UberPop, 20 sequestri a gennaio Romeno fermato due volte in 5 ore

UberPop_20_sequestri_a_gennaioUBER POP non si è mai fermata. Nonostante le dichiarazioni del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, del sindaco Giuliano Pisapia e del governatore Roberto Maroni, che 8 mesi fa hanno convenuto sull’«illegalità» dell’app che consente a chiunque abbia un documento di guida, un’auto immatricolata da meno di 7 anni e la fedina penale pulita di caricare clienti. L’ad della start-up, Benedetta Arese Lucini, si è sempre difesa così: «È car pooling». Giustificazione infondata per i vigili delle Frecce, che continuano a contestare la violazione dell’articolo 80 del Codice della strada: «Chiunque, senza aver ottenuto la licenza prevista, adibisce un veicolo a servizio di piazza con conducente o a taxi è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.761 a euro 7.045. 

Dalla violazione conseguono le sanzioni amministrative accessorie della confisca del veicolo e della sospensione della patente di guida da quattro a dodici mesi». A gennaio, i ghisa hanno sequestrato 20 veicoli (17 nella seconda metà del mese), tutti appartenenti a driver di Uber Pop.

Uno in particolare è stato intercettato due volte nel giro di poche ore. Secondo la polizia locale, si tratta di un romeno classe ’79 che andava in giro con due macchine con targa del suo Paese d’origine intestate a una connazionale di 67 anni. L’uomo è stato bloccato prima in corso Buenos Aires attorno alle 22.30 di qualche sera fa al volante di un Suv Volkswagen, con cliente a bordo: «Sono più furbo di voi, lasciatemi stare», avrebbe dato in escandescenza il trentaseienne. Non contento, appena tornato in strada, il romeno si è rimesso al volante di una Bmw, finendo ancora nella «rete» alle 3.40 in via Plinio.

Uber rivendica la bontà delle procedure di selezione: «A chiunque intenda iscriversi alla piattaforma – chiarisce Arese Lucini – richiediamo di presentare i certificati del casellario giudiziale e dei carichi pendenti del Tribunale di Milano, unici documenti che possono essere richiesti da una società privata». Da quelli del romeno non risultano precedenti condanne né procedimenti pendenti. «Inoltre – chiosa l’ad – se davvero il driver ha deciso di guidare anche a seguito del ritiro della patente, Uber non può che essere estraneo al gesto e ricordare che in nessun caso la piattaforma può essere associata all’iniziativa personale del singolo utente».

Decisamente più duro il commento di Giovanni Maggiolo, segretario Unica-Cgil: «Si pone sempre più una questione di sicurezza per gli utenti. Senza contare l’aumento della concorrenza sleale, con assicurazioni fatte all’estero a minor prezzo rispetto a quelle dei tassisti».

nicola.palma@ilgiorno.net

3 commenti

  1. Sembra che la gente preferisca la m&rd@. Mi piacerebbe sapere perché da noi pretendono professionalità, efficienza, tecnologia, inglese, pulizia tariffe fisse, assicurazioni, tasse, onestà, guida corretta, ecc. ecc.

  2. Autista straniero su macchina con targa straniera ??????????!!!!!!!!!! non ho parole: sfrontatezza allo stato puro. E i clienti ci salgono ugualmente pensando che sia tutto legale? Siamo arrivati alla fine, ed in un tempo molto più breve del prevedibile. Ogni settimana un evento impensabile sfonda le barriere dell’impossibile. Nessuno ci protegge…colleghi vendete al più presto.

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