Norma pro-Uber nel Milleproroghe E i tassisti ritornano sulle barricate

L’IDEA ha iniziato a circolare nelle chat sin da ieri mattina: «Blocchiamo tutto». Nel pomeriggio, la protesta è montata pian piano. Un tam tam dal basso, com’è già successo nel recentissimo passato: niente sigle sindacali a guidare la rivolta, è la base dei tassisti a organizzarsi via app per salire sulle barricate. In serata è partita un’assemblea permanente ai posteggi di piazza Luigi di Savoia, in Stazione Centrale: carico bloccato a oltranza e pochissime macchine in giro (a parte quelle in presidio), con la sensazione che molti padroncini in servizio abbiano deciso di tornarsene a casa; situazione simile ai parcheggi degli aeroporti di Linate, Malpensa e Orio al Serio, snodi storicamente fondamentali nelle manifestazioni improvvisate di questi anni.

Il motivo? Uber, of course. O meglio: l’emendamento al decreto Milleproroghe firmato dai senatori Pd Linda Lanzillotta e Roberto Cociancich e approvato dalla I Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama che punta a sospendere l’efficacia dell’articolo della legge-quadro che differenzia il servizio di noleggio da quello taxi. La lettura dei conducenti: così si spiana la strada alle multinazionali come la società californiana, che utilizza un’applicazione per mettere in comunicazione autisti Ncc e clienti.

Il nodo è sempre lo stesso: il ritorno dei noleggiatori in autorimessa dopo aver effettuato un servizio con regolare prenotazione. Un divieto che – l’accusa delle auto bianche – il colosso americano ha sempre cercato di aggirare (a costo di venire più volte multati dagli agenti di polizia locale) facendo leva sull’immediatezza del contatto con l’utenza via smartphone.

«ANCORA UNA VOLTA – sostiene la categoria – si cerca di sdoganare servizi di trasporto abusivo: questi emendamenti arrivano nel momento in cui sono in corso a Roma due processi contro Uber che potrebbero portare finalmente alla fine di reiterati abusi». Le iniziative di protesta si sono moltiplicate in tutte le principali città: dalla Capitale (sit-in centro e blocchi all’aeroporto di Ciampino) a Genova (incontro col governatore ligure Giovanni Toti), da Torino a Napoli.

A Milano il copione non è stato molto diverso: alla fine, tanti tassisti hanno deciso di bloccarsi immediatamente (e in maniera non autorizzata), pur consapevoli di creare disagi ai viaggiatori in arrivo in aeroporti e scali ferroviari. Oggi, però, le cose potrebbero peggiorare. Tutto dipenderà da quello che succederà in Senato: la discussione sugli emendamenti al Milleproroghe è stata rimandata a stamattina; e così le assemblee spontanee in giro per l’Italia. Tuttavia, la sensazione è che l’eventuale via libera alla norma pro-Uber scatenerebbe la reazione dei padroncini.

Ironico il commento su Facebook di Francesco Artusa, fondatore della Fai-trasporto persone, una delle associazioni di Ncc: «Fu approvato in una notte. Se decade nello stesso modo si chiude bene il cerchio », il riferimento all’articolo 29/1 quater. INTANTO, ieri le principali sigle sindacali milanesi hanno diramato un comunicato in cui confermano lo stato di agitazione e informano di aver chiesto un incontro urgente al neo prefetto Luciana Lamorgese «per rappresentare le ragioni e le motivazioni dell’azione sindacale».

Nicola.palma@ilgiorno.net

4 commenti

  1. Se si vuole ottenere qualcosa bisogna smetterla di riempire il portafogli di sindacati e ass. della categoria taxi…..se vogliono stare in piedi devono avere l’appoggio anchedei politici …come si può pensare che questi SIG.aiutino i taxisti? ..

  2. Ottimo, se passa si ritorna agli origini…..Ncc in rimessa a fine servizio e taxi in posteggio ad aspettare i clienti…..senza varie app a destra e sinistra e senza bacino aeroportuale, SI COMINCIA DA ZERO. Così magari i lavori su le regole cominceranno per davvero.

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