La BCE all’Italia: liberalizzare tutto e subito!

trichetSe non è un programma di governo, poco ci manca. Ci manca per l’esattezza giusto l’intenzione di pubblicare quel testo, nel quale Jean-Claude Trichet e Mario Draghi hanno di fatto indicato all’Italia la strada da prendere. La lettera dell’attuale presidente della Banca centrale europea e di colui che gli succederà dal primo novembre è stata scritta e recapitata fra giovedì e venerdì. L’accordo fra le parti era di mantenerla riservata, ma più ne emergono i dettagli, più è chiaro che c’è un limite al segreto che si può stendere su un programma di governo.

Perché nel messaggio che i due banchieri centrali europei hanno recapitato a Silvio Berlusconi non c’è solo l’accenno a una direzione di marcia. Era chiaro da giorni che la Bce era in grado di dettare il passo all’Italia, se il governo voleva l’aiuto di Francoforte con interventi sui titoli di Stato. Ma il livello di dettaglio della lettera deve aver stupito anche chi l’ha ricevuta: ci sono le misure da prendere, c’è il calendario secondo cui andrebbero applicate e non mancano neanche gli strumenti legislativi che la Bce chiede che il governi adotti: i più celeri e i più efficaci. Del resto la stessa dichiarazione franco-tedesca di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel di ieri sera chiede all’Italia di varare in parlamento le misure già annunciate «entro settembre».

Sulle liberalizzazioni in tutta la struttura dell’economia italiana, si scopre così che l’Eurotower suggerisce a Berlusconi di procedere per decreto, in modo da accelerare. Si tratta di un punto sensibile, perché molti a Francoforte trovano che proprio sull’apertura del mercato l’impegno del premier e del ministro dell’Economia Giulio Tremonti resti debole, generico e imperniato su tempi troppo lunghi. Altrettanta urgenza emerge nella lettera di Draghi e Trichet sul tema delle privatizzazioni: si parla di cessioni anche per le società pubbliche locali e si chiede di avanzare il più rapidamente possibile. Con ogni probabilità non è furia ideologica, quella di Draghi e Trichet: è una constatazione di opportunità.

Un anno e mezzo fa la Grecia, già sotto attacco, evitò di mettere mano alle cessioni delle partecipazioni dello Stato per non affrontare l’opposizione dei sindacati e delle clientele politiche. Così Atene perse tempo prezioso e, quando di recente si è arresa all’obbligo di privatizzare, le attività da mettere sul mercato valevano ormai la metà di ciò che il governo avrebbe potuto incassare un anno prima. Anche per l’Italia privatizzare da subito o farlo dal 2013 non è uguale, manda a dire la lettera della Bce a Berlusconi. Perché il 2013 è un anno importante: da venerdì scorso è per allora che il governo, convinto dall’Eurotower, punta al pareggio di bilancio. Si tratta di uno sforzo paragonabile a quello compiuto per l’ingresso nell’euro nel ’96-97. Ed è chiaro che la Bce vuole che il governo lo distribuisca su più anni, senza lasciare gran parte dell’impegno ai nove mesi successivi alle elezioni politiche, se la legislatura arriverà al suo termine naturale.

C’è poi un punto in più, nella lettera «segreta» recapitata da Trichet a Berlusconi. È forse il più delicato perché riguarda il mercato del lavoro, un settore storicamente rimasto fuori dalle competenze europee. Ma stavolta Trichet ci entra e lo fa nei dettagli: meno rigidità nelle norme sui licenziamenti dei contratti a tempo indeterminato, interventi sul pubblico impiego, superamento del modello attuale imperniato sull’estrema flessibilità dei giovani e precari e sulla totale protezione degli altri, una contrattazione aziendale che incentivi la produttività.

È un programma di governo, quello di Trichet, che non ha nulla di improvvisato. È una sintesi delle analisi sull’Italia che moltissimi, non solo a Francoforte, condividono da tempo. Ma ha un potente strumento di persuasione: se l’Italia disattende il merito della lettera, può scordarsi l’intervento della Bce per sostenere i titoli di debito del Tesoro. Se ne applica i «suggerimenti», può invece sperarci. Non è una garanzia, ma è tutto ciò che resta sul piatto quando ci si è trascinati fino a questo punto.

fonte: corriere.it 8/08/2011

 

34 commenti

  1. probabilmente mercoledì e giovedì sapremo dove si va a parare,io la vedo brutta e sento anche che ci sono pochissime possibilità di scamparla stavolta,se mettono le carte in tavola e dicono i taxi sono liberalizzati e la BCE dice noi vi aiutiamo solo se non cambiate idea su quello che avete deciso e quindi tutto libero,beh non vedo come si possa lottare e,sopratutto,contro chi,qui il nemico è dovunque

  2. Ma in poche parole la liberalizzazione nel settore taxi e complicata perché e un mestiere non definito ha un sistema tariffa a tassametro una tariffa stabilita da comune e regione sentita la categoria una Aut. Comunale a quantità in base gli abitanti cioè ci Sara qualche esperto piu di me che capisca di queste cose che palle con questo termine (liberalizzazioni) la gelateria puo liberalizzare no il taxi ma i nostri sindacati che cosa gli spiegano ai politici !!!!

  3. purtroppo gli eventi sono precipitati. con il pretesto dei mercati, ci sono dei signori che ne approfittano per imporre le politiche che hanno sempre voluto fare. mi riferisco a trichet e draghi, della BCE. vi ricordate quante volte draghi ha blaterato sulle liberalizzazioni? ecco, ora ce le impone. e la cosa più assurda è che questa gente DECIDE SENZA ESSERE STATA ELETTA DA NESSUNO. un governo ha almeno preso dei voti, ma questi tecnocrati non li ha votati nessuno. eppure stanno facendo le veci della politica, impostando la politica economica dei governi. la cosa ancora più triste è che qui c’è gente che applaude, perché non aspettava altro che qualcuno imponesse certe decisioni senza perdere tempo in discussioni. qui si vuole modificare lo statuto dei lavoratori, far saltare il sistema pensionistico, liberalizzare: tutti provvedimenti che comportano un’elevata conflittualità sociale. e che sarebbero da discutere con calma. invece, con il totale accordo della politica e, ahimè, dei sindacati, si fa saltare il banco. dispiace dirlo, ma tira aria da vera e propria dittatura. in fondo non è mica necessario che siano i militari, i fascisti o i comunisti a farla. in questo caso sono alcuni signori, banchieri e tecnocrati, che stanno scavalcando la politica per decidere il da farsi. per quanto riguarda i taxi, credo non possano esistere più dubbi sulla sorte che ci stanno cucinando. mi chiedo se qualcuno dei nostri, magari senza clamore, sia nei pressi del cuoco per vedere se non si riesca almeno a non preparare una pietanza troppo indigesta. certo è che abbiamo lasciato trascorrere il tempo senza affrontare il pericolo. da bersani in avanti non abbiamo voluto riconoscere che il problema era sempre lì davanti a noi. e ora che la questione è diventata addirittura internazionale sarà dura combattere e portare a casa qualcosa di buono. l’unico modo è convincersi finalmente che tutti noi siamo sulla stessa barca e che dobbiamo unirci alla ricerca del modo migliore per fronteggiare una probabile liberalizzazione. vogliono aprire alla concorrenza? vogliono fare grande imprese taxi? scusate, ma noi non siamo già cinquemila? e se la piantassimo di essere frazionati in quattro o cinque radiotaxi o orgogliosamente senza radio per confluire tutti in un qualcosa di comune che possa darci la forza di resistere? ognuno di noi, da solo contro montezemolo non ce la fa di certo. ma se fossimo tutti e dico tutti uniti, non credete che forse potremmo provarci? perché tutto il resto, blocchi, manifestazioni, proteste, potremo farlo per uno o due mesi, poi temo che le cose andrebbero comunque avanti.

  4. E i colleghi che hanno comprato il mese scorso si trovono liberalizzati che fanno?????meglio non pensarci!!!!

  5. Purtroppo non e’ possibile non pensarci,e le forme di lotta classiche, per quanto dure col tempo diminuiranno, alcuni vorranno andare avanti a lottare ma altri preferiranno, per svariati motivi, andare avanti a lavorare e buonanotte. I sindacalisti poi meglio stendere un velo su questi personaggi occupati a difendere i loro orticelli, quando devono occuparsi ( costretti da noi) di queste cose li vedi spaesati e scocciati, completamente inutili

  6. Vediamo che succede, vedrete che giovedì o venerdì sapremo il contenuto dell’eventuale decreto. Visto il lavoro che c’è in giro, possiamo iniziare subito uno sciopero ad oltranza.
    Sicuramente se mi fottono la licenza non sto a guardare in silenzio.

  7. perché tutto il resto, blocchi, manifestazioni, proteste, potremo farlo per uno o due mesi, poi temo che le cose andrebbero comunque avanti… luca ti rispondo io…due mesi di blocco,manderebbero in tilt il sistema con una perdita di milioni di euro senza contare che anche la gente comune vorrebbe che il governo risolvesse la questione con noi…se lo stato vuole questo glielo daremo,io ho speso una cifra e ripeto non me ne starò con le mani in mano a farmi rovinare da sti burocrati miliardari…..uniti sempre

    .

  8. Il lavoro è il pilastro fondamentale su cui si basano le nazioni e le società. In Italia la Costituzione tutela una serie di diritti dei lavoratori:

    . L’art. 1 stabilisce che L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
    . L’art. 35 tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni curandone anche la formazione e l’elevazione professionale.
    . L’art. 36 sancisce il diritto del lavoratore ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
    . L’art. 37 estende alla donna gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Il Codice civile all’art. 2110 tutela anche il periodo di gravidanza e di puerperio.
    . L’art. 38 tutela l’assistenza sociale e le forme di previdenza.
    . Il diritto di sciopero è garantito dall’art. 40 ed è regolato dalle leggi.
    . L’art. 41 è un crocevia nel quale si incontrano le esigenze del capitale e la sicurezza nel lavoro: l’iniziativa economica privata è libera, ma non può recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. L’art. 2087 del Codice civile stabiliva già l’obbligo di sicurezza del datore di lavoro.
    L’art. 46 prevede, ai fini dell’elevazione economica e sociale del lavoro, il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende secondo quanto stabilito dalle leggi.

  9. Come riferimento alla modifica dell’articolo 41 della costituzione italiana per le tempistiche si può fare “riferimento” a questo stralcio del corriere:

    Meno difficile è, invece, il lavoro per le modifiche della Costituzione. Le proposte di legge che il governo metterà in campo saranno due. La prima con la modifica dell’articolo 41 sulla libertà d’impresa e il nuovo articolo 81 per prevedere espressamente il vincolo del pareggio di bilancio. Esistono delle tracce dei testi di legge che dovrebbero essere approfonditi questa settimana nel corso di una riunione ristretta tra i ministri. La seconda proposta di legge riguarda invece la riforma dell’assetto istituzionale dello Stato, con la riduzione del numero dei parlamentari, la trasformazione del Senato in organismo di rappresentanza federale. Per le due proposte di legge di modifica della Carta i tempi non saranno brevissimi, ma neanche troppo lunghi. I testi potrebbero infatti essere messi a punto nel mese di agosto e presentati alla riapertura delle Camere.

  10. la bce decide di comprare i titoli italiani in cambio di un’accelerazione da parte del governo in materia di privatizzazioni,liberalizzazioni,riforma dello statuto dei lavoratori.il corriere della sera affida i suoi editoriali nell’edizione del 08/08 a due autorevoli soggetti:alberto alesina e piero ostellino.scelta non casuale dato che entrambi sono liberisti mentre nessuno spazio è stato concesso a chi liberista non è.alesina è professore universitario autore di libri e grande collaboratore di quel giavazzi assieme al quale all’epoca del decreto bersani dalle pagine del corriere e dalle televisioni sparava a zero contro la lobby dei tassisti.memorabile,durante una trasmissione dell'”infedele”,quando i due professori affermavano che per svolgere il servizio taxi non occorreva una licenza ma una macchina con quattro ruote.il duo delle meraviglie auspicava un’italia e un’europa liberista al pari dell’america targata reagan e a una politica di rigore tatcheriana.alesina nell’odierno editoriale confonde ciò che per lui è interesse privato,secondo me bene pubblico,con ciò che lui ritiene essere bene pubblico(per me interesse privato).ostellino è un giornalista nato nel 1935 che,pur augurandogli lunga vita,detta le ricette,a un passo dal passar a miglior vita,ai governanti che dovranno decidere del ns futuro.ora che cominciamo a informarci e a capire cosa sia il liberismo leggere questi editoriali ci porta a capire che razza di economisti possano uscire dalla bocconi.se potete vi invito a riascoltarela trasmissione “nove in punto”andata in onda su radio 24 lunedì 08/08/2011.ospite della trasmissione,il tema era liberalizzazioni e privatizzazioni,il signor catricalà garante per la concorrenza.tra le numerose domande degli ascoltatori anche quelle di un collega romano.ascoltate le risposte e giudicate voi.

  11. alberto » ricordo perfettamente tutto quello che hai citato e tiringrazio per il modo molto garbato che hai usato per trattare un argomento che fa perdere la pazienza. Per quanto riguarda la Bocconi, era consuetidine fino a una decina di anni fa chiamare “Bocconiano” una persona con particolari tratti caratteriali… Non sempre dare a qualcuno del Bocconiano era indice di grande stima!

  12. Claudio » pensa che abbiamo politici che con la costituzione si pulirebbero il xxxx. Lo avevano già detto con la bandiera italiana! Queste persone hanno in mano – assieme a fidati compari – in destino dell’Italia. Poveri noi.

  13. A mio modesto modo di vedere vi propongo il possibile scenario che riguarderà la nostra categoria una volta entrata in vigore la liberalizzazione:NEL BREVE TERMINE(tre anni) chiunque avrà a disposizione una cifra di circa 20/30mila euro potrà accedere alla professione, nel frattempo chi come noi è già dentro si troverà ad avere ana licenza pari a carta straccia xchè i vecchi colleghi già stanno svendendo e chi vuole entrare non deve fare altro che aspettare per accedervi a costo zero.NEL MEDIO TERMINE,(cinque anni) avremo nelle piazze un numero sovrabbondante di taxi non ci sarà lavoro x tutti ed in tanti rinunceranno,quelli entrati con le liberalizzazioni si renderanno conto di non aver trovato l’ eldorado e chiuderanno e i colleghi entrati magari 5 anni fa si troveranno rovinati dai mutui accesi a suo tempo dalle tasse e dai costi di esercizio e chiuderanno anche loro.NEL LUNGO TERMINE(oltre 10 anni) chi avrà la forza psicofisica ma soprattutto economica di resistere si troverà a dover far parte di associazioni a cui avranno girato la loro licenza in cambio di agevolazioni che permetteranno al taxista uno stipendio appena sufficente.Queste associazioni una volta in possesso di svariate licenze ed essendo in realtà di proprietà di poteri economici forti,faranno in modo di riregolamentare la professione rendendola di fatto inaccessibile al singolo e di conseguenza chiusa a pochi soggetti che creeranno un cartello a discapito dell’utenza e di quei tassisti ridotti oramai in schiavitù.Volete un esempio pratico di quello che ho scritto??? New York ; taxisti schiavi e licenze che costano oltre i 500.000 dollari !!!!

  14. @luca, perché tutto il resto, blocchi, manifestazioni, proteste, potremo farlo per uno o due mesi, poi temo che le cose andrebbero comunque avanti.

    Proviamo a non caricare a Linate e Fiumicino e in Stazione centrale per un mese, verdrete che qualcosa si muove e anche velocemente, magari poi si guasta casualmente, sottolineo casualmente anche la 73…..
    con tutte le buche che ci sono i pneumatici si possono forare….

  15. Per pura curiosità provate a fare una ricerca su google digitando: grecia goldman sachs draghi.
    Dal 2002 al 2005 draghi è stato vicepresidente e membro del management committee worldwide della goldmana sachs, dal 2006 è governatore della banca d’Italia, nel febbraio 2007 la stessa banca d’Italia pubblica uno studio dal titolo:“il servizio di Taxi in Italia: ragioni e contenuti di una riforma”


  16. majin:

    probabilmente mercoledì e giovedì sapremo dove si va a parare,io la vedo brutta e sento anche che ci sono pochissime possibilità di scamparla stavolta,se mettono le carte in tavola e dicono i taxi sono liberalizzati e la BCE dice noi vi aiutiamo solo se non cambiate idea su quello che avete deciso e quindi tutto libero,beh non vedo come si possa lottare e,sopratutto,contro chi,qui il nemico è dovunque

    ….. bisogna *** le città e basta,questi hanno rotto il ca**o,toccassero i loro stipendi e i loro lavori,ma avete visto tremonti e bossi in montagna come ridevano ed erano contenti????…quelli di problemi non ne hanno e dobbiamo essere noi poveracci ad averli…è ora di finirla.ma io mi domando,ma possibile che uomini come me,debbeno continuare a decidere la mia,vostra vita?… ma dove siamo,sotto una dittatura???…altro che londra……

  17. La BCE impone quasi in maniera dittatoriale,non lascia margini.Mi chiedo?devo senza replicare essere sodomizzato per il bene del pianeta?
    Draghi conosce quale tipo di realtà fino a ieri il notaio mi ha fatto conoscere quando firmo il passagio di propietà? Mi viene da pensare che il sistema fosse legalizzato ed ora mi fanno passare per ladro.IO non ci stò.

  18. dani65 » Mi pare che già da tempo qualcuno qui sul blog suggerisce di munirsi di vaselina. Uomo avvisato… 😉

  19. Perche’ il sig.Draghi non propone la stessa eicetta ai Francesi??? si ritroverebbe una aupposta nel C..O. Forti coi deboli deboli coi forti?? Non dobbiamo farci intimidire gli Italiani possono e devono essere piu’ Cazzuti dei Galletti Francesi dimostramo di avere le PALLE…. Esprimete il vostro parere,fate girare la VOCE bisogna essere pronti a tutto senza SE e senza MA Gianni


  20. davide:

    Volete un esempio pratico di quello che ho scritto??? New York ; taxisti schiavi e licenze che costano oltre i 500.000 dollari !!!!

    Ma sappi che a NY vige il sistema misto: le licenze possono essere di proprietà dell’autista oppure di una società che le affitta agli autisti.
    Questi ultimi se la passano, è vero, maluccio, ma gli autisti/owners (proprietari di licenza) fanno un lavoro di cui sono abbastanza soddisfatti (vedi diversi blog).
    E questo perchè, nonostante il sistema non sia perfetto, ha una grande qualità: il CONTINGENTAMENTO delle licenze!
    E’ questa la cosa alla quale non si dovrebbe rinunciare, non altro.


  21. EdBologna:


    davide:

    Volete un esempio pratico di quello che ho scritto??? New York ; taxisti schiavi e licenze che costano oltre i 500.000 dollari !!!!

    Ma sappi che a NY vige il sistema misto: le licenze possono essere di proprietà dell’autista oppure di una società che le affitta agli autisti.
    Questi ultimi se la passano, è vero, maluccio, ma gli autisti/owners (proprietari di licenza) fanno un lavoro di cui sono abbastanza soddisfatti (vedi diversi blog).
    E questo perchè, nonostante il sistema non sia perfetto, ha una grande qualità: il CONTINGENTAMENTO delle licenze!
    E’ questa la cosa alla quale non si dovrebbe rinunciare, non altro.

    New York non è neanche lontanamente paragonabile alle città italiane e a Milano in particolare, qui si parcheggia ovunque in doppia tripla fila e l’abitudine di andare a comprare le sigarette in macchina non ce la toglierà mai nessuno. In più se hai una Ferrari o una Lamborghini puoi anche, di fatto anche se non di diritto, parcheggiare in Montenapoleone che non ti multa nessuno.
    Siamo un altra realtà dove aumentare il numero di taxi equivale ad impoverire e imbarbarire il servizio.

  22. New York non è neanche lontanamente paragonabile alle città italiane e a Milano in particolare, qui si parcheggia ovunque in doppia tripla fila e l’abitudine di andare a comprare le sigarette in macchina non ce la toglierà mai nessuno. In più se hai una Ferrari o una Lamborghini puoi anche, di fatto anche se non di diritto, parcheggiare in Montenapoleone che non ti multa nessuno.
    Siamo un altra realtà dove aumentare il numero di taxi equivale ad impoverire e imbarbarire il servizio.

    Assolutamente d’accordo, se si facesse rispettare le regole, (seriamente), il ns. lavoro aumenterebbe almeno del 30% con logico trend positivo +veloce, + corse, -spesa per il cliente etc..

  23. Quello di cui stiamo parlando non c’entra nulla con l’oraganizzazione del traffico nelle diverse città.
    Infatti il sistema misto esiste a NY come in molte città del sudAmerica, dell’Africa e, soprattutto, Europa: mi sembra che pure Francia e Germania permettano la costituzione di società di taxi.
    Il fatto è che, anche un sistema misto di autisti proprietari+autisti dipendenti, non ha nulla a che vedere col numero dei taxi in circolazione.
    Vedi, ad es., Barcellona:
    il numero totale delle licenze lo decide l’amministrazione, che poi dice “una licenza se la può intestare una persona fisica (autista) oppure una persona giuridica (società), in quest’ultimo caso la p.g. può avere quante licenze vuole, con la limitazione però che il numero di licenze intestate ad eventuali p.g. non può superare il 20% del totale delle licenze e che una singola p.g. non può possedere oltre il 50% di tutte le licenze intestate a p.g.” (non ricordo esattamente se le percentuali sono queste, ma sul web si trova il regolamento taxi catalano).
    Questo perchè?
    Perchè anche a Barcellona si rendono conto (è stato dimostrato) che i taxisti/proprietari svolgono un servizio in media migliore dei taxisti/affittuari di licenza, per questo limitano la libertà di chi “ha i soldi” di trasformare il servizio in un loro monopolio (anche nel “fact book” del servizio taxi newyorkese si cita una ricerca che dimostra che i driver/owner fanno meno incidenti e ricevono meno lamentenele dai clienti: Bloomberg si è riservato di decidere variazioni del regolamento che incentivassero la ownership degli autisti… mi sembra cosa non da poco!)

    Però a Barcellona si rendono anche conto che la gestione “industrializzata” del servizio (con le limitazioni dette: numero di taxi e tariffe amministrate, percentuali non superabili varie ecc) funziona da “pungolo competitivo” per quell’80% di taxisti proprietari di licenza, a dare un servizio migliore.
    E’ sotto gli occhi di tutti che la 21/92 non è perfetta.

    Ho bestemmiato? 🙂

  24. EdBologna » No non hai bestemmiato, però l’Italia è uscita dal caporalato più di 30 anni fa quando è stato vietato il cumulo delle licenze e poi ha evitato la stessa disgrazia quando lo stava per fare Bersani.

    Quello che sembra che cerchino di fare Confindustria e C. è proprio il ritorno a quell’orrido sistema di sfruttamento che (in teoria) non sposa le idee di sinistra (amica del lavoratore e “nemica” del padrone) e tantomeno quelle della destra tradizionalmente conservatrice. Visto anche da un altro lato, il cumulo delle licenze porterebbe ad un aumento dei costi di gestione (ricordiamoci che il “padrone” vuole sempre vedere gli utili in ascesa) e di conseguenza l’inevitabile aumento delle tariffe, che diventerebbe inevitabile proprio per causa del potere lobbystico che hanno quei personaggi che ben conosciamo.

    Insomma, il solito papocchio all’italiana. Ma poi, perchè dovremmo cambiare, visto che il servizio taxi funziona bene (almeno a Milano è così)?

    P.S. dimenticavo: Barcellona, Barcellona… che tristezza citare quei poveri cristi di tassisti barcellonesi. Stendiamo un velo pietoso sulla loro triste vita.

  25. Non conosco, in realtà, la qualità della vita e del lavoro dei colleghi barcellonesi, ma almeno per quanto i riguarda i proprietari della licenza e del taxi, non credo sia molto diversa da quella dei taxisti italiani (tranne per il fatto che la loro città è piena di corsie riservate…).
    Anche dei newyorkesi si parla “male”, ma pure questi, se intestatari di licenza (e quindi liberi dai costi di affitto), non negano la soddisfazione (anche economica) che il lavoro gli da (altrimenti venderebbero la licenza a un broker, ai prezzi stratosferici che molti citano).
    Una nota di cinismo:
    se un’eventuale riforma del settore dovesse permettere lo sfruttamento di “nuovi occupati”, garantendo una vita decente ai proprietari di licenza, beh, me ne disinteresserei del tutto!, perchè io, come tutti qui, sarei tra quelli che diranno “Ve l’avevamo detto! chi è causa del suo mal…” non mi sentirei certo moralmente responsabile delle disgrazie altrui.


  26. Marco:

    Ma poi, perchè dovremmo cambiare, visto che il servizio taxi funziona bene (almeno a Milano è così

    Ho già detto, la 21/92 non è perfetta, non nascondiamoci dietro a un dito.
    A Milano il servizio funziona, a Bologna pure, certo (ma questa è la nostra opione, di 2 taxisti) ma i margini di miglioramento sono enormi, e non parlo di gestione del traffico, della sosta (che sarebbero le cose più impattanti, intendiamoci).
    Ci sono cose che sarebbero di esclusiva competenza dei taxisti e/o cooperative ecc
    Ad esempio, siamo daccordo che avere i radiotaxisti divisi in 4, 5, 6 radiotaxi sia un’assurdità, quando il servizio (le tariffe, il regolamento comunale, ecc) è identico per tutti?
    E siamo daccordo che avere una buona parte di taxisti non associati ad alcun radiotaxi (come a Roma) sia un’assurdità?
    E l’avere 10+ sindacati non è stupido?
    E l’avere 80 auto diverse ogni 100 taxi che cosa comporta in termini di aumento dei costi?
    E andare a cambiare l’auto ogni volta da soli, invece che 50 alla volta, che costo comporta in termini di mancati sconti?
    E quanti sono i taxisti che non danno un servizio ESSENZIALE come l’accettazione delle carte di credito per una ragione di principio? (se noi siamo rigidi con le esigenze dei clienti, non possiamo pretendere la flessibilità dei clienti nei confronti delle nostre esigenze).
    A scopo esemplificativo, alcuni commenti/opinioni di colleghi raccolte ai posteggi:
    – se il radiotaxi non funziona, non importa, tanto la gente se vuole il taxi viene al posteggio!
    – non capisco i taxisti che comprano le auto a 6+ posti, rubano il lavoro ai colleghi! la gente se vuole può prendere 2 taxi!
    – la gente vuole il prezzo fisso per spostarsi in taxi? no, no, il taxi va a tassametro, se vogliono il prezzo fisso che prendano gli ncc!
    – non capisco quelli che chiamano il taxi con carichi ingombranti, che chiamino i furgoni che fanno solo quello, ah io la prossima volta la SW non la compro!
    – io carico al massimo 3 persone, che seduti sul sedile davanti non ce li voglio!
    – io pulisco la macchina una volta la settimana, se i clienti sporcano non è colpa mia!
    – io fuori città non ci vado, non guido mica una corriera!
    – ah io i clienti al volo non li carico, perchè non sai mai dove fermarti, eppoi se mi fanno la multa chi la paga?
    – io in città non mi fermo mai, torno in aeroporto! tanto alla fine si guadagna uguale (nda centro-aeroporto:8km)
    – io in aeroporto non mi fermo mai, tanto ci sono i bus, che prendano quelli
    – io quelli che mi pagano con 50euro li mando a quel paese, non sono mica una banca!
    – io gli spiccioli di resto non li do, se vogliono mi danno loro i soldi contati, non sono mica una banca!
    – io coi clienti non ci parlo, c’ho da pensare ai cazzi miei
    – io mi fermo SEMPRE nel posteggio più vicino, non ci penso neanche a fare della strada se il tassametro non gira (nda anche se a 500m c’è la stazione con 100+ clienti in attesa)

    Tutte perle (qualcuna l’avete sentita pure voi, dite la verità) che testimoniano l’alto grado di capacità imprenditoriale di molti appartenenti alla categoria, categoria alla quale di essere “customer oriented” NON FREGA NIENTE E NON E’MAI FREGATO NIENTE!!
    E allora ora ci lamentiamo?
    Abbiamo sempre permesso gioco facile alla stampa e ai nostri detrattori, in generale.
    Non abbiamo saputo gestire il servizio in maniera tale da generare più rispetto per noi nel cittadino/cliente,
    non abbiamo saputo EMARGINARE i colleghi che prestano un servizio sotto standard (perchè non costretti dalla legge o dal mercato), credendo che bastasse il buon servizio di uno per cancellare l’incompetenza di un altro.
    Se questo rispetto, oggi, ci fosse, nessun governo oserebbe riformare il settore (non cambiare la via vecchia per la nuova, dicono…)
    Sarò strano, ma siccome credo che il detto “Chi è causa del suo mal pianga se stesso” sia buono anche per i taxisti, ora come ora, in attesa del decreto che si prospetta (e che Tremonti ha gia anticipato prevederà una “piena” liberalizzazione dei servizi pubblici locali), sono molto più INCAZZATO con buona parte dei colleghi (quella parte che magari sarà in prima fila in eventuali cortei) che non con confindustria.

  27. non che un sistema misto sarebbe una cosa molto buona…in fin dei conti, dovrebbero sempre rilasciare nuove licenze—>meno clienti per i taxisti che si sono sudati una licenza…

    Tanto varrebbe lasciare le cose come sono…a meno che non debbano dare qualche contentino e far entrare qualche grossa società…

    Ma novità? Ieri non c’era un incontro? O era oggi?

  28. …sono molto più INCAZZATO con buona parte dei colleghi (quella parte che magari sarà in prima fila in eventuali cortei) che non con confindustria.

    Se sei incazzato coi colleghi e con Confindustria contemporaneamente ho paura che resterai solo, o perlomeno tra i pochi.

    Insomma, correggimi se sbaglio, tu propendi per il ritorno al vecchio sistema del cumulo delle licenze così che si possano costituire delle società di tipo “padronale” strette da regole disciplinari ferree e in più aperte a 360 gradi al mercato. Solo in questo modo si potrebbero imporre sistemi di lavoro a “tappe forzate” con auto standardizzate, pagamenti in tutti i modi, disciplina e decoro inattaccabili da critiche.
    Non credo che si potrà mai avverare un’utopia simile, però non lo posso neanche escludere.

    Il problema maggiore di un mondo simile è il passaggio dall’attuale sistema al nuovo, che porterebbe ad una transizione lenta di acquisizione delle licenze da parte di investitori i quali, piano piano, acquisterebbero le licenze da chi va in pensione o è stufo del suo lavoro, o dall’eventuale vedova del prematuramente dipartito (con i debiti scongiuri), transizione che porterebbe ad un lento e graduale malcontento generale che inquinerebbe i rapporti tra tassista “padroncino” e tassista “parvenue” con le conseguenze che si possono immaginare senza neanche troppa fantasia.

    In alternativa ci sarebbe il sistema sperato più o meno segretamente da certi industriali (non facciamo nomi, ma ci capiamo benissimo) i quali attendono che il Governo ripristini il cumulo delle licenze con la conseguente possibilità di intestazione anche alle società giuridiche, per poi presentare qualche brillantissimo studio dove si dice che il sistema taxi italiano è antidiluviano e dove si chiede l’attribuzione d’ufficio di 1.000/2.000/5.000 (o quello che sarà) licenze e per poi finire a costituire una grande società di magna-magna alle spalle degli immigrati che bussano a milioni alle nostre porte.

    Scusa, ma io mi tocco i *********!

  29. devo togliermi il vizio di leggere queste pagine prima di andare a dormire,poi mi inca..o e dormo male e domani alle 6 devo essere pronto a lavorare,che stress

  30. bah, in effetti, se molti taxisti fanno i ragionamenti che si sente fare EdBologna, penso che se eventuali nuove leve arrivate con le liberalizzazioni gli portano via del lavoro, non si debbano lamentare poi tanto…

    Marco, ci stavo pensando proprio stasera…e se autorizzassero il cumulo e ci fossero grosse società interessate? Probabilmente pagherebbero anche meglio di privati che subentrano a chi cede la licenza…ed è ovvio che a quel punto, come farebbe un privato ad accedere alla professione senza essere schiavo di qualche grosso padrone? Onestamente è la piega che mi auguro non si decida di prendere…=(

  31. Padrino » Non c’è riuscito Bersani a farcela e ce la fa Berlusconi? Non credo, almeno lo spero proprio!!!

  32. Allora, con ordine:
    #27, Padrino: “non che un sistema misto sarebbe una cosa molto buona…in fin dei conti, dovrebbero sempre rilasciare nuove licenze”
    Non è vero: licenze contingentate e sistema misto (ripeto: con alcuni limiti; riripeto: con alcuni limiti) significa che eventuali società dovrebbero cominciare a “rastrellare” licenze sul mercato. Se devono avere un profitto, almeno che paghino, come (quasi) tutti noi.

    #28, Marco: so che la mia è una posizione minoritaria, ma è pragmatica.
    Ti correggo, perchè sbagli: io *non propendo* per il ritorno al vecchio sistema, ma capisco che il sistema attuale NON SODDISFA le esigenze di quello che, con una brutta parola, possiamo chiamare il nostro “mercato”. Tu puoi dire che il servizio “funziona bene”, io posso dire che il servizio “funziona bene”, sta di fatto che se dovesse arrivare sul mercato un’impresa vera, che, anche SENZA sfruttare gli autisti, si mettesse ad applicare quei basilari principi di gestione aziendale e “customer experience” che noi taxisti ci siamo sempre rifiutati di applicare (perchè incapaci o per questioni “di pricipio”) noi SIAMO commercialmente MORTI !!, assolutamente fuori mercato, perchè avremmo le possibilità per diminuire i nostri costi e NON lo facciamo, avremmo le possibilità di efficentare i servizi e NON lo facciamo, invece una vera impresa LO FAREBBE, e subito!
    La legge 21/92 prevedeva che, lasciando il servizio in mano a dei lavoratori artigiani, questi avrebbero operato per il meglio, per la loro PROFITTABILITA’ sul lungo periodo (infatti la licenza non la puoi comprare e poi rivendere immediatamente), ed invece siamo al punto che ci sono colleghi che nella loro “impresa” non investono neanche 20 euro per due pedane nuove, quando puoi vedere attraverso le usate… che “rimbalzano” clienti, quando, in altri settori (in TUTTI gli altri settori) ogni impresa, da Apple al pakistano kebabbaro sotto casa, fa di tutto per mantenerli e per conquistarne di nuovi.
    Nei fatti anche quello che prevedeva la 21/92 si è dimostrato essere un’utopia.
    La 21/92 avrebbe dovuto prevedere l’OBBLIGO per i taxisti nelle grandi città di associarsi ad un radio taxi.
    Avrebbe dovuto prevedere l’aumento delle tariffe solo a fronte di una dimostrata incomprimibilità dei costi.
    Queste sono le cose di cui i nostri sindacati si sarebbero dovuti occupare negli ultimi 30 anni, ma, siccome ormai mi sembra un tantino tardi (o, meglio, potrebbe essere tardi da un momento all’altro), mi limito a suggerire quali sarebbero, secondo me, le soluzioni “meno peggio”.
    E se il governo venisse da me a dirmi: “Guarda che qua dobbiamo aprirvi al mercato, perchè i superiori ce lo chiedono… o ci dici tu il modo che preferisci oppure facciamo di testa nostra” io direi proprio quello che ho detto qui.
    Per quello che riguarda il cumulo delle licenze -senza limiti- non credo che questo interessi a nessuno.
    I famosi “ci siamo capiti” sanno meglio di noi qual’è la situazione domanda-offerta del nostro mercato (nonostante quello che fanno scrivere sui loro giornali) e di conseguenza sanno probabilmente che se oggi a Milano ci sono 5000+ taxi e domani ce ne sono 10000+ tutti e 15000 incassano una miseria (compresi quelli da loro eventualmente gestiti) e quindi la loro profittabilità va a quel paese.
    Spero di non sbagliarmi (perchè ovviamente ci sono ipotesi molto peggiori), ma il progetto che sottende potrebbe essere proprio quello di subentrare ai taxisti esistenti, non certo quello di aggiungerne di nuovi.
    Per le imprese si tratta di scegliere tra un costo certo e un guadagno certo (e illimitato, perchè una persona giuridica campa di più di una fisica!), e quasi nessun costo ma guadagno incerto: nel nostro caso il costo certo è l’acquisto di più licenze sul mercato e il guadagno è più o meno certo, dal momento che le licenze rimarrebbero contingentate.
    Mentre una liberalizzazione totale porterebbe le imprese sul mercato a costo zero o quasi, ma con una previsione di incassi piuttosto bassi, dato che non solo loro si getterebbero nella mischia, ma tutti i disoccupati del paese e oltre.
    Sono pensieri in libertà, ovviamente, però è un fatto che la grande impresa è entrata e ha prosperato solo in quei mercati che hanno mantenuto una sorta di barriera all’ingresso (licenze contingentate): e allora perchè le “nostre” grandi imprese dovrebbero spingere per una soluzione, anche per loro, meno profittevole?

    #31, Padrino: Padrino, stai tranquillo 🙂 , a parte che mi sa che lavoriamo in 2 città diverse, ma io non mi lamenterò MAI con quelli che dovessero arrivare LEGALMENTE a guidare un taxi, perchè non è certo colpa loro se domani potranno fare una cosa per la quale oggi ci vuole una licenza e domani chissà.
    E’ colpa di altri.
    E a proposito di colpa: non incolpiamo la grande impresa se spinge per entrare nel nostro mercato, è una cosa legittima, se crede di poter fare meglio di chi ora gestisce questo mercato, cioè noi, la vera Colpa, schifosissima Colpa, è quella di MENTIRE (attraverso la stampa) per farlo.
    Ma certo che noi facciamo poco per sbugiardarli.

    ” Probabilmente pagherebbero anche meglio di privati che subentrano a chi cede la licenza…ed è ovvio che a quel punto, come farebbe un privato ad accedere alla professione senza essere schiavo di qualche grosso padrone?”
    Sì, pagherebbero meglio, infatti è per quello che le licenze di NY arrivano e superano i 500k$, e lì il privato può accedere alla professione perchè esistono 2 mercati paralleli per 2 tipi di licenze, quelle che si possono cumulare e quelle che no (ovviamente sono solo le prime ad avere prezzi astronomici).
    A proposito di questo, una roba che qualunque taxista dovrebbe leggere (è in inglese) anche solo per sapere che il nostro lavoro in alcuni luoghi è veramente considerato importante, e come tale viene studiato:
    http://www.schallerconsult.com/taxi/taxifb.pdf
    pagine 31-33
    Avete mai visto un lavoro simile fatto sui taxi in Italia?

  33. EdBologna, in effetti i tuoi ragionamenti sembrerebbero non fare una piega.

    Sono stupito dal modo di ragionare di molti taxisti che hai descritto: cavolo, sarà perchè sono giovane, sarà che sono appassionato e fare il taxista è anche un’ottima scusa per tenere sempre in perfetto ordine la macchina, ma fin da che mi sono informato seriamente sul vostro settore, ho iniziato a pensare ad eventuali piccoli plus per il cliente…oltre ovviamente ad un buon decoro dell’auto…pur immaginandomi un lavoro abbastanza tranquillo, con ben pochi rischi di “fallire” come invece può capitare ad un ncc. Da quello che descrivi, sembra che molti invece si siano un po’ seduti sugli allori.

    Non avevo capito il sistema americano, ora la descrizione è del tutto chiara. Beh, descritta così dagli ultimi post, non sembra nemmeno poi tanto male, se proprio si sono messi in testa di modificare le norme…e soprattutto, mettendovi nei vostri panni, che lavorate da anni nel settore, è una soluzione senz’altro molto ma molto meno critica.

    Ora mi leggo il link che hai postato ; )

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