Il bando di licenze a Milano e i furbetti del quartierino -di Davide Pinoli

Il Bando del Comune di Milano per l’emissione di 450 nuove licenze taxi è a monopolizzare la comunicazione dei media all’interno e all’esterno della Categoria. Una miriade di pareri, insulti, giudizi e pregiudizi hanno invaso non solo il web e le pagine dei giornali, ma anche quei programmi di cosidetto “approfondimento”, propinati dai tuttologi di radio e TV.

In contro tendenza con la confusione che da tempo regna in questo bailamme di notizie e di nozioni (riportate al posteggio e nei vari gruppi social),  le dichiarazioni odierne da parte di alcuni davvero titolati Presidenti di Radiotaxi e Rappresentanti “non sui generis”, entrano nel tema senza uno spreco di inutili aggettivi da piazza, spiegando ad una platea di lettori esterni alle dinamiche di noi tassisti, che la Categoria non si è mai chiusa a riccio, ma sempre stata disponibile (turni liberi e quant’altro) e aperta al dialogo.

Purtroppo, come evidenziato nel corso dell’incontro presso il Comune di Milano tra le OO.SS. e l’Assessora Censi, tutta questa compattezza “da posteggio” al tavolo milanese (dove ero presente personalmente) non si è evidenziata e a parte alcune modifiche alla viabilità puntualmente bocciate dal Comune, pochissimi, quasi nulli, sono stati gli interventi nel merito di un Bando proposto con arroganza e assoluta incompetenza (alla mia domanda sul limite di età dato per poter accedere, l’Assessora e il suo team non hanno, di fatto saputo rispondere).

Partendo dal presupposto che, dopo vent’anni, un’iniezione di 450 nuove licenze (a patto che abbiano un prezzo di mercato veritiero e non da mercatino del proletariato rosso) non sconvolgerebbe la vita di nessuno, bisogna invece sottolineare come non venga fatta menzione del fatto che le stesse saranno affiancate anche da quelle 450 DOPPIE GUIDE non richieste inizialmente dal Comune ma sollecitate allo stesso da Radiotaxi SRL e da un piccolo Sindacato che, proprio nel merito, era ad invitare i tassisti ad applicare il suo adesivo sul lunotto…

La Democrazia è una grande forma di libertà, ma la troppa libertà porta “pericolosamente” troppa gente a voler parlare dal pulpito, creando nei fatti confusione e perdita di tempo.

Come in tutte le già citate Democrazie, anche nella Categoria taxi a parlare dovrebbe essere chi è stato eletto e di conseguenza preposto a farlo da numeri e tessere reali a sostegno.

E infine la confusione che regna sempre più in una categoria disunita composta da tassisti che sparano nel gruppo senza mai prendere la mira: vorrei chiedere a chi sfoga le proprie riserve di testosterone nello scrivere “sindacazzi” e aggettivi simili, se è per caso rappresentato, se ha mai partecipato ad una riunione, se ha mai preso parola, se conosce il Regolamento di Bacino e la Legge 21/92 nei suoi dettagli, oppure scrive e parla “ad minchiam” senza sapere o indicare MAI a chi si riferisce…

Chi sono i sindacazzi? Tutti (cosi da non sbagliare) oppure solo qualcuno? Troppa confusione e troppa disinformazione: ben vengano pertanto le dichiarazioni di chi è realmente a Presiedere o a Rappresentare con la conoscenza della materia per ciò che è e non per quello che viene propinato da chi non sa.

Davide Pinoli