Taxi di Grosseto in crisi nera

taxi grossetoCLIENTI col contagocce e incassi di una giornata di lavoro che continuano a diminuire. E’ questo il panorama descritto dal popolo dei tassisti grossetani. Dopo i rumori degli ultimi giorni alimentati dalla recente deliberazione della giunta comunale — che dispone l’aumento di un euro dell’importo della corsa minima — siamo andati a parlare proprio con i tassisti in piazza Stazione. Lo sfogo arriva in una mattinata in cui tutti i taxi con licenza comunale si trovano nei loro posteggi. Un momento in cui non chiama nessuno. E quindi non si lavora. In oltre un’ora è partito un solo taxi. E dalle parole degli stessi protagonisti non è stato difficile percepire la rabbia e il malcontento per la situazione.

AD ANIMARE le spiegazioni dei tassisti, prima di tutto, alcune precisazioni sul prossimo aumento. «E’ fondamentale capire — afferma Simone Pierozzi, in servizio da 16 anni — che si tratta del primo aumento negli ultimi tre anni. E soprattutto l’euro in più non intaccherà le tariffe (sia quelle urbane che quelle extraurbane resteranno invariate). Dal primo giugno, ci sarà sì un aumento di un euro, ma solo per i tragitti relativi alla corsa minima (percorso di circa 3.5 chilometri) il cui costo passerà da otto a nove. Per i percorsi oltre la corsa minima non ci saranno variazioni. E bisogna considerare anche che negli ultimi tre anni non è stato effettuato nessun adeguamento delle tariffe dei taxi agli indici Istat e di conseguenza nessun aumento. In più il supplemento relativo al trasporto di bagagli e animali è disposto dalla deliberazione ufficiale, ma molti tassisti cercano di agevolare il cliente facendo, ad esempio, pagare una sola valigia anche nel caso di più bagagli». «Sono tutti pronti a puntare il dito contro i tassisti — commenta Nicola Manganelli, tassista da due anni — ma come mai nessuno si chiede il motivo di questo aumento? Primo fra tutti, c’è da considerare l’aumento del costo del gasolio. Senza dimenticare la soppressione di molti treni che ha portato, di conseguenza, alla riduzione del numero di potenziali clienti. Lavoriamo pochissimo, ma continuiamo a garantire il servizio sia di giorno (dalle 6 alle 20) che di notte (dalle 20 alle 6). E durante il notturno i guadagni sono ancora più ridotti. Il periodo in cui ci sono più clienti è quello compreso tra giugno e settembre, durante il resto dell’anno la situazione è davvero critica». E i guadagni sono ridotti all’osso nei festivi. Paolo Famiani, in servizio da 13 anni, fa un po’ il punto della situazione: «Turni di circa 14 ore al giorno — dalle 6 alle 20 in piazza Stazione e dalle 8 alle 19 in piazza Duomo — per effettuare pochissime corse al giorno. La situazione peggiora in piazza Duomo, dove c’è minor richiesta e durante il fine settimana».

«SIAMO abbandonati, non siamo considerati come dovremmo». E’ il coro unanime dei tassisti di piazza Stazione che raccontano di essersi rivolti più volte al Comune per chiedere dei contributi per il lavoro notturno e maggiore sostegno. «I problemi — sostengono — sono tanti: a cominciare dal posto taxi nel piazzale dell’ospedale sempre occupato da auto private. Perciò i nostri taxi non possono sostare in quella zona. Inoltre, a incidere negativamente c’è anche la concorrenza di privati e di alcuni autobus locali». Ma c’è anche un altro problema: i tassisti ricevono le telefonate dei clienti su un normale apparecchio telefonico acquistato da tutti i titolari di licenza e adattato alla colonnina di taxi del piazzale della Stazione. «Di conseguenza — spiegano — si può solo ricevere telefonate e chiunque può rispondere. E spesso c’è il rischio che risponda anche gente poco raccomandabile». «Fare il tassista in città — concludono gli autisti incontrati in piazza Stazione — non è facile. Provare per credere».

fonte: lanazione.it 24/06/2011

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