Taxi in ginocchio Siamo vittime di troppi ritardi


ilgiorno.it La crisi-Covid si è abbattuta pesantemente anche dal punto di vista economico su tutti i settori produttivi e imprenditoriali. Soprattutto il comparto del trasporto pubblico non di linea continua ad affrontare una crisi economica senza precedenti, con la categoria Taxi in ginocchio. Gli interventi messi in campo attraverso provvedimenti legislativi che miravano a dare un sostegno economico ad imprese e lavoratori, nel nostro settore non hanno avuto alcun effetto perché totalmente insufficienti.

In aggiunta ad una situazione economica gravissima, che non prospetta soluzioni, continuiamo a registrare un colpevole silenzio da parte degli uffici del ministero dei Trasporti rispetto ai decreti attuativi e riguardo al Dpcm relativo alle applicazioni tecnologiche. Ogni data fissata è stata abbondantemente oltrepassata, ignorando tutte le sollecitazioni inerenti il testo. Inutile sottolineare l’importanza che l’emanazione e l’attuazione di tali decreti riveste per l’intera categoria, rispetto a una situazione di abusivismo dilagante che continuiamo a denunciare. Ad oggi, purtroppo, dal punto di vista economico sono stati emanati solo semplici dilazioni e interventi meramente di facciata. L’esigenza di una regolamentazione chiara, volta a disciplinare, finalmente, il trasporto pubblico non di linea, rischia di finire nel gran calderone politico, dove i legittimi interessi dei lavoratori del comparto non devono essere messi in discussione. La categoria è stanca di attendere. Le organizzazioni sindacali stanno sviluppando una serrata campagna di sensibilizzazione e mobilitazione. Già programmato un fermo nazionale del servizio per il 6 novembre. Attendiamo risposte concrete per interventi economici “veri” a sostegno di tutti gli operatori.
Pietro Gagliardi, delegato settore taxi Claai-Unione Artigiani


4 commenti

  1. belle parole del delegato a cui vorrei chiedere se per il giorno dello sciopero, sempre che non venga annullato il giorno prima per la solita promessa che non sarà mantenuta, a milano sarà organizzata una manifestazione, un presidio, una qualsiasi cosa che dimostri se siamo ancora utili, ma soprattutto che siamo capaci di essere uniti in una lotta di tutela del nostro lavoro?
    il nostro lavoro… che non è solo quello di portare l’utenza a destinazione sana e salva per l’importo indicato dal tassametro.
    siamo un’impresa, che deve fare i conti coi bilanci, coi budget, con la calendarizzazione delle entrate e delle uscite, con obiettivi, con la sicurezza, la dignità e il rispetto delle regole, regole che devono essere rispettate da tutti, ecc ecc.
    il 06 novembre facciamogliela vedere di cosa siamo capaci di fare uniti.
    forza lavoratori, ancora una volta, con più forza, con più unione, con più onore, sempre leali e corretti a ricordare che come tutti stiamo rivendicando solo una cosa: IL RISPETTO

    il

  2. E non è finita se da mercoledì 7 ottobre i locali dovranno chiudere alle 23 massimo noi della notte siamo rovinatie mi auguro sia arrivato il momento di togliere i turni che non servono a nulla tipo i B C e affini.

  3. Voi parlate di turni .
    Ma se a Milano siamo l unica grande citta ‘ di Italia che non ha mai fatto un contigentamento dei taxi ….Roma , Torino , Napoli, Firenze,Bergamo, Verona….ecc ecc.
    Tutti hanno addottato il contigentamento dei taxi
    Noi a Milano siamo gli unici che andiamo avanti in questa maniera
    Assurdo , veramente assurdo !!!!

  4. .. qui molti ormai si sentono legittimati a proporre le soluzioni più stravaganti che affrontano il problema in maniera avvilente e superficiale… METTIAMOCI IN TESTA UNA COSA UNA VOLTA PER TUTTE… L’OFFERTA TAXI È, E LO SARÀ PER LUNGO TEMPO, S O V R A D I M E N S I O N A T A !!! Per onestà intellettuale dobbiamo porci l ‘interrogativo se si può percorrere la strada del decremento delle licenze nella maniera più indolore possibile e in questo caso le amministrazioni DEVONO intervenire ECONOMICAMENTE… vi era il tempo di un ventilato rilascio di nuove licenze a titolo oneroso… Beh!.. è arrivato il momento di revocarne un certo numero dietro compenso…i criteri di possono studiare.. un numero congruo di licenze sul territorio ha qualche possibilità di sopravvivenza… non mi aspetto di fare proseliti ma almeno di affrontare le cose da un punto di vista più attinente alla realtà.. questo è un dibattito che merita di essere aperto…

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