Pericolo sempre in agguato, non dimenticarlo!

coltello_schiena-6Due commenti di oggi, riuniti in un post per ricordare a tutti coloro che si sentono al sicuro, che non più di un mese fa TaxiStory raccoglieva grida di dolore e messaggi di disperazione da più parti. Vi vedo molto tranquilli ora, forse avete scelto la comoda condizione di buttare tutto alle spalle e di dimenticare. Pensateci bene: potrebbe essere un scelta irresponsabile.

Pollice in su Per il momento il pericolo è passato ma per quanto tempo….? La domanda che mi pongo e che non mi fa dormire è che dopo le varie autocelebrazioni  dei sindacati per la vittoria, cosa stanno facendo per far si che l’anno prossimo e sempre in agosto non siamo punto e a capo…..? Capisco che la cosa non sia di facile soluzione però penso che proprio ora che la questione è conclusa ci sia il tempo per pensare non arrivando ad agosto, magari del 2012… Spero che i MAYA non pensassero proprio a noi riguardo alla fine del mondo, l’ultima categoria ancora con un briciolo di libertà… (Mauro)

Pollice in su Bravo Mauro! Condivido tutti i tuoi dubbi e provocatoriamente faccio notare che i Maya non esistono più. Solo per dire che forse vivevano tranquilli ritenendo impossibile un mondo senza di loro. E’ la stessa fine che rischiamo noi. C’è troppa fiducia in giro, servirebbe invece chiedere conto maggiormente ai rappresentanti sindacali. Cosa stanno facendo? Come si stanno muovendo? Se vanno a proporre qualcosa, cos’è? Si può saperlo prima e dire se siamo d’accordo o no?

Il problema è che c’è anche chi diffonde messaggi di estrema tranquillità, manifestando soddisfazione; è chiaro che molti colleghi si sentano rassicurati. Perché in fondo ciò che tutti vogliamo è proprio stare finalmente tranquilli. Ma se leggete le notizie c’è poco da stare tranquilli. L’istituto Bruno Leoni ha pubblicato ieri il suo studio annuale sulle liberalizzazioni e s’immagina facilmente quali siano le conclusioni. Oggi Tremonti ha detto che si potrebbe procedere con delle liberalizzazioni “alla greca”. Con un governo in bilico come l’attuale, non mi sento molto tranquillo, ma ripeto, l’attenzione deve partire da noi e sempre noi; dobbiamo bussare alle porte dei vari sindacati di categoria per sapere cosa accade e come si sta gestendo la vertenza. Non tuffiamoci nel rutilante mondo della moda, senza altro pensiero per l’incasso, perché rischieremmo soddisfazioni di breve durata e delusioni lunghissime. (Luca)

20 commenti

  1. in effetti, ad agosto eravate con l’acqua alla gola, ed è mezza finita bene. Ora dovreste organizzare un piano per riuscire a “sprecare” meno in manutenzione ed acquisto auto e, perchè no, in carburante (interessanti le imminenti diesel-ibride Peugeot e Volvo, altro che le prius), ad esempio; se riusciste a contenere i costi, si potrebbe o abbassare le tariffe (ma bisognerebbe anche prevedere della pubblicità per informare le persone, altrimenti il luogo comune del taxi caro, rimarrebbe) o migliorare il servizio tenendo lo stesso prezzo attuale. Prima o poi la categoria tornerà in mezzo a qualche ciclone se non si da qualche segnale di volersi innovare. Meglio farlo a modo vostro/nostro, piuttosto che a modo di qualche industriale…

  2. Padrino » Ci siamo ancora in mezzo al ciclone, la sòra Emma tuona tutti i giorni dal balcone di Confindustria che il governo ha perso il treno delle liberalizzazioni. Abbiamo vinto solo una *****. Siamo ancora in *****.

  3. Hai proprio ragione : questo è proprio il momento di fare qualcosa.
    Non è più secondo me il tempo di nascondere la testa sotto la sabbia sperando che niente possa succederci.
    Sono convinto che ci sono dei colleghi che neanche sanno del pericolo che hanno per il momento scampato.
    Bisogna assolutamente fare qualcosa di concreto x informare la collettività, ma soprattutto i nostri clienti che una liberalizzazione sarebbe solamente controproducente x loro e x tutti.
    Solo ieri su radio24 un economista americano diceva che, tra le altre cose ,in Italia non si va da nessuna parte senza le necessarie liberalizzazioni ad es. notai e taxi(piu o meno alla pari).
    Dicevo che manca informazione sul nostro servizio : bisogna che la gente sappia che il servizio è regolamentato dal comune e che in alcuni gravi casi lo stesso può sospendere o addirittura revocare la licenza; che le tariffe sono concordate con il comune; e che tutto ciò non può che essere una sicurezza e una certezza x il cliente(d’altra parte ci sarà stato pur un motivo per il quale l’UE ha lasciato fuori i taxi dalle liberalizzazioni).
    Comunque questo è solo un esempio di ciò che la gente deve sapere e per saperlo bisognerebbe che si organizzassero dei convegni o che si facessero delle interviste sui giornali x informare a cosa andrebbero in contro gli utenti taxi in caso di liberalizzazione.
    Si dovrebbe anche far sapere a cosa andrebbero incontro le nostre città già intasate adesso di traffico e smog.
    Altra cosa da fare, sempre secondo me ovviamente ,sarebbe quella di coalizzarci anche con i tassisti di  altri stati forti non liberalizzati (vedi as es. Francia)
    Ma di cose se ne possono e si devono fare e in fretta pure.

  4. E’ ovvio che non abbiamo vinto un bel niente come e’ anche ovvio che e’ solo questione di tempo ma prima o poi qualche “eroe” si mettera’ contro di noi come si deve e probabilmente otterra’ qualcosa. Ma cosa dovremmo fare quindi? Per fare la guerra devi avere un nemico altrimenti ti fai male da solo, per adesso non possiamo fare nulla, certo se qualcuno ha qualche idea la esponga e ne parliamo


  5. Marco:

    Padrino » Ci siamo ancora in mezzo al ciclone, la sòra Emma tuona tutti i giorni dal balcone di Confindustria che il governo ha perso il treno delle liberalizzazioni. Abbiamo vinto solo una *****. Siamo ancora in ****.

    …seconde me sto padrino è un infiltrato…mi sembra troppo interessato a sentire le nostre voci,e sinceramente non lo capisco dal momento che non esercita la professione.

  6. (omissis) Per quanto riguarda la liberalizzazione, ci penso eccome… e le prossime politiche si avvicinano…. sperando che non cambi qualcosa prima…..

    Nota del webmaster: cercate di non andare off-topic con argomenti che non c’entrano nulla con il contesto del post, grazie.

  7. federtaxi/cisal milano è disponibile a partecipare a incontri che coinvolgono la categoria con proposte per lo sviluppo e difesa del nostro lavoro,purtroppo ci si attiva solo quando si ravvisano pericoli e rammento che assemblee unitarie non avvengono da dec ine di anni e la categoria senza le necessarie informazioni si muove scompostamente.ringraziamo taxistory per la fattiva opera a sopperire alla mancanza di notizie

  8. io, non dimentico,come non ho dimenticato Bersani nel 2006. Sono sempre in allerta fino a quando avrò questa licenza!(per almeno altri 20 anni heheheh)


  9. baccala:

    Marco:Padrino » Ci siamo ancora in mezzo al ciclone, la sòra Emma tuona tutti i giorni dal balcone di Confindustria che il governo ha perso il treno delle liberalizzazioni. Abbiamo vinto solo una ****. Siamo ancora in ****.

    …seconde me sto padrino è un infiltrato…mi sembra troppo interessato a sentire le nostre voci,e sinceramente non lo capisco dal momento che non esercita la professione.

    A me invece pare proprio di aver esposto un’idea (non mi pare di aver mai posto una domanda).
    Infiltrato? No, è semplicemente internet. Se uno che nel breve termine dovrebbe diventare un collega (o un “cugino”, visto che non disdegno nemmeno gli ncc) lo definisci un infiltrato, allora non hai la minima idea di quello a cui serve internet, i blog ed i forum.

  10. …il pericolo è sempre in agguato,ma io vorrei capire come possono pensare alle liberalizzazioni se poi passo giornate come oggi in mezzo ad un traffico da paura ,mi sarò bloccato non so quante volte senza poter raggiungere i clienti per non aggiungere le tre dove non ho trovato nessuno….vogliono scatenare una ****???? bene,liberalizzino pure e poi si vedrà cosa ne viene fuori . 🙂

  11. Bisogna far capire alla gente che anche negli stati dove ci si riempie la bocca con il termine liberalizzazione, poco è libero. Per esempio New York: un medaglione (licenza taxi rilasciata dal comune) costa 500 mila dollari (transazione di luglio). Da nessuna parte (credo) uno compra un pappagallo lo mette sulla macchina e diventa taxi. Forse un esempio c’è stato in passato in Egitto (leggi libro Taxi di Khaled el Khamissi. ) Nel 92 il governo ha deciso che tutte le vetture immatricolate prima di un certo anno (non ricordo quale) potevano diventare taxi. In poco tempo 80mila taxi hanno invaso le strade del Cairo (23 milioni di abitanti fra città e cintura metropolitana). Però adesso se vai al Cairo e vuoi fare il taxista ci vuole la licenza. Poi ci sono le esperienze fallimentari di Amsterdam, Barcellona e oggi Dublino a cui noi dobbiamo sempre fare riferimento per informare la gente.

  12. Ecco la posizione del Fatto Quotidiano….

    ll Fatto Quotidiano di domenica 25 settembre 2011,

    pagina 8

    I taxisti che tengono in pugno il Pdl: vietato aumentare la concorrenza

    di Martini Daniele

    ALTRO CHE LIBERALIZZAZIONI I TAXISTI CHE TENGONO IN PUGNO IL PDL: VIETATO AUMENTARE LA CONCORRENZA di Daniele Martini Contrordine: la liberalizzazione delle auto a noleggio non si deve fare. Firmato Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato.

    I taxisti non la vogliono e i taxisti non possono essere scontentati perché soprattutto a Roma sono una potenza, una falange elettorale del centrodestra. Alle ultime votazioni hanno prima regalato a Gianni Alemanno una campagna elettorale capillare e ambulante, con tanto di slogan sulle auto bianche, e poi gli hanno portato decine di migliaia di voti, compresi quelli dei familiari. Con loro il Pdl ha un debito di riconoscenza che non può ignorare.

    Al TAXISTI romani capitanati da Loreno Bittarelli, il capo del famoso 3570, i 60 mila noleggiatori italiani non piacciono, per un motivo semplice: fanno concorrenza e alla maggioranza dei taxisti la concorrenza fa venire l’orticaria. Non potendo eliminarli, fanno di tutto perché restino confinati nella loro nicchia. Stando così le cose, a metà agosto aveva sorpreso parecchio che nel testo del decreto per l’aggiustamento dei conti spun-risse una norma preparata dalla maggioranza a favore della liberalizzazione delle auto a noleggio, una liberalizzazione prudente e parziale, per carità, che non metteva in discussione il privilegio dei comuni di concedere o negare le licenze, ma pur sempre un passo avanti. Quel testo sanciva la soppressione del principio di “territorialità” che è uno dei capisaldi invocati dai taxisti per tenere a bada la concorrenza. Territorialità significa che le auto a noleggio non devono sconfinare rispetto alla zona del comune dove hanno ottenuto l’autorizzazione: se a un noleggiatore della costiera amalfitana, dove i sindaci sono di manica larga nella concessione delle licenze, gli salta in testa di lavorare anche a Roma, non può. L’Antitrust ha detto più volte che questo divieto costituisce una limitazione alla libera concorrenza, ma per i taxisti e i politici che li proteggono, i moniti dell’Antitrust sono come prediche noiose.

    DANNEGGIATI sono i clienti, i cittadini ai quali dovrebbe essere garantito il diritto di spostarsi con la libertà di scegliere su quale mezzo. Anche d’inverno, nei giorni di pioggia, nelle ore di punta, quando i taxi nelle grandi città è come se scomparissero. I noleggiatori rivendicano il loro status di piccoli imprenditori e quindi invocano il rispetto delle direttive europee a favore della libertà di impresa e di stabilimento. Ma a questo governo le direttive europee fanno il solletico. Perfino le massime istituzioni, Camera e Senato, fanno orecchie da mercante equando si tratta di preparare i bandi di gara per le auto a noleggio per i parlamentari inseriscono la clausola che devono essere di Roma, cioè pretendono il rispetto scrupoloso del principio di territorialità. Per questo era sembrato bizzarro che a metà agosto qualche spericolato della maggioranza avesse inserito nella manovra una norma a favore della libertà di impresa dei noleggiatori di auto. Ma è durato poco, qualche settimana e poi dal testo finale quello sgarbo ai taxisti è scomparso, cancellato. Come tutte le sconfitte che sono orfane, nessuno sa con certezza chi sia stato l’imprudente che ha osato inserire la norma a favore della concorrenza. Eal contrario siccome la vittoria ha tanti padri, si sa benissimo chi sono gli artefici della frettolosa retromarcia anticoncorrenziale: Gasparri referente politico e ispiratore del dietrofront e Angelo Maria Cicolani, ingegnere reatino Pdl, “esperto” di trasporti, estensore materiale dell’emendamento che rimette le cose al loro posto. Ma se era scontato che Gasparri corresse ai ripari, impedendo che qualcuno nella sua maggio- ranza osasse violare la riserva indiana dei taxisti romani, il nome di Cicolani ha prodotto un certo scalpore tra gli esperti. Nell’annosa polemica sui taxisti, Cicolani era considerato una specie di mosca bianca della maggio- ranza perché qualche anno fa presentò un testo di liberalizzazione che divenne un punto di riferimento perfino per l’opposizione. Tanto che un parlamentare del centrosinistra, Antonello Falomi, scrisse una proposta di legge che sembrava ricalcata su quella di Cicolani e alla fine i due testi furono addirittura accorpati. Ma in tempi tanto perigliosi per il centrodestra anche Cicolani ci ha ripensato: meglio mettere da parte i principi e badare ai voti.

    ANCHE L’EUROPA può attendere. Rispondendo nella primavera del 2008 all’italiana Federnoleggio che per l’ennesima volta denunciava il principio della territorialità come una limitazione della concorrenza, Antonio Tajani, Pdl, allora commissario europeo ai Trasporti, inviò una lettera al governo Ber-lusconi per chiedere spiegazioni. “Stiamo abolendo le norme sulla territorialità” gli risposero solerti. Si è visto come.

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