Cari sindacati, in difesa di…

Abbiamo chiuso oggi l’ultimo sondaggio. E’ forse la prima volta che lasciamo per tanto tempo un sondaggio a disposizione del pubblico, ed è stato per un motivo molto semplice: fin dalle prime votazioni abbiamo constatato una spiccata tendenza a votare una determinata opzione; senza prestese di scientificità abbiamo pensato che con il tempo la distribuzione dei voti sarebbe stata più equilibrata, ma ci siamo sbagliati. Ecco il quesito e le risposte fornite:

Non si tratta di numeri strabilianti, ma a nostro avviso ben rappresentativi. Salvo nr 3 indecisi, l’opinione dominante è quella che richiede un maggiore impegno del sindacato a tutela della categoria contro gli attacchi della stampa. Una posizione netta che attende risposte concrete.

11 commenti

  1. Ritengo che le associazioni debbano essere più presenti, nell’affrontare tutti problemi che quotidianamente troviamo in piazza.
    1. Colleghi poco onesti e abusivi davanti agli hotel.
    2. radio taxi poco onesti nelandare a cercare clienti.
    3. mettere delle regole di buon rispetto della fila a Malpensa ( chi entra nel polmone deve rispettare la fila, e non andare a casa, oppure andare a farsi altre corse.)
    4. abusivismo a Linate (se ne parla tanto sì e fatto tanto, e alla fine hanno vinto loro mettendo una loro postazione davanti agli arrivi.)
    Prima di interessarmi di cosa dicono alla stampa (che per molti e solo un mezzo di pubblicità alla loro persona), mi interessa essere più tutelato, E non comportarmi come da buon italiano, che si deve difendere da solo e subire le ingiustizie.
    Ciao a tutti e buone feste

  2. Caro Leone, il tuo elenco potrebbe essere molto più lungo. Nel sondaggio ci siamo limitati a prendere in esame la tutela contro i diffamatori della carta stampata, perchè si tratta dell’azione più diretta e immediata che un sindacato possa intraprendere , ma a parte le iniziative di piccole sigle sindacali, non succede nulla. Per tutto il resto che c’è da fare, mi pare un’utopia aspettarsi un’attività frenetica dai parte dei “big”

  3. Lucone: se segui i quotidiani, talvolta accade che qualche testata pubblichi rettifiche o rivendicazioni da parte di qualche esponente sindacale. I pochi nomi sono sempre quelli, e non fanno parte dei “big”

  4. Non sono cattivo, affatto. E seguo i quotidiani, anche se non certo completamente (ed il punto dolente è proprio quello). Ok, si tratta di interventi di rettifica a carattere personale (lettere) o interventi di associazioni riportati dai quotidiani. Vi ricordo che i quotidiani scelgono anche chi e cosa riportare. Posso assicurare (perché ricevo gli interventi di alcune associazioni) che anche qualcuno tra i cosiddetti big fa interventi, ma vengono ignorati. L’idea che mi son fatto è che venga fatto per ragioni editoriali: se è vero (ed è vero) che i quotidiani fanno da molto campagna di stampa contro i tassisti, è anche logico (e professionale) che scelgano chi pubblicare. Ed usino la scelta dello spazio come un mezzo. O chi spara a zero sul “nemico organizzato” (non faccio nomi, non si può, ma c’è tra le piccole sigle chi pur di apparire fa il gioco dei giornalisti, a lei è successo anche riguardo il furto al Satam), o chi non si può non pubblicare, perché appartiene allo stasso “Partito” di molti giornalisti (e, grazie a Dio, almeno lui lavora benissimo) ed è una piccola sigla per i Taxi, ma enorme sul piano Nazionale. Non mi dilungo: è il principio del “divide et impera”. La principale jattura per chi paga gli scribacchini è trovarsi di fronte i tassisti uniti. E magari un ufficio stampa con annesso ufficio legale. Non è una tattica nuova, nella Storia, mi sembra…

  5. Oh, una battuta: devo dedurre che se non vedo la rattifica, quello che viene scritto a quelle Associazioni va bene? Ovviamente, non lo credo. Però, attenzione: le prese di posizione ufficiali o vengono prese sempre e professionalmente, oppure rischiano di fare danni, perché nella comunicazione professionale, se cominci a smentire sempre ed ufficialmente, poi quando non lo fai, significa che approvi. Il neo è che quest’apparato costa un po’, e mi sembra di aver capito che la nostra categoria vorrebbe l’ufficio stampa senza sostenerne i costi. E l’ufficio stampa presuppone l’ufficio legale… Vi rimando al mio intervento sul blog su cui scrivo datato 18.09.2010 “Associazioni, per favore, tutelateci e rispondete ai media…” Aspetto ancora di vedere (davanti ai big o ai piccoli, non mi interessa) le file di colleghi pronte a mobilitarsi per l’ufficio stampa. Buon Natale.

  6. Caro Lucone, con la confusione politica, lo stallo dei sindacati, i nani e le ballerine che diventano famosi e acclamati, ci sta bene anche una “teoria del complotto” contro i tassisti.
    Io personalmente, però, non credo ai “complotti”, ma più semplicemente che ci si sia adagiati sulli allori.
    Quali allori, dirai tu.
    Gli allori formato bigliettoni di banca che portiamo con cadenza trimestrale alle nostre associazioni le quali gongolano di tanta generosità.
    Chi glielo fa fare di sbattersi?

  7. Caro Marco, nessuna “teoria del complotto”, ma semplice prassi commerciale di grandi gruppi. E’ evidente che la stampa ci tratta in una certa maniera, ad esempio evidentissimo dagli articoli ad esempio del principale quotidiano milanese riguardo al furto recente (mi auguro che quel sindacato vada in tribunale). Ma non basta. Ti chiedo di tornare con la memoria al Decreto Bersani-Rutelli, in cui, più che liberalizzare, si voleva aprire la strada alle grandi compagnie stile NY. Alcuni gruppi industriali, tra cui una enorme Cooperativa, una fabbrica di auto e un distributore di abbigliamento fatto in Cina che si occupa ora di reti viabilistiche nazionali a pedaggio, erano molto interessati al settore. Guarda caso, la stampa che ci attacca fa riferimento a questi gruppi (e il loro alleati, che sono tantissimi), oppure al Partito della grossa Cooperativa. Insieme, queste forze rappresentano la quasi totalità della Stampa nazionale. Instradare le opinioni della gente usando i propri mezzi di comunicazione, è una prassi dalla notte dei tempi, se vuoi pensa a Giulio Cesare o a Quarto Potere o alla Guerra di Libia (in cui la stampa aveva fatto credere all’Italia che la Libia fosse un paradiso ricco di acque)… Gli esempi sono innumerevoli. Questa non è una teoria di complotto, è pura prassi commerciale dei grandi gruppi rispetto ad un settore: se interessa si fa questo ed altro (Leggi ad hoc, sia a destra che a sinistra). E noi siamo un bersaglio commerciale, lo dicono i fatti. Indebolire gli avversari forti a vantaggio dei deboli (specie di quelli che non esitano a sfasciare) è una normale prassi che si usa nel giornalismo politico o economico-militante. In qualunque settore. E qui non si fa eccezione. Spiega perché i comunicati di alcuni vengano recepiti e quelli di altri (anche se talora più incisivi) no.

  8. Quanto agli allori, credo che chi, tra le Associazioni, faccia contabilità a prezzi maggiori di altri (fatta salva la pari qualità del servizio) debba rendere ragione del perché. — Chi glie lo fa fare di sbattersi? Beh, tra le tre più grandi, una è in continuo calo, una è costante e un’altra è in crescita. Un perché ci sarà? Ora non posso entrare nei dettagli (è proibito dal disclaimer). Però inviterei ciascuno che si lamenta a rompere gli zebedei all’associazione cui è iscritto (se è iscritto), chiedendo ragione dei bilanci e delle spese. Altrimenti è un ululare alla luna che non porta nulla di buono.

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