Taxi, interviene il governo. Licenze più semplici, ma per il comune di Roma non basta

romatoday.it Concorso semplificato, aumento delle licenze e incassi delle nuove autorizzazioni tutti nelle tasche tassisti. Sono queste le principali novità contenute nel dl Asset e spiegate da una circolare interministeriale firmata dal ministero delle imprese e del Made in Italy e dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Delle precisazioni che, almeno per quanto riguarda Roma, non hanno convinto l’assessore alla mobilità Eugenio Patanè che, come il sindaco Gualtieri, è critico da tempo nei confronti di questo provvedimento.

La circolare sul dl Asset
Nella nota interministeriale si spiegano i contenuti del dl Asset, convertito di recente in legge. Si prevede, per i comuni, la facoltà di “rilasciare, in via sperimentale, licenze aggiuntive per l’esercizio del servizio di taxi per fronteggiare lo straordinario incremento della domanda legato a grandi eventi o a eccezionali flussi di presenze turistiche”. Le licenze hanno carattere “temporaneo o stagionale e una durata non superiore ai dodici mesi” prorogabili per altri dodici “per esigenze di potenziamento del servizio emerse dalla ricognizione dei dati”.

Queste nuove licenze possono essere rilasciate a tutti i soggetti che già esercitano il servizio. Parliamo, quindi, di lavoratori associati “in forme di cooperative o consorzi”. Una precisazione importante perché solo queste figure possono essere in grado, in caso di bisogno, di rendere effettivamente operative le nuove licenze. Rispetto al passato, inoltre, è stato rimosso il vincolo della non cedibilità delle licenze temporanee o stagionali, che possono anche essere “cedute a titolo oneroso a terzi”. L’importante, ribadisce la nota, è che queste misure devono essere disposte a favore di soggetti “già organizzati”.

Incremento delle licenze
Le amministrazioni comunali hanno la facoltà di incrementare il numero delle licenze taxi “in misura non superiore al 20% delle licenze già rilasciate”. A Roma, attualmente, sono attive 7962 licenze. Troppo poche secondo l’Antistrust che, nei giorni scorsi, aveva strigliato proprio la Capitale su questo tema. Con la nuova legge, quindi, Roma potrebbe aumentare le licenze fino a 1600. Nello specifico, in una recente intervista a Rtl, Gulatieri aveva annunciato di aver avviato le procedure per il rilascio di 1000 licenze permanenti e 500 stagionali. Gli enti capoluogo di regione, sede di città metropolitana e sede di aeroporto, con il dl Asset potranno ora bandire un concorso, per il rilascio di nuove licenze, con modalità semplificate. Ai fini del rilascio della licenza, inoltre, si prevede l’utilizzo di veicoli a basso livello di emissione.

Un punto che non era stato ben accolto dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e dall’assessore alla mobilità, Eugenio Patanè, riguarda il rilascio a titolo oneroso della licenza, visto che gli introiti sono destinati al 100% a compensare i tassisti già autorizzati dal Comune. Insomma, tutti gli incassi andranno, a titolo di indennizzo, alle auto bianche mentre in precedenza il 20% di quella cifra andava agli enti locali. Questo è quanto stabilisce la Bersani: 80% ai taxi che avranno maggiore concorrenza, 20% “alla comunità”. Secondo uno studio realizzato da Wired, Roma perderebbe una cifra che aggira sui 55 milioni di euro.

Seconde guide e turnazioni
I titolari di licenze taxi possono ora ricorrere a seconde guide in turnazioni orarie aggiuntive e diverse da quelle già svolto. Per farlo, basterà presentare al comune di appartenenza una comunicazione di inizio attività. Tutte le amministrazioni comunali, quindi, dovranno consentire la doppia guida ma potranno farlo con le modalità che riterranno più idonee, mediante un apposito regolarmente.  “Procedure semplificate per avere più taxi, più licenze e più servizi in auto ecologiche, quindi in città più salubri” ha commentato, con una nota, il ministro Adolfo Urso.

Previsioni troppo ottimistiche
Non è convinto delle rassicurazioni fornite dai ministeri l’assessore Eugenio Patanè, che già in passato aveva avuto dei botta e risposta a distanza con il ministro del Made in Italy. Secondo Patanè le procedure per il rilascio di nuove licenze non sono state cambiate con il decret e rimangono alcun passaggi obbligatori: “fare uno studio motivato sulla quantità di aumento dell’organico delle licenze e uno studio sul valore delle stesse – dice Patanè in una nota – inviare una richiesta di parere obbligatorio motivata all’ART quantomeno sul valore della licenza; ottenere il parere obbligatorio della commissione consultiva sull’aumento dell’organico; delibera di Giunta che decreto l’aumento dell’organico; seconda delibera di Giunta che approva il bando delle licenze con i criteri di assegnazione; pubblicazione del bando. Sei passaggi – sottolinea Patanè – che non vengono eliminati dal dl Asset, con il quale però le amministrazioni perderebbero il 20% degli oneri complessivi che andrebbero ai comuni secondo la Legge Bersani. Un introito importante che avrebbe reso sostenibile per i Comuni questa procedura straordinaria”.

Le semplificazioni per accelerare i tempi, quindi, non bastano secondo Patanè a fronteggiare evntuali aumenti della domanda. “A conti fatti – dice ancora l’assessore – risparmieremmo solo la fatica di chiedere all’ART il parere reso obbligatorio dalla legge vigenti sull’aumento dell’organico: un risparmio di tempo di circa un mese che possiamo ben sacrificare sull’altare dei mancati introiti. Aggiungiamo, inoltre, che sulle licenze stagionali il dl Asset non è appetibile per i tassisti: avevamo proposto di trasformare queste licenze temporanee in licenze permanenti, ma attivabili stagionalmente. E non è stato fatto”.