Scrivere senza pensare, ovvero mucche alla tastiera

Della serie "Basta mettersi dietro una tastiera a spandere m**** sui tassisti, che così vendiamo più copie" abbiamo il piacere di ripetervi la valanga di c***ate di uno scribacchino quotidiano. E’ triste, veramente triste leggere una serie di bugie, inesattezze e verità stravolte in così malo modo. Mi spiace che vengano proprio da un giornale come questo, un giornale che ha fatto la storia del giornalismo italiano ridotto al sensazionalismo per vendere qualche copia in più. Ho un solo sentimento verso questa gente: Schifo!

Rispetto alle vecchie seicento lire, trenta centesimi di euro sono una somma praticamente inutile, con cui a stento si acquista una bottiglietta d’acqua ai distributori aziendali. Eppure è la cifra simbolica che i tassisti milanesi sono oggi autorizzati ad aggiungere sul tassametro ad ogni corsa, oltre naturalmente ai consueti supplementi. Si tratta di un aggiornamento temporaneo in attesa dell’adeguamento delle tariffe che sarà a breve concordato tra le associazioni di categoria, il Comune e la Regione. Il bonus, sottolinea una nota dell’Unione Artigiani, è talmente risibile che molti autisti rinunciano ad applicarlo, ma i passeggeri abituati a non staccare l’occhio dal pallottoliere digitale potrebbero vederselo addebitare in qualsiasi momento. Non sarà certo una stangata ma, coi tempi che corrono, qualcuno potrebbe restarci male anche perchè è sensazione diffusa che le auto bianche milanesi siano in generale più care della media nazionale, pur senza garantire grandi standard di qualità nel servizio. Troppo i parcheggi deserti e troppo lunghe le attese, con conseguenti maggiorazioni del prezzo delle corse. Eppure, non tutte le critiche sarebbero giustificate, almeno stando ai parametri europei e anche nazionali. Si sta decisamente peggio a Roma dove quest’anno gli aumenti sulle «corse brevi» sono stati valutati intorno al 25 per cento e dove sotto campagna elettorale i tassisti ottennero un bonus supplementare di ben due euro per le partenze da stazione Termini. E infatti, le proverbiali code di viaggiatori arrabbiati alla fermata di piazza dei Cinquecento sono miracolosamente un ricordo. Potere dei «sesterzi». Per quanto riguarda l’Europa, i taxi milanesi non figurano certo tra i più cari, almeno per quanto riguarda la tariffa base, quella «di bandiera», che è più alta a Dublino a Londra e a Stoccolma, mentre quella «a chilometro» è inferiore a quella di Amsterdam, Bruxelles, Monaco e Parigi. A far lievitare i costi sotto la Madonnina sono soprattutto i centralini dei radiotaxi che fanno scattare il tassametro nel momento in cui la chiamata viene smistata e non quando il passeggero sale in macchina. Milano poi sconta il problema del traffico e delle poche corsie preferenziali e se a ciò si aggiunge che la città è penultima tra le metropoli europee per numero di licenze (1,6 per mille abitanti), ecco spiegate le lunghe attese e i conti salati. Altro che 30 centesimi.

fonte: ilgiornale.it 07/09/2010

3 commenti

  1. Ehm, 1.400.000 abitanti circa su 4800 taxi circa fa 4,8 taxi ogni mille abitanti. La matematica è un’opinione. E così via il resto… — Piuttosto mi farei un’altra domanda. Il Giornale è l’organo ufficiale del PdL, perché ci attacca come facevano gli organi vicini a Bersani e Rutelli? Come sempre, mi chiedo, “cui prodest”? A chi giova? Non è che oltre che ai soliti noti qualcuno si sta aggiungendo al codazzo di chi vuol creare “servizi di trasporto pubblico alternativo”? Bisogna stare molto attenti…

  2. … ma quando siamo fermi ai posteggi ad aspettare i clienti x ore questi ” giornalisti” dove sono ?? ste v70

  3. Ho grande stima del direttore Feltri.
    Ho ancora l’articolo in cui l’ex giornale che dirigeva, (Libero) prendeva vigorosamente le difese della categoria nei confronti della liberalizzazione delle licenze.
    Cosa è succeso adesso che Feltri dirige il “Giornale”?
    Forse non controlla più gli articoli dei suoi dipendenti?
    Che amarezza!!
    Che falsità!!

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