Dal Politecnico di Milano (coi soldi della comunità) arriva un’altra app di chiamata per taxi abusivi

logo politecnico milanoL’app che vuole fare concorrenza all’americana Uber, ma non ai tassisti, sarà attiva da domani .

da corriere.it Il servizio è più o meno lo stesso che l’americana Uber ha portato nei nostri confini da qualche mese: un’applicazione per smartphone con cui chiamare auto scure ed eleganti per spostarsi da una parte all’altra delle città. A lavorare all’analoga ezDriver sono due ragazzi italiani, il Ceo Tommaso Lazzari e il responsabile marketing Giovanni Stella, che per imporsi nell’acerbo mercato già dominato dai più strutturati concorrenti statunitensi stanno puntando sul dialogo con gli Ncc (noleggio con conducente), su cui si basa l’ossatura di servizi di questo tipo, e i taxisti. Uber, insediatosi con successo a Milano e Roma e impegnato in queste settimane nello sbarco a Firenze, sta infatti fronteggiando le proteste dei sindacati delle due categorie ed è nel mirino del Comune di Milano che sta verificando l’aderenza del servizio alle norme italiane.

All’app viene contestato l’utilizzo dello smartphone come tassametro e la possibilità di chiamare le vetture in tempo reale. La legge impone agli Ncc di partire dalle loro rimesse, mentre grazie alla nuova soluzione vengono contattati dai clienti mentre stanno girando o sostando nelle vie della città. Lazzari ha affrontato il primo problema fissando il «prezzo a 1,8 euro a km». La seconda questione è un po’ più delicata: «Quando ricevono la prima chiamata devono trovarsi in rimessa. Vogliamo arrivare a una situazione in cui accettano le successive mentre stanno circolando, l’importante è che non si fermino in attesa, caso in cui non viene rispettata la legge regionale (si parla della Lombardia, nda) 11/2009», spiega il 36enne che in passato ha lavorato proprio a Uber occupandosi del lancio dell’app ad Atlanta.

L’argomentazione è un po’ debole, anche perché il vice presidente dell’associazione di categoria Fai Trasporto Persone, Francesco Artusa, spiega a Corriere.it di essere pronto ad attivare una collaborazione ufficiale con ezDriver solo nel caso in cui «venga concessa una tempistica minima di 20 minuti dalla chiamata per dare il tempo all’autista di uscire dall’autorimessa» e venga predisposto un sistema «per riconoscere l’ubicazione del luogo di partenza». Il Fai spinge inoltre per una «netta differenziazione con il servizio taxi». E Lazzari è sostanzialmente d’accordo: la sua intenzione a lungo termine è quella di dare la possibilità con l’applicazione di chiamare o prenotare la macchina più adatta alle proprie esigenze.

Si tratti di «un taxi per un percorso breve, con cui si potrebbe concordare un riconoscimento economico per la chiamata ricevuta, di un’auto con conducente per tratte più lunghe o di una vettura per il trasporto di persone disabili. Abbiamo già aperto il dialogo con i taxisti», spiega Stella. Per ora, si parte ufficialmente il 30 maggio a Milano con la chiamata e la prenotazione delle automobili con autista. L’app è disponibile gratuitamente per sistema operativo Android e iOs, più avanti arriveranno le versioni per Blackberry e Windows Phone, e i pagamenti avvengono tramite carta di credito.

In questa fase di test si sono già registrati sul sito 200 utenti e 40 autisti pronti a collaborare con il progetto. Per estendere la rete nel resto della Penisola i due fondatori e gli altri due soci della startup (Manuel Zanchetta e Nicola D’Angelo) cercano il supporto degli investitori privati, «stiamo parlando con alcune realtà, non è facile, non siamo in Silicon Valley. Abbiamo bisogno di 300mila euro». Dalla fondazione della società, avvenuta nel mese di novembre, si sono basati sui loro risparmi: «Per partire abbiamo messo 10mila euro a testa». Supporto è arrivato dall’incubatore PoliHub del Politecnico di Milano, che ospita altre 24 startup – compresa Jusp, di cui avevamo già parlato – e mette a disposizione 3mila metri quadri di spazio e sostegno nella definizione e nella promozione dei progetti. «Negli ultimi anni, con un’economia che, quando va bene, dimostra di riuscire a crescere di qualche decimo di punto percentuale e, quando va male, di contrarsi del 2% come quest’anno, è emerso chiaramente che il nostro futuro ce lo dobbiamo inventare con un modello che sappia fare emergere nuovamente le nostre attitudini imprenditoriali, applicandole a nuovi settori e in particolare a quelli hi-tech.

Occorre creare un ecosistema in grado di generare un circolo virtuoso tra le sue diverse componenti: sistema formativo e universitario, sistema di comunicazione e media, sistema finanziare e sistema politico», spiega Andrea Rangone, delegato del Rettore dell’ateneo per PoliHub, spiegando le finalità dell’iniziativa. Stella aggiunge di aver tratto vantaggio dalla convivenza con altre giovani realtà: «Ci si dà una mano e si attivano delle collaborazioni. Ci siamo appoggiati, ad esempio, a Ploonge(social network dedicato agli eventi, nda) per promuovere il lancio di ezDriver», spiega. L’unione fa la forza. E si prova, letteralmente, a inserire la quarta.


animated_arrow_11Nota a piè di pagina di taxistory

A chi non gradisse il titolo di questo post consiglierei vivamente la lettura di quest’altro Comune Milano: Uber contrasta con Leggi 21/92 e reg. 11/09 dove, tra l’altro, si legge questo interessante passo “Da un’attenta valutazione è emerso che il sistema Uber contrasta in alcuni suoi aspetti sia con la legge 21/1992 (“Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea”) sia con la legge regionale 11/2009 (“Testo unico delle leggi regionali in materia di trasporti”), in particolare per quel che riguarda l’obbligo di stazionamento dei veicoli utilizzati all’interno delle autorimesse (e dunque il divieto di stazionamento su suolo pubblico) e la determinazione del costo della corsa che non viene concordata preventivamente con l’utente” a firma di Ufficio stampa di palazzo Marino

3 commenti

  1. Il vostro futuro è di trovarvi un lavoro onesto che non infranga spudoratamente le legge, non schiavizzi la gente e non rubi bellamente il lavoro a chi già tira a campare con mille problemi. Ci mancava anche il cancro della vostra tecnologia da rubagalline.

  2. Ma perché non si trovano un lavoro invece di romp… i cog… sempre qui. Il settore è già saturo da tempo. Non c’è trippa!!! Prima lo capite meglio è per tutti. E soprattutto è regolamentato. Caduti i regolamenti aumentiamo le tariffe all’istante del 30/40%. Spiace per i 100 mila euro a testa. Avreste potuto aprirvi un bar. Tutto quello che proponete già c’è. E soprattutto non siamo intenzionati a far ingrassare nessuno con la nostra attività. Sia chiaro in modo definitivo

  3. Per completare l’offerta e rendere più appetibile il servizio “innovativo” suggerirei di aggiungere una “escort” a bordo, magari una “olgettina” di scarto che, noi tassisti, rispettosi della vigente legislazione in materia, non potremmo mai considerare nemmeno tra le novità sempre più sofisticate e gradite dalla clientela che, ad esempio, il nostro RADIOTAXI **** sta implementando con soddisfazione ed allargamento del parco clienti!
    D’altra parte la nostra CLIENTELA è formata the gente seria che lavora e che sa riconoscere I nostri sforzi per venire incontro a reali esigenze, lasciando certe pretese a chi ha “grilli” per la testa e molte volte si dimostra semplicemente un “bauscha” che alla fine lascia a desiderare sia nell’educazione che nella certezza del pagamento della “prestazione”!

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