L’articolo 18 e il Tassista

fritz-lang-metropolis-1927E’ stata la settimana del “Job’s Act”. E già il fatto che l’ennesima riforma del mercato del lavoro venga nominata in inglese dovrebbe mettere in allarme e far sospettare la fregatura. All’inizio sembrava che la sostanza fosse togliere l’articolo 18  dello Statuto dei Lavoratori, o meglio quel che ne rimane dopo la calata della Fornero, a tutti, cioè agli otto milioni di lavoratori del settore privato che ancora ce l’hanno, poi si è chiarito che la faccenda dovrebbe riguardare solo i nuovi assunti. Per quelli, se li licenziano ingiustamente, niente più reintegro sul posto di lavoro, al massimo potranno farsi dare un po’ di soldi, di più quanto più sono anziani: per esempio se li licenziano ingiustamente a 50 anni anni, dopo 30 anni di lavoro, a tredici dalla pensione, magari gli danno pure un anno e mezzo di retribuzione a mo’ di risarcimento. E poi? Poi ci pensa il collocamento, ossia cazzi loro! Certo resta sempre il dog sitting, (portare i cani a passeggio),  il risciò, Uberpop, le pulizie domestiche a ore,  insomma le infinite opportunità della modernità globalizzata detta anche “sharing economy”.

Dice il tassista: ma io che c’entro? Magari dessero a me 18 mesi di lavoro dopo trenta anni di “servizio”!! Ma se non ho manco la malattia, la maternità, la liquidazione, (in effetti  vogliono abolire pure quella),  la mensa, le ferie, eccetera eccetera! Sono un lavoratore autonomo io, un imprenditore nel mio piccolo, magari avessi qualcuno da licenziare oltre a me stesso!

Tutto vero. Eppure proprio qui sta il problema.

In tutta l’Europa oltre le Alpi, quella da cui duemila anni fa sono calati i barbari che hanno spazzato via Roma e la sua cosiddetta civiltà, quella che ci assegna sempre i compiti, e siccome siamo furbetti e zucconi, ci mette sempre dietro la lavagna, quella che saluta l’infinita teoria di premier che vanno in pellegrinaggio a cercare benedizioni con incoraggiamenti a fare le famose riforme strutturali, e subito, senza mai chiarire però cosa diavolo siano in modo che tutti vivano perennemente nel terrore di venire riformati, insomma in quell’Europa lì c’è il reddito universale di cittadinanza che riguarda il tassista e il dipendente che perdono il proprio lavoro, che sostiene tutti e due perché  sono cittadini e non solo servi.

Insomma in quegli stati barbarici si pensa che lo Stato non possa lasciar morire di fame i propri cittadini in difficoltà, gli si paga persino l’affitto, il latte, purché accettino il lavoro che il collocamento gli trova. Perchè  lì glielo cerca e quindi spesso lo trova pure. E il bello è che dove dalla fine della seconda guerra mondiale con le tasse hanno davvero costruito il famoso “welfare state” c’è pure una specie di articolo 18 a modo loro, i giudici ci mettono quattro mesi a giudicare una causa di lavoro, e più in generale la legge cercano di farla rispettare, Uber è dichiarato fuorilegge, e la figlia laureata del tassista non deve per forza fare la tassista con la laurea se non gliene va.

Insomma mazziati e cornuti  as-usual, nel paese più bello del mondo.

2 commenti

  1. sindacato Sal Taxi Genova. Il bilancio per i colleghi genovesi è molto pesante: almeno 5 taxi portati via dall’acqua mentre erano in giro, in servizio (tassisti salvati, per fortuna). 5/6 taxi completamente distrutti mentre erano parcheggiati sotto casa nel quartiere più colpito.
    Una grossa fetta della flotta (50 e più auto) gravemente danneggiata da tombini saltati, strade rotte etc etc.
    La Coperativa (unica) di Genova, 010.5966 sta destinando una quota del (già magro, 130 Euro) canone alla solidarietà, ma non basterà.
    Tramite Emanuele abbiamo un contatto col presidente della Coop, Stefano Benassi, che domani ci fornirà un IBAN per permetterci di far pervenire i nostri aiuti ai colleghi genovesi.
    Anche un solo euro è, per loro, come l’ ossigeno, non facciamogli mancare il nostro aiuto!!

  2. Cari amici, come capisce anche un bambino l’art.18 ha, dopo la riforma Fornero, valore pratico prossimo a zero.
    Però avrà effetti sulla vita di tutti e quindi indirettamente riguarda anche noi.
    Nessuno lo dice, ma la sua abolizione ha un valore POLITICO enorme.
    Questa riforma ha 2 scopi.
    Il primo è quello di fatto di ridurre i salari ed abbassare ancora gli standard di vita.
    Nell’arco di pochi anni non esisterà più il lavoro dipendente a tempo indeterminato e saranno tutti precari.
    In altre parole ci vogliono ridurre al ruolo di lavoratori sottopagati e sfruttati.
    I “cinesi” d’europa.
    Noi, greci, spagnoli, portoghesi, irlandesi, rumeni, bulgari, croati, serbi, polacchi, lituani, lettoni.
    Insomma lavoratori di serie A (quelli del nord europa) e tutti gli altri a giocare nei campetti di periferia.
    Il secondo è quello di dare il colpo di grazia ai sindacati togliendosi dai piedi qualsiasi forma di “opposizione e contrasto” alle “strategie” di politica industriale per lasciare campo completamente libero a quella banda di farabutti neoliberisti che si vogliono pappare l’intera economia dei paesi “deboli” come il nostro (taxi compresi).
    Si tratta in realtà di un’altra (l’ennesima) sottrazione di democrazia e libertà.
    E continuano, continuano a svendere diritti, dignità e infine anche le nostre vite senza mai dimostrare il minimo rimorso o sussulto di dignità.
    Adesso stanno trattando il TTIP, un’altro trattato.
    L’ennesima fregatura, senza nè dirci nè chiederci NULLA.
    Anche stavolta alla fine brinderanno tutti felici e contenti intorno alla tavola imbandita promettendoci futura ricchezza, benessere e felicità per tutti.
    E’ stato così anche quando abbiamo aderito all’Euro.
    Ci sono voluti 8 anni ma alla fine abbiamo visto il benessere e e ricchezza che ci ha portato l’euro…..
    Sempre all’erta………

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