I Cannibali Del 2020 (1a parte)

tutti_cannibali-4Racconto di Leonardo

L’aria tremula sull’asfalto bollente deforma le figure come uno specchio dei luna-park,  questa fine di luglio del 2020 sarà scritta negli annali delle bizzarrie climatiche, perché non è proprio normale cuocersi le chiappe seduti su una panca di granito in piena ombra. Quarantacinque gradi a Milano: la temperatura ideale con cui satana ama bere le sue fetide tisane! Il caldo micidiale ottenebra  i riflessi nervosi, inibisce la forza fisica,  ma  in compenso infiamma la follia.  Non è solo il caldo a rendere folle la popolazione, ma la mancanza di rifugi freschi  un tempo alla portata di tutti: i condizionatori non sono più un bene per chiunque, ma un privilegio solo per pochi. I condizionatori che ancora funzionano sono presidiati come le riserve auree di Fort Knox. Chiuse per fallimento da oltre cinque anni,  tutte le ditte costruttrici di quei miracolosi aggeggi non hanno più distribuito nemmeno le parti di ricambio; le  ultime  erano state vendute al mercato nero, ai pochi che avevano abbastanza denaro da sprecarlo per qualcosa che non fosse solo cibo. Questa è la prima cosa che mi è venuta in mente di raccontarvi, durante  la grande crisi economica del terzo millennio. Quello che non va più molto bene,  non sono solo i pochi condizionatori rimasti , ma le condizioni di vita della gente normale, se ha ancora senso parlare di normalità.  E’  più facile per molti andare in tilt per la mancanza di lavoro che per  il caldo massacrante.  Il caldo rappresenta per taluni la “dolce morte”: sono coloro che non hanno  più nulla da dire e da dare al mondo.

Gli artefici del grande sfascio sono in buona parte riusciti a scappare chissà dove su un jet privato, ospiti di qualche politico potente. Una fetta consistente di fedeli servitori e  spudorati leccaculo sono stati lasciati in balia di se stessi… e della follia del mondo. Senza nemmeno un gettone di buonuscita, questi ignobili personaggi  sono ora ridotti al ruolo di giullari  senza corte e senza Re e attaccati come i bersagli di un  tiro a segno, capri espiatori di tutte le malefatte perpetrate negli anni da coloro che fino a un tempo non troppo lontano, sono stati i loro padroni. Troviamo fra loro figure del giornalismo, opinionisti, faccendieri, economisti e gente appartenente a categorie meno influenti. Gli economisti sono  quelli ad avere la vita più grama, ma non al pari di coloro che hanno rovinato. Dopo avere convinto il mondo intero sull’efficacia delle loro teorie, il fallimento su scala mondiale del capitalismo ha decretato il loro stato di default, ovvero quello di semplici veggenti. L’ultima carta che giocarono per il riequilibrio e il rilancio dell’economia venne spesa a un ipotetico tavolo di poker: con in mano solo carte farlocche convinsero ancora una volta il mondo con la disgraziata teoria della libertà in libero mercato. Non avevano tutti i torti annunciando il loro ultimo proclama, il libero mercato avrebbe innescato un meccanismo che avrebbe ulteriormente incrementato i profitti dei grandi gruppi economici a scapito delle piccole-medie aziende,  degli artigiani e dei commercianti.  Al servizio dei potentati, gli economisti avevano assunto il ruolo dello sbalestrato Superciuk, patetico personaggio dei fumetti di un’epoca migliore, di giorno spazzino di terza categoria e di notte l’impavido superman che rubava ai poveri per sostenere i ricchi. Ma oggi, fuori dalla illogica logica dei fumetti, i ricchi si sono come volatilizzati, riuniti in aree protette, lontani dalle aree di contagio. Milano ora fa parte di una vasta area di contagio dove però tutti sono liberi, liberalizzati e impoveriti. Ecco che accanto ai presidi di mercenari che difendono gli ansimanti compressori degli impianti di condizionamento, sfilano di corsa gruppi di tassisti in pantaloncini, canottiere e infradito, a rincorrere l’abusivo di turno in fuga da una macchina rimasta a secco di benzina.  I tassisti che un tempo venivano definiti “regolari” , ora passano buona parte del loro tempo a rincorrere i numerosi  abusivi che proliferano come scarafaggi.  A volte sono così stanchi e con il fiato corto per il gran correre, che rinunciano ad acciuffare il tizio, ma lo atterrano lanciandogli qualcosa di contundente. Si sono specializzati nel lancio dei tassametri , apparecchi ormai inservibili che non interessano più a nessuno.

 (fine della prima parte)

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