Antitrust sui taxi: “A Milano numero licenze va adeguato alla domanda”. E il ‘Mistery client’ controlla la qualità del servizio

milano.repubblica.it L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato al Comune di Milano (oltre che ai Comuni di Roma e di Napoli) una segnalazione relativa alla regolamentazione delle licenze taxi dopo che negli scorsi mesi di luglio e agosto, avvalendosi della collaborazione del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza aveva richiesto dati e informazioni ai Comuni, oltre che alle principali società di radiotaxi e alle principali piattaforme di intermediazione delle corse (Mytaxi e Uber) per valutare lo stato del servizio di trasporto pubblico non di linea ma mediante taxi.

Licenze anche oltre il 20 per cento consentito dalla procedura straordinaria”
Secondo l’Autorità, in un periodo in cui anche a Milano erano presenti tanti turisti è stata messa in evidenza “una strutturale e crescente inadeguatezza dell’offerta di servizi taxi rispetto alla domanda” e quindi si sollecitano questi 3 Comuni, Milano, Roma e Napoli, ad intervenire “al fine di adeguare strutturalmente il numero delle licenze taxi, anche spingendosi oltre il 20 per cento consentito dalla procedura straordinaria prevista dal governo (decreto legge del 10 agosto 2023 n.104, “Disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici” convertito nella legge n.136 del 19 ottobre 2023, “decreto Asset”), che sulla disciplina del servizio di taxi interviene con l’articolo 3 “misure urgenti per far fronte alle carenze del sistema di trasporto taxi su gomma”.

“Necessario rendere più stabile monitoraggio su qualità del servizio”
Viene anche sottolineata la “necessità di rendere più flessibili i turni e più stabile il monitoraggio sulla qualità e adeguatezza del servizio”. I tassisti milanesi confermano che durante l’estate il servizio taxi ha avuto delle difficoltà “a causa di una presenza turistica oltre misura”, dice Claudio Severgnini, presidente di Tam Tassisti artigiani milanesi, con circa 700 iscritti all’associazione. Severgnini spiega che però il servizio taxi “andrebbe messo in parallelo con i deficit del servizio di trasporto pubblico di linea, perché noi siamo un servizio complementare a quello. Se il servizio pubblico di linea non funziona, va da sé che purtroppo quello dei taxi viene sommerso da un numero di richieste superiore al dovuto”. A Milano le licenze dei tassisti sono al momento 4.885. Il Comune ha deciso di procedere con il bando, ha deciso per l’aumento delle licenze ma deve ancora stabilire quante saranno, a titolo oneroso fino al 20 per cento come stabilisce la legge.

Ma per i tassisti milanesi andare oltre il 20 per cento “è troppo”
Ora l’Antitrust stabilisce di andare oltre il 20 per cento: secondo i tassisti milanesi, “già il 20 per cento in più è certamente troppo. Di nuove licenze ne possono servire fino al 10 per cento in più, avremmo 480 macchine in più. Oppure si può sostituire questa possibilità implementando le collaborazioni familiari e quindi le seconde guide”. Proprio a seconda di quante saranno le richieste dei tassisti per le seconde guide è legata la decisione del Comune di Milano su quante nuove licenze disporre attraverso il prossimo bando. In sostanza, se le richieste per le seconde guide dovessero essere molte questo potrebbe portare a un abbassamento della quota per ora fissata al 20 per cento di nuove licenze in più, che significherebbe circa mille auto bianche in più.

Censi: “Rispondere alle esigenze dei cittadini”
“La somma delle seconde guide e delle licenze messe a bando dovrà rispondere alle esigenze dei cittadini e contemporaneamente mantenere in equilibrio il sistema taxi”, conferma l’assessora alla Mobilità Arianna Censi. Già nel 2019 il Comune di Milano aveva chiesto a Regione Lombardia 450 nuove guide per i taxi, ricevendo uno stop. L’Autorità chiede anche l’implementazione del taxi sharing, l’efficientamento dei turni per renderli più flessibili e inoltre raccomanda l’esercizio di un monitoraggio sull’adeguatezza dell’offerta del servizio taxi e sulla prestazione del servizio. Del monitoraggio dei tassisti, a Milano, si occupa Regione Lombardia che utilizza un sistema di controllo che si chiama “Mistery client” (messo a punto da una società privata che collabora con la Regione) dove il ‘cliente misterioso’ è un funzionario regionale che di volta in volta prende un taxi e ne verifica la pulizia, gli orari, i costi e quindi l’adeguamento tariffario, che le percorrenze della corsa siano le migliori e che il tassista osservato utilizzi correttamente il pos per i pagamenti.

Sul tema taxi c’è un confronto con la Regione
Contemporaneamente sul tema del trasporto taxi esiste un confronto con Regione Lombardia perché, sottolineano i tassisti, c’è un sistema che vede 3 aeroporti nel territorio di 3 provincie diverse, Linate (Mi), Orio al Serio (Bg), e Malpensa (Va). “Noi siamo pronti al dialogo – dice Severgnini presidente di Tam – l’aumento delle licenze non è un dogma basta che si tenga presente anche una maggiore sicurezza per i tassisti che sono in turno nelle ore serali, perché fare questo servizio di notte dopo le 22 sta diventando una vera e propria prova di coraggio, perché i cittadini preferiscono prendere un taxi piuttosto che la metropolitana”.

I tassisti: “Relazione Antitrust contiene un errore”
Per i tassisti di Milano, la relazione dell’Autorità che definisce “inadeguata l’offerta del servizio taxi rispetto alla domanda” contiene un errore: “Non si può misurare il numero dei taxi solo in funzione di quella che è la percentuale rapporto taxi/abitanti, bisogna legarla anche alla velocità commerciale dei taxi che va tenuta in città, al numero di auto che ci sono per chilometro quadrato all’interno della città, inserendo più corsie riservate e più posti auto per poter essere visibili all’interno del centro storico. Non si può solo aumentare il numero dei taxi senza fare niente sul resto perché rischiamo di avere 500 macchine in più con velocità vicine allo zero e che sono in grado di servire zero”.