La macelleria sociale dei tassisti

21-92_non_si_toccaCi rivolgiamo qui a Lei, dottor Epifani, non solo in quanto Presidente della X commissione della Camera dei Deputati  (Attività Produttive, commercio e turismo)  referente per il disegno di legge sulla concorrenza, ma anche come ex Segretario Generale della CGIL, del maggior sindacato italiano.

Se gli emendamenti alla legge 21/92 che regola il trasporto pubblico non di linea, che sono stati presentati, fra gli altri, dal vice Presidente della Commissione da Lei presieduta Ignazio Abrignani,  dal segretario della Commissione Aris Prodani, e dal membro della Commissione Cristina Bargero,- oltre che dal segretario della VI Commissione – Giulio Cesare Sottanelli – divenissero davvero legge dello Stato si aprirebbe nel nostro paese una grande questione sociale, la riduzione in povertà dei 40.000 tassisti italiani e delle loro famiglie. 

E per di più, questo ennesimo massacro sociale   non sarebbe neppure  “compensato” dalla  crescita economica e dalla tutela dei consumatori che dovrebbero conseguire, nelle intenzioni degli estensori delle Legge, all’incremento della concorrenza,  all’apertura del mercato, all’adozione di presunte nuove piattaforme tecnologiche.

L’Italia non ha megalopoli minimamente paragonabili a New York, Londra o Parigi e pertanto anche  la mobilità urbana è per sua natura limitata. La favola della moltiplicazione infinita della domanda,  magicamente generata dall’ingresso nel settore di una multinazionale globale che cerca in ogni paese del mondo di disarticolare e sostituirsi al servizio pubblico, non può eliminare l’evidenza: il numero finito dei cittadini che si spostano usando autobus, tram, metropolitane, bike,ride e car sharing, moto, auto private o taxi e infine, se se lo possono permettere, noleggi con conducente.

Che giovamento trarrebbe poi la cosa pubblica, se dopo aver delocalizzato la manifattura e la ricerca e aver deindustrializzato  gran parte del paese, venissero privatizzati anche i profitti  dell’unico settore pubblico gestito da imprese individuali che, pur applicando tariffe definite dalle Regioni, se ne assumono interamente i costi?  E cosa compenserebbe il gettito oggi assicurato dai 40.000 operatori del settore?

Noi siamo lavoratori, artigiani, non avvocati o notai, categorie che rispettiamo. Non vestiamo gli stessi panni, non abitiamo nelle stesse case, non andiamo nei medesimi luoghi di villeggiatura, anzi spesso non ci andiamo proprio. Alcuni di noi si sono gravemente indebitati per fare questo mestiere, altri sono subentrati al padre o alla madre, molti si sono reiventati un’esistenza senza chiedere un centesimo allo Stato, quasi sempre assente, dopo essere stati espulsi dai loro luoghi di lavoro, che fosse un’impresa grande o piccola,  una multinazionale o un piccolo esercizio.

E’ della nostra vita, Presidente Epifani, che state parlando nella vostra Commissione, della vita delle persone. Quante volte dobbiamo essere licenziati? Quante volte le nostre famiglie devono vivere nella più totale incertezza? Quante volte può essere calpestata la nostra dignità?

Un Tribunale dello Stato ci ha fatto ancora sperare nella possibilità di giustizia, di legalità, di un paese in cui  le Leggi vengono applicate e non modificate per ribaltare le sentenze.

6 commenti

  1. Mi spiace per chi e sovrastato dai debiti ma ora dobbiamo guardare oltre la siepe e credere in noi stessi.Non ce futuro se dovessimo rassegnarci .

  2. Io sono uno di quelli sovrastato dai debiti ma se sarà necessario fermarsi lo farò al pari di chi è più “comodo” per difendere tutti insieme il nostro lavoro .

  3. Ragazzi, siamo quasi tutti pieni di debiti, ed anche chi gli ha già saldati , ha pur sempre al suo tempo pagato una licenza con fior di soldi, cosi come avviene in mezzo mondo.
    Per cui tutti ,ma proprio tutti, tassisti giovani e meno giovani……, quando sarà ( e spero di sbagliarmi ) dovremmo tutti fermarci ed lottare per difendere i nostri diritti ed il nostro lavoro.

  4. Ma lei signor Dani è convinto di trovare qualcosa di meglio oltre la siepe??ma lei di sta rendendo conto che ci stanno facendo fare la guerra dei poveri a lavorare come i cinesi h 24 senza diritti x portare un pezzo di pane a casa e defecando all in piedi mi scusi x l esempio

  5. Condivido il suo discorso Antonio, ma allo stesso tempo, sarei del tutto schiavo se dovessi perdere anche la speranza.Dal punto di vista del risultato, contestare bersani e monti portò i suoi risultati.Cosa spero di trovare oltre la siepe DIGNITÁ
    .

  6. È qui a Milano ci sono colleghi che si stanno battendo per il numero unico!!!!!!!Pensassero a questi problemi che è meglio

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