Tassisti milanesi non conoscono l’inglese: ritocchi tariffari minimi

Taxi driver? No grazie! Milano, i tassisti non parlano inglese.
Tre anni fa avevano promesso di imparare l’inglese e invece… "Mi spiace, non capisco" è la frase che i tassisti milanesi pronunciano con maggior frequenza ai passeggeri stranieri. Solo 18 conducenti, su un campione approssimativo di 230, hanno superato l’ "english test". E pensare che la conoscenza della lingua era una delle condizioni previste dagli accordi con la categoria. Non rispettata neanche la dotazione del lettore Pos per l’uso di Visa e Bancomat a bordo delle vetture. Inoltre appena il 38% delle automobili (rispetto al 43% previsto) è ecologicamente a norma.
Anche sulla copertura del territorio le auto bianche non se la cavano un granché. Ma i sindacati non ci stanno. Secondo le associazioni, infatti, gli accordi vanno rivisti a causa della crisi del settore: il 30% di incassi in meno in un anno ha gravemente influito sulla categoria. La Regione Lombardia però non è disposta ad aumenti sostanziali, ma solo a un adeguamento delle tariffe chilometriche del 1,37% e di 5 euro per le tratte che vanno dalla città agli aeroporti. Come dire, “no english, no party!”.
Ecco che i turisti, scorrazzati da Piazzale Udine fino in Centrale, da Corso Buenos Aires alla Stazione di Lambrate, devono armarsi di pazienza, tanta gestualità e un italiano maccheronico perché, niente da fare, il tipico tassista meneghino "no speak english".

Fonte: TG Com – 01/3/2011

7 commenti

  1. Ricordo a lor signori che la BENZINA ed il GASOLIO non parlano INGLESE quindi per favpre andate a F………….. gianni

  2. Personalmente stò facendo il corso d’inglese in questi mesi, anche se, ad essere sincero parlo un inglese scolastico, ma mi faccio capire.
    Quello che non ho capito è perche, su Studio Aperto di questa sera, hanno fatto vedere, ripresi da una telecamera nascosta e non riconoscibili, solo colleghi che”no speak english” e non una sola mosca bianca che “sure! I speak english”, che vogliano farci passare per i soliti ignoranti.

  3. giornalisti, falsi e tendenziosi come sempre, venni intervistato una volta in stazione centrale durante il periodo del sig. bersani ebbene della mia intervista pensarono bene di trasmettere sul regionale rai 3 solo 2 secondi dove dicevo ” DOBBIAMO MOLLARE QUALCHE COSA”. chiaramente non sentendo tutta l”intervista sembrava che io ero d”accordo con L”aumento delle auto pensate che meschini

  4. HA!HA!HA! cari colleghi siamo ufficialmente stati COGLIONATI da sindacati, regione, comune, provincia e compagnia bella!!!
    Aumento del 1,37% più esposizione al pubblico ludibrio perchè non sappiamo l’nglese!!!.
    CI STA BENE, CE LO MERITIAMO, SIAMO DELLE TESTE DI CA**O, SENZA CO***ONI!!!

  5. Io non credo che attualmente sia solo una ristretta minoranza di noi a sapere una lingua straniera, c’ e’ stato un cambio generazionale nell’ ultimo periodo e si vedono molte facce giovani in posteggio che PER FORZA la lingua straniera l’ hanno dovuta studiare a scuola: è infatti previsto che lo si faccia alle scuole medie (se non prima in alcuni casi) le quali, fino a prova contraria, sono OBBLIGATORIE perciò ho fondati motivi per non credere che la categoria non sia in grado di capire e farsi capire in una lingua straniera.
    E’ un “work in progress”,una sorta di “stiamo lavorando per voi” : sempre più di noi conoscono l’ inglese o lo stanno imparando e vedo sempre più Pos in giro, sempre più auto ecologiche (e se le facessero anche nella versione station Wagon o monovolume sarebbero ancora di più)… insomma la categoria si stà migliorando

  6. Io parlo un pochino di Inglese, un pò di Francese, un pò di Spagnolo, un Pò di Romeno. Con il lavoro che facevo tanti anni fà ho girato il mondo e me la sono sempre cavata.
    Però probabilmente non passerei un esame della regione, sarei curioso di vedere però se l’esaminatore sia in grado di conversare con me i 4 lingue………

  7. Caro Stefano qualsiasi persona, anche la più preparata, se sottoposta a giudizio può essere messa facilmente in difficoltà. Il giudizio finale dipende da come l’esaminatore mette a proprio agio l’esaminato, a condizione che a priori non prevalgano delle pregiudiziali (simpatie o interessi secondari). Esattamente come a scuola agli esami.

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