Siamo o non siamo un “servizio pubblico locale” ?

essere-o-non-essereI Servizi Pubblici Locali (SPL) di rilevanza economica:
Si definiscono Servizi Pubblici Locali di rilevanza economica tutti quelli aventi ad oggetto la produzione di beni ed attività rivolta a realizzare fini sociali ed a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali con l’esclusione dei servizi sociali privi di carattere imprenditoriale.
La definizione si basa quindi sulla realizzazione dei beni o delle attività attraverso la formula di  impresa (principalmente società di capitali), distinguendola dalle altre modalità utilizzate dai comuni per gestire alcuni servizi ai cittadini. Si tratta delle cosiddette “Gestioni in Economia” o servizi di diretta gestione municipale, utilizzate in caso di modeste dimensioni del servizio o  di caratteristiche che lo rendessero opportuno. Tali formule diverse non ledono il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità ed al livello essenziale delle prestazioni. Pertanto, la definizione di SPL di rilevanza economica è molto ampia e comprende:

  1. i SPL di carattere industriale:
    • servizio idrico integrato,
    • servizio di igiene urbana,
    • distribuzione del gas naturale,
    • trasporto pubblico locale urbano ed extraurbano
  2. i SPL di carattere sociale, gamma molto estesa, che va dai servizi socio-assistenziali ai servizi all’infanzia, etc.

Rimangono disciplinati a parte gli appalti di servizio (ad esempio le pulizie) o di beni (ad esempio la fornitura di pasti alle mense scolastiche).
I meccanismi di affidamento dei Servizi Pubblici Locali di rilevanza economica sono stati recentemente riformati attraverso l’art. 4 del decreto legge 138/2011, convertito nella legge 148/2011, dopo l’abrogazione referendaria della riforma Fitto-Ronchi.
Quali attività non sono Servizi Pubblici Locali:
Sono esclusi dal novero dei SPL i servizi strumentali all’attività delle amministrazioni pubbliche, consistenti nell’erogazione di beni ed attività a supporto di funzioni amministrative, di cui resta titolare l’ente di riferimento. Si tratta delle cosiddette “esternalizzazioni”, attività considerate non strategiche, come ad esempio la gestione di un Call Center, attività economiche che sono sempre disciplinate dal decreto 223/2006, noto come Bersani 1.

Nota di TaxiStory:
Per il servizio taxi, pur facendo parte dei servizi pubblici locali, con l’attuale legislazione non sono previsti meccanismi di affidamento, in quanto esclusi dall’ art. 3 comma 11/bis della legge 138/2011, convertito nella legge 148/2011, in cui vengono osservate le disposizioni della direttiva del Parlamento Europeo 2006/123/CE e del Consiglio del 12 dicembre 2006, successivamente accolta con decreto legislativo nr 59 del 26 marzo 2010 , art. 6

Fonte: Osservatorio Servizi Pubblici Locali

28 commenti

  1. Domanda forse stupida forse inutile…….
    Ma perchè le varie associazioni taxi non si organizzano per avere assistenza da parte di un buon legale?Sono convinto che la maggior parte dei colleghi sarebbe ben felice di versare una quota annua per la gestione delle questioni legali ad un professionista,potremmo così rispondere con querele alle continue calunnie a cui ci espongono i media e con eventuali proventi delle cause finanziare magari il famoso fondo per l’assistenza ai colleghi in difficoltà……

  2. Leonardo scrivi (o hai incollato) “Nota di TaxiStory:
    Per il servizio taxi, pur facendo parte dei servizi pubblici locali,…”. Scusa la mia ignoranza su questo e permettimi una domanda: quali sono o qual’è la legge dello Stato o dell’UE, oppure anche una o più sentenze che definiscono il Taxi un Servizio Pubblico Locale ? Una risposta certa e fondata potrebbe chiarirmi molti dubbi. grazie


  3. Alessandro brioschi:

    Domanda forse stupida forse inutile…….
    Ma perchè le varie associazioni taxi non si organizzano per avere assistenza da parte di un buon legale?Sono convinto che la maggior parte dei colleghi sarebbe ben felice di ……

    E’ corretto quello che sostieni, ma non mi pare molto in sintonia con il post corrente.

  4. taxipisa » Entriamo in un grosso ginepraio dove è difficile districarsi: secondo certe fonti la risposta sarebbe “interpretata” nell’articolo 23/bis del DL 112 del 25/6/2008 comma 1, anche se il termine “taxi” non viene citato. Esiste in rete un vademecum di classificazione dei servizi pubblici su carta intestata del Ministero per la pubblica amministrazione e innovazione (Brunetta) che ci comprende e ci associa alle infrastutture e mobilità (pag.14). Una prova ulteriore, forse poco rilevante: in caso di sciopero selvaggio siamo passibili di denuncia per interruzione di pubblico servizio… (certe altre fonti ci definiscono “servizio di pubblica utilità”!!!) Chi ne sa di più dia pure il suo contributo, non può farci che piacere.

  5. In merito alla lettera aperta scritta da un noleggiatore deluso al Sindaco di Roma…
    Nota del Webmaster: Commento rimosso poichè off-topic. Il commento è stato spostato qui .

  6. Benissimo, grazie Leonardo, hai fornito alcune ipotesi: Il d.l. 112/2008 art. 23-bis comma 1 non cita il taxi e nemmeno potrebbe in quanto è rivolto ai servizi pubblici locali di rilevanza economica. Il vademecum Brunetta (Stato) classificazione …. è solo l’elenco delle competenze degate dallo Stato ai Comuni e al capitolo Infrastrutture e Mobilità inserisce: TPL,autorizzazioni e concessioni, bici e ciclomotori, incentivi,lavori in corso, provvedimenti relativi al traffico, segnaletica, sosta e parcheggi,taxi-noleggio, veicoli, ZTl (in questo si nota il distacco dal TPL). Per interruzione di pubblico servizio come stabilito dalla Commissione Garanzia e Sciopero, si nota che La regolamentazione riguarda il servizio taxi, considerato (nota: essere considerati non significa esserlo) servizio pubblico essenziale nella parte in cui risponde ad esigenze di assoluta necessità ed urgenza di spostamento di utenti non in grado di usufruire di altri mezzi di trasporto pubblico, come anziani, portatori di handicap e malati (anche da questo Taxi il servizio nell’interesse pubblico). Quindi tutto come prima, anch’io come te, sarei lieto se qualche collega potesse fornire dati certi sull’argomento, sempre che ce ne siano.

  7. Non mi ono spiegato bene…il collegamento stà nel fatto che anzichè raccontarcela tra di noi che proprio legali non siamo e possiamo solo fare supposizioni più o meno valide un buon legale potrebbe darci le giuste delucidazioni e magari darci anche una linea da seguire per tutelare il nostro lavoro……

  8. Alessandro B., i tuoi dilemmi sono condivi da molti di noi, non da tutti. Alcuni come te e me vorrebbero certezze (positive o negative poco importa, ma dovrebbero essere certezze) altri (forse la maggioranza, vivacchiano, preferendo questa ambigua situazione). Un legale (dovrebbe essere un super partes ?), riscontrerebbe quello che è (se è onesto), e quello che è, è quello che già …. le associazioni, i sindacati, ogni singolo tassista, i politici, le confederazioni, i partiti, i Comuni, la UE, le Regioni, le Province (esistono ?), l’assessore, il Sindaco, ecc,… conoscono …. ma …….. Mi permetti domandine personali, facili e ti daranno molte delle risposte dell’avvocato: 1-forse hai rilevato o vinto la licenza taxi, è tua o è del Comune? 2-in cosa consiste la licenza, cioè perchè licenza e non concessione? 3-in cosa ti abilita? 4-Tu puoi cederla ad altri? 5-il Comune(che può ritirarla solo per gravissime colpe da codice penale)può cedere (o rimettere a bando) ad altri la tua licenza? mi fermo qui, ci sarebbe altro, ciao.

  9. la risposta deve arrivare da chi ci ha voluti artigiani o cooperatori.La figura artigiana non esisteva in Europa,ma solo veniva riconosciuta la piccola impresa;Questo equivoco dura dal 92 anno in cui le grosse confederazioni artigiane e cooperative fecero votare la nostra Legge quadro 21/92 e ora ne paghiamo le conseguenze:Percio’ chiedete ai loro legali la risposta che aspettate.

  10. Martano ottimo intervento, Legge 15 gennaio 1992 n. 21 – Legge Quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea. Art. 1 – Autoservizi pubblici non di linea –
    1. Sono definiti autoservizi pubblici non di linea quelli che provvedono al trasporto collettivo od individuale di persone, con funzione complementare e integrativa rispetto ai trasporti pubblici di linea … ecc.
    Gioco con le parole, art. 1 comma 1- sono DEFINITI autoservizi pubblici non di linea …. ecc. il gioco consiste nella parola DEFINITI, cioè se lo SONO che senso avrebbe aggiungere definiti ?
    http://www.treccani.it/vocabolario/definire, definire (ant. diffinire)[dal lat. definire «limitare», der. di finis «confine»] (io definisco, tu definisci)1 determinare fissando i limiti: d. i poteri, l’autorità, la giurisdizione; d. i rapporti fra due persone; d. esattamente i termini di una questione. 2determinare il contenuto di un concetto, d. la virtù, la giustizia; definisci che cos’è un triangolo; non saprei d. il suo carattere; ; http://www.dizionario-italiano.it/1determinare chiaramente con parole le qualità essenziali di qualcosa, 2 determinare segnando i limiti. In sostanza credo che se non c’era la parola “definiti” saremmo stati davvero Trasporto Pubblico alle dipendenze del Comune. (e la busta paga mensile? e il taxi comunale, cioè comprato dal Comune?)

  11. taxipisa » che giochini di parole stai facendo? “Sono definiti autoservizi pubblici…” vuol semplicemente porre dei paletti dicendo dove inizia e dove finisce l’autoservizio pubblico in oggetto. Con le questioni di lana caprina ci facciamo una coperta da qui fino in Cina e ritorno. Tempo perso, parole inutili.

  12. Marco ti ringrazio, sempre concreto e conciso. Purtroppo al contrario di te non ci riesco e su ogni parola scriverei un’enciclopedia. Riproviamo, Il tema del blog è, siamo o no Trasporto Pubblico Locale alias Servizio Pubblico? Una parte dei tassisti conoscono la risposta, altri credono di saperla, altri non la conoscono, ad altri non ne importa niente. O meglio ancora riteniamo che:
    1. siamo Trasporto Pubblico Locale
    2. siamo Servizio Pubblico
    3. siamo servizio trasporto d’interesse pubblico
    4. siamo attività economica privata-pubblica
    Agli occhi del tassista medio, uno qualsiasi tra i quattro (ce ne sono altri) punti a prima vista non cambia la sostanza, invece sta proprio qui la vera identità del servizio taxi e del tassista. Definiti, considerati, classificati, chiamati, nominati, ecc. ha lo stesso significato di essere ? scusate la solita lungaggine, pensate sia stato chiaro ?

  13. taxipisa » Hai dimenticato il punto 5. siamo anche artigiani e quindi imprese private sì, ma con i diritti limitati dallo svolgimento di un servizio di pubblica utilità che ci impone prima di tutto dei doveri. Insomma non siamo nè carne, nè pesce. Non siamo neanche verdura, frutta o ortaggio. Siamo e non siamo contemporaneamente tutto e niente. E qui si scivola inevitabilmente nella confusione che da anni ci portiamo dietro. Però (c’è sempre il modo di vedere il bicchiere come mezzo vuoto o mezzo pieno) proprio questa confusione del nostro ruolo si può vedere come eventuale ancora di salvezza, sempre che una legge precisa e mirata non ci inquadri come soggetti ben definiti e allora sono guai. Insomma dico che è meglio rimanere quello che siamo e non andare a rimestare nel fango di una legge (la 21/92) che finora ci ha protetto. Guai a toccarla come spera qualcuno.

  14. scusate se sono un po’ tardo..ma tutta questa discussione è per capire cosa temere dal governo monti o è per trovare una chiara “identità legislativa”?

  15. concordo con marco con quanto detto..il servizio taxi è un servizio pubblico ma gestito interamente con capitali privati..

  16. E’ un piacere leggere i giochi linguistici a volte ingenui ma interessanti sull’interpretazione delle varie definizioni giuriche a dimostrazione che il blog fa bene ai partecipanti. Bisogna allargarlo. In realtà amicisecondo me è tutto chiaro: siamo artigiani che svolgono su LICENZA un servizio pubblico ausiliario: il trasporto pubblico locale. Ma il vero oggetto del contendere è se questa licenza debba o meno essere concessa dall’ente pubblico con delle REGOLE ( e quindi dei limiti numerici, di predenti penali, non cedibili entro 5 anni, etc) : noi diciamo di SI, i “liberalizzatori” dicono di NO ( state preparando thermos e sacchi a pelo?) è per questo che debbono fare dei nuovi decreti, ABROGATIVI delle regole vigenti, e li devono fare a livello Nazionale come invoca da sempre il geniale Catricalà. Ed è per questo che passiamo il tempo a cercare di capire se l’ultimo comma di una legge di stabilità o del suo emendamentoci spazza via o meno: Lavoro che dovrebbero fare i cosiddetti sindacati che non giustificano più da tempo la loro stessa esistenza e i personaggi screditati che dovrebbero rappresentarci. A noi servono lobbisti veri, come negli USA, con relazioni politiche e avvocati. Ma sopratutto ci serve essere uniti e combattivi. Perchè noi stiamo tutto il giorno nelle strade, nelle tangenziali e nelle autostrade.

  17. quel poco che ho capito è che con questa ultima legge non dobbiamo temere la liberizazzione (e spero tanto che lo stato abbia capito che sarebbe un omicidio/suicidio)…ma l umento a livello nazionale delle licenze!!.,mentre prima decidevano i vari comuni ora anche lo stato può intervenire!! E decidere a suo piacimento se aumentare in base a una percentuale nazionale su tutti i comuni…

  18. Marco, (stavolta un pò più lungo del solito, sto trasmettendo il virus ?). Io so che tu sai e tu sai che io so (o crediamo di sapere !), sono lieto dei tuoi commenti qui e nei blog che in grandissima parte condivido. Speravo e credevo che il dibattito posto su Taxi TPL avrebbe coinvolto maggiormente i tassisti. Ennesima e amara delusione. Se così è, allora continuiamo, come tutti i -assisti a vivacchiare sperando che coloro che approfittano giorno dopo giorno, sempre di più, della nostra incompetenza, frivrolezza, superficialità e passivismo, in segno di benevolenza e generosità, ci concedano qualcosina, almeno le briciole, tipo le corse semi-sociali per i carissimi signori (e) della terza età (non me ne vogliano se li porto solo ad esempio, li amo). Mi chiedo e vi chiedo carissimi colleghi (esclusi Marco e Leonardo), Vi domandate mai perchè tanti anni fa, fare il tassista era (fu) un lusso, sia per la mera economia, ma soprattutto per la qualità dell’attività e della vità ?

  19. Scusate ma l’attuale decreto leg che ci tiene fuori dalla liberalizazzione si può cambiare in modo di ributtarci nella mischia??qst decreto qnt e’durato 2 mesi???e poi mi spiegate a parte noi cosa verrebbe liberalizzare????l’atm????non capisco !!

  20. ziofabri » Decidere a suo piacimento se aumentare in base a una percentuale nazionale su tutti i comuni, è un’azione da dementi! In tale caso lo Stato diventerebbe un accentratore di ruoli nei quali finirebbe per affogare perchè impossibilitato fisicamente a esercitarli. Il decentramento a Comuni, Provincie e Regioni è necessario perchè lo Stato non arrivi a collassare… ammesso che a qualcuno ancora interessi che questa povera Italia sopravviva!

  21. Rimini 77 » Nessuna legge è eterna, ma può essere soggetta a modificazioni. Nei servizi pubblici non c’è solo ATM che è un servizio di TRASPORTO, ma altre numerose e diversificate attività

  22. pizzom non te la devi prendere per quello che scrivono su quel blog..purtroppo le persone non hanno più rispetto per il lavoro altrui ( non solo per il tassista ) e provano un’intima soddisfazione nel vedere “star male” gli altri..l’egoismo e l’invidia sono dei mostri che mangiano l’anima e finiscono per rendere il corpo vuoto!!!

  23. mi sembra strano che tra i 20/30 sindacati esistenti tra di noi nessuno si sia fatto vivo a ragguagliarci.Si è riusciti a far considerare reddito la cessione di una licenza( o concessione) e far pagare migliaia di euro nell’incapacita’ di tutelare i loro iscritti.Sarebbe meglio che tornassero a fare i tassisti e non si assumano competenze che solo dei validi avvocati amministrativi hanno.

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