Roma, tassista rapinato: «Quel ladro ha voluto soldi e cellulare, tremavo dalla paura». C’è l’identikit del bandito

ilmessaggero.it «Mi ha minacciato. Se non avessi fatto tutto quello che diceva lui mi avrebbe picchiato. Ero terrorizzato. Era buio e non passava nessuno in quel momento». Simone D. L. ha 26 anni, una moglie, una figlia e un figlio in arrivo. Lavora come tassista da soli 8 mesi e già è stato vittima di una rapina mentre era in servizio.

IL RACCONTO
«Erano le 20.30 di lunedì – racconta ancora scosso ero in zona Anagnina quando, davanti al Bar pasticceria Di Ruvo Antonio, proprio su via Anagnina, un uomo sulla quarantina alza la mano per prenotare il taxi. Io accosto, mi fermo e lo faccio salire. Si siede davanti, sul sedile del passeggero. Prima mi fornisce un indirizzo, dopo un po’ decide di cambiare destinazione, dandomene un altro». I due alla fine arrivano in via di Tor Cervara, in un una zona isolata e poco illuminata. «Mi ordina di spegnere l’auto e mi ruba le chiavi. Poi minacciandomi mi prende cellulare e soldi, circa 100 euro. Ottenuto quello che voleva scende dalla macchina e scappa». S. D. L. non ha modo di reagire, l’uomo era già pronto a dargli un pugno in faccia. E soprattutto era molto più grosso di lui. «Non avendo il cellulare, non potevo telefonare a nessuno. Così ho messo in moto l’auto e sono fuggito. Sono andato al Commissariato San Basilio per fare la denuncia. Ho avuto paura per me, ma ho pensato anche a mia moglie e ai miei figli. Assurdo che rischino di trovarsi orfani solo perché loro padre sta compiendo il suo dovere di lavoratore» dice arrabbiato. È arrabbiato perché «succede spessissimo. Non sono né il primo né l’ultimo a essere aggredito mentre sono in servizio»

L’EMERGENZA
Sui gruppi social dei tassisti infatti è un susseguirsi di segnalazioni di persone pericolose e di testimonianze di lavoratori assaliti. Spesso si tratta di uomini, di varie età e nazionalità. L’uomo in questione – un romano con un tatuaggio in faccia, secondo D. L. – ha già aggredito un suo collega, privando anche lui di cellulare e soldi. È successo il 4 dicembre. Sempre nella stessa zona. E quella volta sembra che addirittura avesse un coltello. Ma lui non è l’unico.

«È un continuo. Sono situazioni quotidiane. Sempre più spesso – spiega Roberto Massullo, responsabile della centrale operativa Radio Taxi 3570 – siamo vittime di aggressioni da parte di clienti che non vogliono pagare. Poi ci sono quelli che addirittura ci minacciano e ci derubano, come in questo ultimo caso. È assurdo che uno debba avere paura di lavorare». La notte, poi, dicono che sia il momento più critico anche perché in strada non c’è quasi mai nessuno ed è impossibile chiedere aiuto. «Ormai sono episodi così frequenti che tanti di noi non fanno più nemmeno le denunce perché sono scoraggiati». Anche perché spiegano che i malintenzionati non chiamano mai per prenotare un taxi, li fermano mentre sono in strada, così è più difficile risalire a loro.

L’ESCALATION
«Molti sono giovani, ubriachi o drogati che cercano di rubare pochi spicci proprio per la droga» prosegue Massullo aggiungendo che «negli ultimi anni la situazione sta peggiorando». Lui fa il tassista da 38 anni, come anche suo padre e suo nonno. «Conosco molto bene questo lavoro e posso assicurare che è un fenomeno che si sta sviluppando soprattutto in questi ultimi anni». L’importante spiega Massullo è non reagire perché «non sai mai cosa possono fare queste persone e dopo il rischio è che ci scappa il morto. Purtroppo il nostro lavoro è diventato davvero rischio» dice con rammarico.