Pendolari dirottano un treno per la disperazione

«E adesso vediamo se ci date retta». Pochi passi e sono sui binari. Stazione di Bruzzano, ieri mattina, otto passate e treni che accumulano ritardi su ritardi. Passa un diretto verso Milano. Non si ferma. Non è previsto che lo faccia. «Ma non è accettabile che chi deve andare al lavoro rimanga abbandonato e disperato in una stazione al freddo, senza sapere cosa accadrà». Due ragazze si fermano sui binari: occupano. Le seguono due uomini, poi altri pendolari. Scatta l’avviso da parte del capo stazione, che poi (per sicurezza) va a fermare il treno dietro la curva. Il diretto, alla fine, fa la fermata imprevista a Bruzzano. I pendolari salgono e riescono a partire con una mezz’ora di ritardo. Arrivati in ufficio, riflettono: «Che Paese è quello in cui sei costretto a occupare i binari per prendere il treno che ti porterà al lavoro?». La risposta è complicata.

Ma in questa storia di esasperazione pendolare c’è forse un mistero che di ancor più difficile interpretazione. È grottesco. E si manifesta a un certo punto su uno dei cartelli luminosi in stazione. La sequenza è esattamente questa: la prima indicazione di ritardo parla di 6 minuti; che poi diventano 7, in seguito 8, e ancora via a salire. Il conteggio si fermerà a 36 minuti di ritardo (notare bene, per un tragitto che da Bruzzano a Milano/ Cadorna, con le Ferrovie Nord, varia tra i 14 e i 15 minuti). Ebbene, in questo martedì mattina che impasta freddo, nebbia, attesa, rabbia e preoccupazione, a un certo punto sul tabellone elettronico si materializza un messaggio che sprofonda l’intero gruppo di pendolari in una sconfortata incredulità: «Circolazione perturbata». Un comune dizionario spiega così il termine: «Sconvolto, turbato; alterato sotto il profilo psichico, sociale o anche fisico». Se ci si riferisce al tempo (alle condizioni meteo), può essere un sinonimo di «peggiorato». Domanda dei pendolari: «Ma come è possibile che ai passeggeri che attendono un treno in ritardo, che non si sa quando arriverà, qualcuno pensi di fornire l’informazione che la circolazione è "perturbata"?».

È forse quella comunicazione così «originale», di generico disordine nella circolazione ferroviaria, ad aver spinto i pendolari al «gesto estremo». Spiegano i protagonisti dell’«insurrezione»: «Con ritardi così alti e dopo quello strano messaggio, abbiamo avuto paura di arrivare in centro davvero troppo tardi». Il gruppo degli occupanti si è gonfiato quando il treno «diretto» (quello che sarebbe dovuto sfilar via da Bruzzano senza fermarsi) si è profilato in fondo ai binari: «Noi eravamo fermi là sui binari — raccontano i passeggeri— e il treno laggiù. Siamo rimasti così per qualche minuto, in una sorta di "mezzogiorno di fuoco" col macchinista». Il blocco si è sciolto solo quando è arrivata la certezza che il treno si sarebbe fermato.

fonte: milano.corriere.it 2/02/2011

2 commenti

  1. perchè non “CIRCOLAZIONE AMMALORATA” ? Fa più figo. Bla…bla…bla… blaaa… BLEAH!

  2. e pensare che questi poveri pendolari bisognerebbe proprio “metterli in carrozza”, perché sono persone che, malgrado tutto, non intasano le strade con altre auto. gente civile, degna di posti civili. non inquinano, non fanno traffico rallentando mezzi pubblici. ma qui sono trattati come dei poveri sf**ati.

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