Guerra tra NCC italiani e taxi ticinesi

Scoppia la polemica tra i tassisti svizzeri e chi, in Italia, offre il servizio di noleggio con conducente (Ncc). La richiesta è precisa: in Ticino queste vetture con targa italiana non devono circolare. O meglio, conclusa la corsa che li ha portati in territorio elvetico, devono immediatamente rientrare, senza far salire nuovi clienti.
E non si tratta di una semplice “diatriba” a distanza. La tensione è infatti palpabile. Basta superare il confine e fermarsi a chiacchierare, davanti alla stazione di Chiasso, con alcuni tassisti ticinesi per arrivare subito al cuore del problema.
«Qui da noi sono in vigore regole molto restrittive e severe – dice un ex tassista di Como che ormai da 10 anni si è trasferito per lavoro oltreconfine – Abbiamo turni precisi e pause obbligatorie da rispettare dopo un certo numero di ore di guida. A bordo abbiamo il tachigrafo. Uno strumento che registra, per quattro anni, tutti gli spostamenti e il rispetto delle disposizioni. E viene poi controllato minuziosamente. Il rischio di multe, se viene riscontrata qualche violazione, è altissimo. Per noi è inammissibile che gli Ncc in arrivo da oltreconfine, dopo aver lasciato i clienti magari a Lugano, cerchino di trovarne altri per il ritorno». È questa la sostanza del problema che Lorenzo Quadri, deputato della Lega dei Ticinesi al parlamento cantonale (Gran Consiglio) ha tradotto in un’interrogazione.
«Nella vicina Penisola è in atto una “guerra” tra taxisti ed Ncc – si legge nel testo dell’interrogazione, datata 12 agosto – Situazione generata dal rilascio di un numero spropositato di licenze da parte di alcuni Comuni italiani, col risultato che i titolari di dette licenze esercitano abusivamente in altri comuni. Adesso, in regime di accordi bilaterali, il conflitto viene importato anche in Ticino, provocando difficoltà e problemi».
Si tratta, dice Quadri, di analisi derivate dall’osservazione delle regole applicate in Italia. «A quanto risulta le auto a noleggio con conducente devono iniziare e terminare la corsa nel comune italiano dove è stata rilasciata l’autorizzazione. Poiché evidentemente in Svizzera non può essere stato riconosciuto alcun permesso agli Ncc italiani, ne consegue che nessuna loro corsa dovrebbe poter cominciare o terminare su territorio elvetico. Risulterebbe inoltre obbligatorio, per gli Ncc, rientrare all’autorimessa dopo ogni servizio». Da qui una richiesta specifica che chiude l’interrogazione.
«Chiediamo che le autorità cantonali si attivino a tutela del mercato ticinese del trasporto di persone, verificando e chiarendo se e a quali condizioni, gli Ncc italiani siano effettivamente autorizzati a prestare i propri servizi anche da noi». Sin qui la richiesta del parlamentare leghista. Al quale replica Lorenzo Peroni, presidente dei tassisti e Ncc di Como «Mi sembrano polemiche inutili. Noi non facciamo altro che portare i clienti a destinazione e tornare subito. Ci fermiamo soltanto su richiesta del passeggero. E poi andiamo solitamente al Fox Town o a Campione. Se l’interrogazione serve a scovare eventuali tassisti abusivi, ben venga. Chi è in regola non teme nulla. Peraltro, anche i tassisti svizzeri sono presenti fuori da Como San Giovanni per prelevare i clienti e noi non ci lamentiamo».

fonte: corrierecomo.it 16/07/2010

2 commenti

  1. a seguito dell’adesione della Svizzera a Shengen (decorrenza 31.12.2008)non è più possibile per le varie polizie cantonali bloccare i trasporti NCC italiani ed applicare sanzioni,sia che la corsa cominci in italia e finisca in Svizzera sia che cominci in Svizzera e finisca in Italia. Sussiste infatti il regime della libera circolazione delle persone e “dei servizi”. Qualora dovesse avvenire un sopruso da parte della polizia cantonale suggerisco l’immediata denuncia della stessa polizia cantonale ex art. 118 e 312 del codice penale svizzero trattandosi di un abuso di autorità.

  2. Ringraziamo l’avvocato U.Savio per i chiarimenti forniti e per le procedure suggerite

I commenti sono chiusi.