Un giorno di ordinaria follia

Riceviamo da Thomas un lucido quanto impietoso resoconto di una giornata vissuta a pochi passi dalla follia, al cospetto di un tragico deja-vu, con l’amara constatazione di quanta meschinità sia pervasa la società e la nostra stessa categoria. Molte cose ci stanno sfuggendo di mano, come pure i più sani principi di lealtà e come conclude Thomas, non è ammissibile  abituarsi a questo stato di cose.


Caro TaxiStory,
oggi ho trascorso un’intera giornata (peraltro poco redditizia) al polo fieristico di Milano-Pero tornando sempre a caricare alla porta Est. Ho visto cose allucinanti lungo tutto il corso della giornata, tipo le macchine parcheggiate ovunque, compresi i nostri posteggi, o i soliti colleghi maleducati che se vai a fare la pipì ti scavalcano (pensando molto astutamente che uno non se ne accorga quando, dopo 3 minuti, torna) o ancora la solita mancanza di indicazione per cui nessun visitatore sa come raggiungere i parcheggi più lontani e per finire l’assenza nelle ore di punta della navetta che fa la spola tra le porte Est ed Ovest. Ci sono due episodi che però varrebbe la pena raccontare perchè meritano un’attenzione particolare:
1) l’aggressione ad un collega (potrei dire "solo" tentata aggressione, ma il poveretto qualche manata se l’è sicuramente presa) da parte del classico delinquetello   in stile Ciavarella dopo una banale lite per questioni di viabilità. Purtroppo sono rimasto deluso dal comportamento (o meglio dal non comportamento) di tanti, troppi colleghi che richiamati dalle urla disumane del figlio del bullo (non riesco a chiamarlo "bambino", in quanto uno che incita il padre a menare, a 10 anni, saltando sul cofano della sua stessa macchina è più simile ad una scimmia o una qualsiasi altra specie di animale e non mi interessa che la colpa non sia sua, ma dei genitori o del contesto in cui è cresciuto, pur di passare per cinico) sono stati fermi con le mani in mano a vedere il collega ingranare la prima mentre la bestia cercava di colpirlo tramite il finestrino mezzo aperto… Su 10-15 colleghi siamo "partiti" in 3, io un altro ragazzo e un signore sui 60, che tanto avrebbe da insegnare ai 40/50 enni fermi come ebeti. Se non ci troviamo di fronte ad un altro Luca Massari lo dobbiamo alla prontezza del collega e alla sua intelligente intuizione di non scendere dall’auto, di certo non alla compattezza di una "categoria" che è tale solo quando c’è da chiedere un aumento, ma che si perde se c’è da compiere qualche piccolo atto di coraggio…
2) Episodio per certi versi ricollegato al primo, protagonista un simpaticissimo collega della mia stessa radio che si rifiuta di portare un cliente a Mazzo di Rho…purtroppo non mi sono segnato il civico, altrimenti l’avrei sicuramente segnalato agli Uffici di Via Messina, ma il mondo è piccolo e mi ricapiterà di reincontrarlo e sarò ben lieto di chiarire la questione.
Non lamentiamoci se poi la gente … perchè certi comportamenti sono letteralmente indifendibili. Ci tenevo a scriverti quello che oggi ho purtroppo visto. Forse essendo nuovo del mestiere è solo una questione di abitudine, ma io a questa merda non mi ci voglio abituare.
Saluti, Thomas

7 commenti

  1. Si rimane spesso delusi dagli atteggiamenti di alcuni colleghi. Categoria assolutamente individualista e con grande senso dell’agoismo

  2. Bravo Thomas. L’inciviltà di molti 30/40enni emerge con molta prepotenza, non solo ai posteggi

  3. Dopo 30 anni di piazza nn mi meraviglio di ciò che succede ai giovani di piazza vorrei dire che una volta ci si aiutava per un nulla mentre oggi puoi morire in mezzo la strada e i colleghi x fortuna nn tutti ma moltissimi pensano solo a prendere la corsa!!!!!!mi viene da dire……che schifezza!!!!!!ciao a chi legge e buon lavoro e pensate che un giorno potreste avere bisogno voi!!!

  4. Ho avuto parecchie dimostrazioni da parte dei colleghi che pur di non perdere il cliente voltano la faccia dall altra parte nei momenti di bisogno ……..meno male che non siamo tutti cosi… facciamoci riconoscere fra di noi aiutiamoci nei momenti di pericolo non pensiamo solo a noi stessi siamo tanti e tutti bisognosi prima o dopo dell aiuto di tutti
    ciao Beppe

  5. Bravo Beppe sicuramente sei vecchio di piazza solo noi vecchi ragioniamo così ma sta a noi far capire ai giovani certe regole fondamentali o per meglio dire certi atteggiamenti.buona settimana a tutti.lucky

  6. IL PROBLEMA NON STA NELLA CATEGORIA MA NEL LASSISMO DELLA SOCIETA’ ATTUALE ,OLTRE AD UNA PARTE DI PAURA NELL’AFFRONTARE LE SITUAZIONI SGRADEVOLI CHE SPESSO VEDIAMO!
    NON SONO “VECCHIO DI PIAZZA” MA NOTO SEMPRE + SPESSO CHE NON CI SI AIUTA QUASI MAI,MENTRE ALCUNI ANNI FA NON ERA COSI!

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