Dispositivi di sicurezza per 1.000 taxi

Come promesso nel corso dell’incontro con i rappresentanti delle categorie dei tassisti convocato una decina di giorni fa, l’Amministrazione comuale di Milano si e’ attivata per reperire i fondi che permetteranno ai 1.000 tassisti non dotati di radiotaxi di installare l’applicazione tecnologica per la sicurezza sulle loro auto cosi’ da avere un collegamento diretto con la Control Room della Polizia Locale in caso di emergenza.
Ad annunciarlo e’ il vicesindaco e assessore alla sicurezza del Comune di Milano, Riccardo De Corato spiegando che e’ stato stabilito un finanziamento complessivo di 500.000 euro per tutti gli interventi riguardanti la sicurezza per il servizio taxi. Di questi, con il finanziamento approvato oggi, circa 100.000 euro saranno destinati ai 1.000 tassisti per dotarsi del software fino al dicembre 2011, non dovendo sostenere alcun costo perche’ l’operazione e’ interamente sostenuta dalle casse Comunali.
”Per tutti gli altri 4.000 tassisti che fanno capo alle quattro centrali operative del servizio radiotaxi -sottolinea De Corato – stiamo gia’ predisponendo il collegamento diretto con la Control Room della Polizia Locale.”
fonte: adnkronos.com 22/10/2010

4 commenti

  1. Mi viene un dubbio: possibile che l’impianto di videosicurezza sui taxi costi solo 1.000 euro? Non costava più del doppio fino all’anno scorso?
    Se costa meno tanto di guadagnato per tutti, ma se gli altri 1.400 euro ce li deve mettere il tassista come il bando scorso, allora si ricomincerà a dire: “mi costa meno una rapina”.

  2. Ti sbagli Marco, con quei soldi ci fanno almeno 10 rapine quindi statistica vuole che nell’arco di una vita ci guadagni.

  3. Quanto costa una rapina? L’incasso e i resti: certo, è poca cosa. Ma la videosorveglianza è un deterrente molto forte più che per quei pochi (sudati) soldi che guadagnamo: lo è per l’aggressione personale. Anche il più sgangherato dei mariuoli sa benissimo che se non c’è violenza, le oberatissime (non per colpa loro) forze dell’ordine hanno un atteggiamento, ma se c’è, ne hanno uno ben differente. E cambia anche il loro destino carcerario. — Più che quantificare l’incasso, penserei per ciò a quantificare una ferita. E se proprio vogliamo fare bene i conti (di questi tempi grami, vanno fatti), una settimana di fermo forzato per una ferita anche leggera, quanto costa? L’autotutela, secondo me, non è solo il portafoglio. Poi ciascuno la pensi come vuole, per carità, questo è solo il mio pensiero, magari sbagliato. Ma resto ben convinto: che la videosorveglianza (con collegamento diretto ed invio dati) mi abbia evitato almeno un paio di momenti molto brutti, è più che una sensazione.

    Se volete e se non debordo troppo, uno, su tutti: quel cliente preso in Centrale che andava un sabato pomeriggio dello scorso dicembre in via dei Valtorta. Chiacchieriamo, mi chiede degli adesivi della videosorveglianza, gli spiego che trasmette i dati alla centrale. Lui mi ferma in Loreto. Paga. E scende. Magari ha solo cambiato idea. Magari…

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