Emilia Romagna, Taxi e Ncc in difficoltà nel post-covid: autisti in agitazione


bolognatoday.it Taxi ed Ncc allo stremo: non ce la fanno più a lavorare in perdita. E così, tre giorni fa, con una lettera al governatore Stefano Bonaccini e all’assessore regionale alla Mobilità, Andrea Corsini, hanno annunciato lo stato di agitazione. In Emilia-Romagna il settore del trasporto pubblico non di linea, occupa circa 3.000 persone, tra titolari di licenze taxi e autorizzazioni di noleggio con conducente (Ncc), più circa 700 addetti (tra sostituti e collaboratori), e almeno 200 dipendenti di cooperative e consorzi: tutti posti di lavoro che, dice Cna, “potrebbero essere messi a rischio dal prolungarsi delle difficoltà per gli operatori del trasporto pubblico non di linea”.

Taxi e Ncc sono infatti “in una profonda crisi”: da oltre quattro mesi operano, come dice Cna, “in condizioni di evidente rimessa economica” a causa del crollo della domanda di trasporto, arrivata a toccare il 90% a marzo e aprile. Maggio, giugno e luglio non sono andati meglio, pur con una lenta ripresa.

Ma si parla di ritorno alla normalità non “prima di un anno”. E gli operatori non hanno questo tempo. In tutto questo, però, Cna evidenzia che, pur perdendoci (e con turni, giornate di lavoro e orari ridotti rispetto al normale), “con senso di responsabilità e correndo tutti i rischi di contagio”, taxi ed Ncc “non si sono mai fermati rispettando gli obblighi di servizio previsti per le attività pubbliche ed essenziali e restando a disposizione dei cittadini bisognosi”.

Insomma, non saranno i sanitari ‘eroi’, ma anche loro non si sono mai fermati, fa notare la Cna. Ora però non ce la fanno più, anche perché “ad oggi- dice Valerio Veronesi, presidente di Cna Bologna- nessun provvedimento specifico a sostegno e a tutela della categoria è stato adottato dalle Istituzioni, a nessun livello, dimenticando l’importanza strategica di un settore che è integrativo al trasporto di linea”.

Taxi ed Ncc operano nella filiera del turismo, ma non beneficiano neppure degli interventi riconosciuti a questo settore, “con il rischio di portare al fallimento un sensibile numero di aziende”. È già da ora “evidente- continua Riccardo Carboni, presidente Cotabo e portavoce Cna Taxi Bologna- che una parte importante della categoria non sarà in grado di onorare i pagamenti di moratorie di contributi, finanziamenti e leasing che si stanno avvicinando, con evidenti ricadute negative su tutto il sistema”.

Le associazioni di rappresentanza della categoria hanno quindi chiesto di valutare “politiche attive per incentivare la domanda di trasporto, attraverso l’emissione di buoni mobilità” o altre modalità simili, inclusi benefici per le aziende come la detassazione dei servizi di mobilità dei dipendenti.

Se ne è parlato con Corsini, ma “ad oggi non è ancora noto come e quali siano le risorse realmente a disposizione”. Non resta quindi che mobilitarsi: chiedendo a Bonaccini di premese sul Governo per adottare provvedimenti “che tengano in debita considerazione il comparto e permettano alle imprese di superare il momento di crisi”. E alla Regione di trovare le risorse che servono.

Ed è allarme in tutti i territori. Nella provincia di Forlì-Cesena, il settore occupa circa 350 persone, di cui 165 titolari di licenze taxi e Ncc: offrono, ricorda il presidente di Cna Fita Forlì-Cesena Daniele Battistini, “una copertura capillare sul territorio, che garantisce un servizio alle fasce più deboli della popolazione, anche nei comuni montani e nelle zone periferiche che non sono coperte da altri servizi”. Sos rilanciato anche a Modena da Cna: qui ci sono circa 350 aziende con più di 1.000 addetti. (Mac/ Dire)


Un commento

  1. Anche in Lombardia siamo in difficoltà…..ma nessuno fà niente e la Regione fà orecchie da mercante.
    Dato che in mezza Italia hanno fatto il contigentamento dei taxi in base al numero della licenza per poter portare a casa una michetta quotidiana ,qui non lo hanno fatto , e non solo, non hanno stabilito un bel niente di aiuto economico per una categoria allo stremo.
    Paradossalmente ha fatto di più il Governo centrale con i vari bonus che la Regione Lombardia.
    Sono il primo a comprendere che la Regione Lombardia ha avuto spese veramente straordinarie per la sanità per la sciagura del corona virus, ma comunque poteva tranquillamente mettere a bilancio per l’anno successivo 2021 un aiuto che erogato oggi , poteva essere fondamentale per noi tassisti e per gli autonoleggi lombardi.
    Quasi tutte le Regioni hanno dato una mano d aiuto, a titolo d’ esempio ricordo solo i 9 milioni di euro che la Regione Lazio ha stanziato per i taxi e gli autonoleggi del Lazio.
    Senza parlare dei turni spezzati di 12 ore o i doppi turni dei collaboratori famigliari a 16 ore stabiliti nel 2019 , che perlomeno in questa situazione potevano essere sospesi per l ‘anno in corso 2020.
    Ma noi a Milano andiamo avanti cosi che và tutto bene lo stesso…..
    Comunque in questa situazione drammatica, hanno la mia piena solidarietà i colleghi dell Emilia Romagna.
    Stefano- Milano civico 1680.

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