Giornalismo di ben altro livello

okDa “Il Giorno” di mercoledì 14 dicembre 2011, un raro esempio di giornalismo che attinge al puro dovere di cronaca, che riporta i fatti, pubblica testimonianze, che si documenta e lascia infine solo al lettore il giudizio che riterrà opportuno ricavare, senza introdurre a priori, fuorvianti forzature.

VENERDÌ sera si erano fermati senza preavviso (rifiutandosi di caricare clienti eccetto famiglie e disabili) contro la manovra che li aveva infilati in una lenzuolata di liberalizzazioni. Ieri i tassisti mila­nesi hanno festeggiato, unici tra Provincia e farmacisti sui quali il governo non ha fatto marcia indie­tro. E previa lettura di una bozza dell’emendamento che Palazzo Chigi presenterà alle Camere per escludere dall’applicazione della deregulation prevista nel decreto Salva Italia «il trasporto di perso­ne mediante autoservizi pubblici non di linea». Le auto bianche l’hanno spuntata grazie alla me­diazione del sindaco di Roma Gianni Alemanno e tra le proteste delle associazioni di consumatori, del Pd e di Fli. La notizia, postata in tempo reale su Taxistory, uno dei blog più seguiti dai tassisti mi­lanesi, ha generato reazioni com­poste. Un po’ se l’aspettavano an­che i sindacalisti che, a furia di re­spingere assalti, ormai argomenta­no la loro difesa citando la diretti­va Bolkestein e persino Milton Friedman, padre del neoliberi­smo.

«Ai suoi studenti portava a esempio proprio i taxi per spiega­re l’impossibilità di un mercato li­bero senza una simmetria infor­mativa – spiega Emilio Boccalini, vicesegretario del Satam -. Il go­verno si era mosso senza conosce­re il nostro settore né tener conto di come funziona nella stragran­de maggioranza dei Paesi euro­pei». Cita l’eccezione di Stoccol­ma, Svezia, dove la deregulation ha originato «un monopolio di fat­to, in cui al pubblico s’è sostituito il privato. E il servizio è più caro». «Le licenze – insiste – non sono a tutela nostra, ma dei clienti. Pensi di trovarsi a Linate a mezzanotte, con un taxi solo e venti persone che lo vogliono». Fa lo stesso esempio Claudio Severgnini, pre­sidente del TAM, il sindacato tassi­sti artigiani: «Il presidente Mon­ti, come garante delle regole Ue, non ha potuto che prendere atto di ciò che impone la direttiva Bolkestein recepita dal nostro Par­lamento su servizi prioritari e loca­li, come le ambulanze e i taxi». Al­lora perché si ripetono i tentativi di liberalizzare i secondi? «Perché c’è disinformazione», e ricorda gli sforzi di sindacati e radiotaxi «per migliorare il servizio», come pre­visto da un accordo con la Regio­ne: motori più ecologici, più tassi­sti che parlano inglese, più auto abilitate al pagamento elettroni­co. «Ormai il 54-55% di quelle del radiotaxi accetta bancomat e carte di credito», spiega il sindacalista, e cita l’ultimo rapporto Eurotest che ha promosso i taxi milanesi al quarto posto (su 22) in Europa, dietro quelli di Barcellona, Mona­co e Colonia. Roma, in quella clas­sifica, era al penultimo posto da­vanti a Lubiana. Anche il proble­ma degli abusivi, citato dal sinda­co Alemanno per difendere le li­cenze, «qui è meno diffuso – con­ferma Boccalini -, anche grazie al­la programmazione regionale che ha integrato la maxiarea Milano-Bergamo-Varese. Noi l’interscam­bio ce l’abbiamo già».

(Articolo di Giulia Bonezzi)

Titolo originale:
I taxi festeggiano: senza le licenze siamo fuori dall’Ue
«Regole a tutela dei clienti»

27 commenti

  1. Finalmente un articolo decente che riporta la realtà delle cose, con esempi rilevati da esperienze europee di liberalizzazione del nostro servizio.
    Aldilà di tutto, leggendo anche i commenti apparsi sui vari siti internet di informazione “pilotata”, riscontro una grado di violenza crescente. Mi auguro che il linciaggio mediatico non diventi materiale, piangiamo ancora il nostro collega Luca di Milano, mi auguro che qualche altro collega non venga preso a capio espiatorio, siete autorizzati a toccarvi ciò che avete di più caro.
    Sinceramente sono schifato dall’atteggiamento della gente comune che si fa traviare dai media con tale facilità, questo è il vero problema dell’Italia, altro che liberalizzazioni….SIAMO TUTTI PECORONI!…un saluto…anzi…beeeeeeeee!

  2. E’ vero è un raro esempio ma almeno c’è, cominciavo a disperare che fossero tutti sotto ipnosi o come in quel vecchio film di fantascienza “L’invasione degli ultracorpi”

  3. Chi è la vera casta:
    Per l’anno 2004 Il contributo statale ammonta al 10% delle spese sulla carta. I maggiori editori incassano cifre consistenti: Mondadori (che pubblica una quarantina di periodici tra cui Panorama, Donna Moderna e Tv Sorrisi e Canzoni) 10 milioni 74mila euro, Rcs Quotidiani (ovvero il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport) 8 milioni 686mila, Rcs Periodici (35 riviste tra cui Oggi, Novella 2000, Il Mondo, Amica e Anna) 3 milioni 502mila, Rcs Libri 1 milione 161mila, il Gruppo Editoriale L’Espresso (la Repubblica, l’Espresso e 25 quotidiani locali) 8 milioni 72mila, Il Sole 24 Ore 3 milioni 108mila, Poligrafici Editoriale (Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino) 2 milioni 780mila, l’Editrice La Stampa 2 milioni 589mila, Hachette Rusconi (14 periodici tra cui Gente, Elle e Gioia) 1 milione 994mila, Società Europea di Edizioni (Il Giornale) 1 milione 656mila, Periodici San Paolo (Famiglia Cristiana e altri periodici) 1 milione 263mila, Il Messaggero 1 milione 214mila, Cairo Editore (DiPiù e altri periodici) 1 milione 92mila. Via questi contributi , libero mercato nell’editoria , poi vediamo chi di questi parassiti rimane in piedi.

  4. Anche Silvio a Porta a Porta ha detto che la licenza è il frutto di una vita di sacrifici. È il nostro unico bene, pagato e inalienabile oltreché da difendere contro tentativi di farlo diventare carta straccia. Non sono queste le liberalizzazioni che servono al Paese. Abbiamo un governo da Golpe che si fa scrivere le leggi da Confindustria. Ora basta, la pazienza ha un LIMITE!!!!!!

  5. devo aggiungere un altro esempio di bel giornalismo. Non so qualcuno ha ascoltato il “microfono aperto” di Radio Popolare di Milano dalle 20 alle 21. Parlavano di liberalizzazioni e il conduttore era molto obiettivo, addirittura leggermente sbilanciato a nostro favore (!!!).
    A quel punto sono riuscito a prendere la linea e sono intervenuto anch’io per esporre le nostre ragioni. Ciò mi ha regalato un minimo di buon umore…cui mi sa che dovrò attingere nei prossimi mesi.
    Massimo

  6. Fafa » No, mi viene il vomito a guardare la tv in questi giorni. Preferisco il pc perché è interattivo. La tv invece ti inchioda a subire le idiozie del burattino di turno che starnazza idee da decerebrati e le spaccia per verità eterne.

  7. Mucchetti del Corriere poco fa su la7 ha detto bene: perchè liberalizzare le cose piccole (tra le quali noi…) e non toccare piuttosto quelle “grandi”?

  8. Complimenti all’onesta’ professionale del giornalista nell’aver dato diritto di parola ai nostri rappresentanti!

  9. E’ proprio vero Marco! Il problema e’ pero’ che la maggioranza della gente guarda queste trasmissioni e le prende per oro colato!

  10. Ciao futuri colleghi.
    Mi chiamo maurizio,
    dico futuri perche’Ormai manca poco al passaggio della licenza nel comune di milano. Come quasi tutti voi con grandi sacrifici, per far fronte al costo della licenza. E’ da qualche tempo che seguo questo blog, e non vi nascondo che sono ogni giorno sempre più’ spaventato da quello che leggo. Questo articolo e’ l’unico che mi tira su un po’ il morale. Riguardo a trasmissioni tv e giornali purtroppo ci si puo’ far poco, si sa’ da tempo ormai che in italia l’informazione e’ talmente di basso livello che non e’ nemmeno classificabile. In periodi neri come questi e facile puntare il dito contro qualcuno per dar colpa della crisi-lavoro e mettere il paese contro le categorie. Purtroppo c’e’ troppa ignoranza. Mi piacerebbe sapere se dovessero liberalizzare pero’ si dovesse pagare come stiamo facendo noi quanti affronterebbero questo percorso.

  11. cari colleghi ma lo sapete che al prossimo articolo che leggerò contro la categoria ho paura che convinceranno anche me che il problema dell economia in italia sono i taxi????!!!…roba da non credere…tutta la manovra è passata in secondo piano anche le pensioni!!!… W la libertà di stampa,l informazione e la democrazia!!!…se sono ancora vive!!!

  12. Non mi sembra il caso di incensare Silvio. Scusate, ma non posso proprio fare a meno di dirlo. Poi pensate quello che vi pare.

  13. invece dell’articolo di cristiano gatti sul “giornale” di ieri cosa ne pensate? certa gente non conosce la vergogna…
    “Il giorno” è il mio giornale e devo dire che è sempre abbastanza obiettivo.

  14. Catricalà “Sui taxi, però, fin dall’inizio avevamo ritenuto che dovessero essere regolamentati da una Authority ad hoc. Non ci poteva essere una liberalizzazione immediata e in Parlamento ci si è limitati a chiarire questo aspetto”.


  15. Marco:

    Fafa » No, mi viene il vomito a guardare la tv in questi giorni. Preferisco il pc perché è interattivo. La tv invece ti inchioda a subire le idiozie del burattino di turno che starnazza idee da decerebrati e le spaccia per verità eterne.

    pc=scambio di informazioni e/o pareri,cioe’ MESSAGGIO BILATERALE,tv informazione monoveicolare,monolaterale,cioe’ TI BEVI cio’ che ti dice,questo purtroppo e’ il livello del ns.paese!

  16. Premessa: lavoro a Milano. Mi chiedevo a proposito di personaggi di un certo livello, da quando siamo sotto assedio mediatico qualcuno ha per caso notizie del parere sulla nostra categoria, a lui tanto cara, del nostro Sig. Sindaco? Io NO ma potrei essere anche disinformato ! A Roma il loro Sindaco, spontaneamente o meno, con qualche retromarcia e qualche testa/coda si e’ comunque esposto a favore! Ripeto avete letto o sentito niente a riguardo ?

  17. Oggi, 16/12/2011 su laR, pag.4, solito servizio nel quale,
    a sinistra, si afferma che le tariffe italiane sono più alte di quelle europee e, a destra, si presenta una tabella che dice IL CONTRARIO (Milano e Roma 15a e 16a su 22 città considerate!), con, ai primi 5/cinque posti città liberalizzate…
    Ora domandiamoci tutti:
    è possibile che i lettori di questo “giornale” siano tutti decerebrati??
    Che non riescano a vedere che questi “giornalisti” si contraddicono nello spazio di 10cm ed in maniera mostruosamente evidente?

    ps: la classifica in questione è stata pubblicata, secondo me non a caso, invertita (cioè con le città meno costose all’inizio e quelle più costose alla fine, al contrario di ciò che viene comunemente fatto).

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