevano compilato il loro verbale ma non avevano potuto denunciarlo perché al momento dell’intervento lui era fuori dalla macchina, che era vuota. I guai, però, dovevano ancora arrivare. A marzo, infatti, Esselunga aveva consegnato al dipendente la lettera di licenziamento spiegando che aveva “leso il rapporto di fiducia” proprio perché era stato sorpreso a lavorare come tassista abusivo e perché – particolare non da poco – quel 20 febbraio mattina era esentato dal presentarsi al supermercato perché in malattia.

Ricevuto il licenziamento, il magazziniere si è affidato agli avvocati (xxx), che si sono opposti al provvedimento. La prima svolta è arrivata ad aprile, quando il giudice della sezione lavoro del tribunale di Milano, (xxx), ha annullato “l’allontanamento” ritenendo la punizione estrema ed eccessiva rispetto alla condotta contestata. Rifacendosi al comma V della legge Fornero, il togato ha anche disposto un risarcimento al lavoratore pari a 12 mensilità di stipendio. A quella sentenza si sono opposti sia Esselunga – che aveva “richiamato” il dipendente oltre 50 volte dal 2001 -, sia i legali dell’uomo, che ne hanno chiesto il reintegro, previsto dal comma VI della stessa legge.

In Appello, nei giorni scorsi, la parola fine: il giudice ha riconfermato la nullità del licenziamento e contestualmente ha aumentato a 18 mesi di busta paga il “rimborso”. Il 54enne, quindi, non sarà riammesso al lavoro ma Esselunga gli dovrà versare quasi 40mila euro.

Un commento

  1. Cioè se un tassista viene beccato in bermuda durante il servizio becca 170€ di multa e 3 giorni di sospensione.
    Se un dipendente si mette in malattia (paga l’INPS) per fare il tassista abusivo, non viene denunciato, non paga la multa, gli danno 40.000€ di buonuscita, tiene impegnate due sezioni del tribunale per diversi anni e verosimilmente continua a fare l’abusivo.

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