Prima del calcio di rigore

rigoreCome tutti i colleghi sanno, lo scrittore austriaco Peter Handke nel 1970 scrisse un famoso romanzo, da cui il regista Wim  Wenders trasse uno dei suoi film migliori, in cui – come nello “Straniero” di Camus – la trama si dipana a partire da un delitto assurdo. Il protagonista, un ex portiere, Joseph Block, terminata la carriera e ormai disoccupato, uccide senza motivo la ragazza con cui ha passato la notte. Da quel momento vagherà paranoico per le strade di Vienna sentendosi braccato e cercando, come faceva prima dei calci di rigore, di leggere e anticipare le mosse dell’avversario per parare il colpo.

I tassisti hanno spesso la pancia, non giocano a calcio, anche se forse vorrebbero, perchè lavorano sempre e, pur non essendo disoccupati, vagabondano senza posa per le città inseguiti dai debiti e dalla loro fama di lobbisti, sempre più poveri e disperati, insomma fanno  quella vita grama che ben conoscete tutti, ma che sembrano ignorare sia i giornalisti che una buona parte dei clienti dei mezzi pubblici, i quali pur non pagando quasi mai il biglietto, neppure a un terzo del costo reale, si indignano perchè non possono viaggiare GRATIS, in taxi.

Ma c’è anche chi è addiritura più povero dei vetturini in Toyota, sicuramente più cattivo, o disperato, o delinquente per natura e vocazione, o tutte queste cose insieme. E li scambia per bancomat. Così sale sul taxi  si fa portare in qualche strada isolata o nell’hinterland, meglio se al buio, rapina le sue prede del poco che hanno, e se gliene va li accoltella pure, o li picchia e li prende a calci, così per dargli una lezione, per sentirsi più forte, più potente, magari anche più bello. E se gli piace, e quasi sempre ne trae lucro e godimento, sale su altro, e poi su altro e un altro ancora, incurante se dietro si lascia una scia di persone terrorizzate, ferite nel corpo e nell’orgoglio  o magari colpite da un infarto.

Nel frattempo agli altri postiglioni arrivano messaggi sempre più incalzanti grazie alla moderna tecnologia: fate attenzione, rapina di qui, rapina di là, è slavo, marocchino, latino americano, padano, occhi scuri, no chiari, pizzetto,  s’è tagliato il pizzetto, giubbotto, no cappotto, in maniche di camicia, e così via. Le associazioni dei brumisti chiedono l’ennesimo incontro con il Prefetto, ma il tassista è lì, SOLO, a scrutare di sottecchi dallo specchietto,  a pensare al suo bambino, al suo maledetto mestiere, al pedale che non funziona, al cellulare scarico, alla sua solita sfortuna, a come sarebbe bello se tutti fossero uniti, e solidali, come una volta, il tassista e lì, in balia del suo terrore, come un portiere, PRIMA DEL CALCIO DI RIGORE.

Un commento

  1. Khoolaas, come sempre, limpido, preciso e veritieramente, tragicamente poetico.
    Chapeau.

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