Legge anti-App, fumata nera al Pirellone

il_giornoLEGGE ANTI-UBER, tutto rimandato a data da destinarsi. Slitta l’approvazione del provvedimento al Pirellone, inizialmente calendarizzata per il 27 aprile. Niente da fare. Pesano i dubbi delle altre forze della maggioranza, a cominciare da Forza Italia, scettica a tal punto da non aver neppure sottoscritto in fase di presentazione il progetto di legge con relatore Riccardo De Corato (FdI) che punta a inasprire le regole del trasporto pubblico non di linea per limitare l’abusivismo. «Non possiamo trasformare la legge in una norma contro un’intera categoria – puntualizza l’azzurro Fabio Altitonante –. Sarebbe sbagliato penalizzare così gravemente gli Ncc per colpire Uber, mettendo in contrapposizione due categorie invece complementari. È impensabile che una legge approvata nel 2015 preveda che qualcuno debba lavorare senza avvalersi della tecnologia per le prenotazioni: cosa diversa sarebbe definire un tempo limite di attesa». 

NEL MIRINO c’è la conferma dell’obbligo per i noleggiatori di rientrare in autorimessa per ricevere le prenotazioni. Inoltre, pare che nelle ultime ore si sia fatto sentire pure il neo assessore ai Trasporti, Alessandro Sorte, che avrebbe sollevato problemi di natura economica legati alla gestione del servizio introdotto dal provvedimento (400mila euro fino a fine legislatura). Aggiunge Carlo Malvezzi, Ncd: «Domani (oggi, ndr) il provvedimento non si vota: vogliamo fare un approfondimento ulteriore e arrivare a una legge equilibrata, che non favorisca né danneggi nessuno». Con ogni probabilità, oggi la Lega proporrà in Commissione l’istituzione di un gruppo tecnico ristretto per riesaminare alcuni aspetti critici. Intanto in Liguria un provvedimento analogo è già passato. E, sottolinea qualcuno, lì governa il Pd. Intanto gli Ncc esultano per lo stop: «Riconosciuto il lavoro fatto per informare la Regione sui reali contenuti della legge, slogan a parte», fa sapere Francesco Artusa della Fai.

3 commenti

  1. Nel pdl 187 non c’è nessuna “norma contro un’intera categoria” ma semplicemente l’applicazione della legge 21/92 con in più un sistema di controllo tramite gps e PEC. A quanto pare agli ncc fa paura essere controllati così come lo sono già i tassisti con i radiotaxi (che tracciano posizione e stato in modo continuo e lo memorizzano nei server per un mese, a norma di legge) e come farà in maniera ancora più approfondita il cosiddetto “Numero Unico” del comune (che poi non è più del comune ma di Fastweb) e come lo faranno sicuramente altre applicazioni che piacciono così tanto agli asini che ragliano esegesi fantasiose delle loro presunte virtù descritte nei loro comunicati scarni e dubbi, in più il divieto per app/radiotaxi e comunque sistemi di chiamata di inoltrare chiamate a chi non abbia le carte in regola con licenze e iscrizioni a ruolo. Insomma il governo fa la legge e la regione non la vuole applicare. Siamo in Italia, tutto nella norma.

  2. …salvo poi scoprire che un certo cognato fa l’ncc. Ma verrà fuori molto, molto presto.

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