Aggressione al collega tassista: il parere di un criminologo


Ma cosa ha trasformato Milano in una polveriera? Cosa provoca queste esplosioni di violenze assurde e immotivate? Ernesto Savona, ordinario di Criminologia all’Università Cattolica, non crede all’aumento del tasso di violenza: «Sono storie di ordinaria violenza – assicura – in base ai dati statistici in nostro possesso possiamo dire che non c’è un aumento di casi del genere». «Episodi del genere – assicura – non accadono più spesso che in passato o in altri luoghi, ciò che cambia tutto sono i media, che ingigantiscono l’effetto di queste vicende, che hanno un effetto moltiplicatore e fanno scattare campanelli d’allarme. Col risultato che la paura genera nuova violenza. Chi guarda la tv ha l’impressione di stare sull’orlo di un vulcano». «Il fatto di ieri – riflette – è il contraltare di quel che è accaduto ad Avetrana. Ci si sente insicuri per strada, e preoccupa la violenza in famiglia, questa sì in aumento». Ed ecco che si genera altra violenza: «Le mogli degli altri tassisti – continua il professor Savona – consiglieranno ai mariti di girare armati, e questo produrrà altre conseguenze». E in queste condizioni non sorprendono neanche coloro che assistono senza intervenire: «Questo comportamento, il non intervenire e magari il non chiamare neanche la polizia – riflette Savona – fa parte di un generale calo del senso civico, e si innesta sulla paura di essere coinvolti».
Eppure gli esperti continuano a ripetere che la violenza è il calo, che Milano è più sicura: «Negli anni Settanta sì che si respirava un clima di violenza – osserva Savona – una violenza particolare». Violenza politica, però, allora, rivestita in qualche modo da deliranti motivazioni ideologiche e politiche. Oggi quella molla non c’è più: «Oggi – spiega il professore – viviamo in condizioni di ottima incertezza. I giovani in particolare soffrono per la scarsa progettualità, per le condizioni di precarietà lavorativa e abitativa. C’è una nevrosi accentuata, una condizioni di insicurezza a cui possono agganciarsi esplosioni contro le altre persone. Viviamo tutti – spiega – in condizioni di maggior vulnerabilità che in passato». E la vulnerabilità aumenta per la solitudine, per la scomparsa, o la debolezza, dei tradizionali punti di riferimento: «La scuola, la famiglia, la parrocchia. Questi erano ammortizzatori tipici della violenza». Strumenti in grado di frenare le esplosioni individuali di rabbia.

fonte: ilgiornale.it 11/10(2010

3 commenti

  1. Gli esperti dicono che Milano è più sicura? Davanti ad una bella scrivania in un ufficio confortevole, divento esperto pure io. Da contro-esperto che batte la strada, posso affermare che non è così. Si facciano un giro con me e li porto in zone che sono il fior fiore della criminalità

  2. Eh no! La strada è piena di barbari violenti ed arroganti (anche in giacca e cravatta) ed io, moglie di tassista, devo sentirmi dire che armerei la mano di mio marito?! Io voglio sicurezza per lui e per i suoi colleghi, Non di certo una P38. Signor Savona, legga gli articoli di Sergio Rizzo e Francesco Giavazzi, poi mi dica chi “produrrà altre conseguenze”….

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