Taxi a Roma, l’assessore Patanè: «Nuove licenze, il sindaco ricorrerà ai poteri commissariali»

roma.corriere.it Mentre si riaccendono le polemiche sulla carenza di taxi Eugenio Patanè, responsabile della Mobilità, si dice «deluso» dal Decreto asset. Nel frattempo per il 10 ottobre tre sigle sindacali (Usb, Orsa e Fast Cofsal) hanno indetto lo sciopero delle auto bianche in segno di protesta contro il governo Meloni che «con l’avvicinarsi delle elezioni europee ci dà in pasto all’opinione pubblica».

Assessore Patanè, cosa non la convince della norma approvata in Senato con il voto di fiducia?
«Il primo punto che avevamo chiesto di modificare riguarda il rilascio di licenze temporanee stagionali, della durata di 12 mesi prorogabili al massimo di altri 12: una misura inefficace perché è impensabile che chi investe 40-50mila euro per l’acquisto di un’auto nuova accetti di lavorare soltanto per due anni».

Quali altri aspetti avevate chiesto di migliorare?
«Nel confronto con il governo ci era stata prospettata la possibilità di accedere all’iter semplificato se avessimo rilasciato fino al 20 per cento di nuove licenze, anche a titolo oneroso, rispetto a quelle esistenti. La norma attuale prevede che l’80 per cento degli oneri venga redistribuito tra i tassisti, il 20 per cento assegnato ai Comuni, adesso invece con la procedura semplificata andrà tutto ai tassisti: se aderissimo perderemmo il 20 per cento, che per noi è insostenibile. È un argomento ampiamente discusso, anche dal sindaco, ma purtroppo non siamo stati ascoltati».

In questi giorni, mentre Roma ospitava la Ryder Cup, si sono riviste le lunghe file di turisti in attesa di un’auto bianca a Termini e in altri punti nevralgici: come se ne esce?
«Per rispetto istituzionale attendiamo che martedì (domani, ndr) la Camera si pronunci sul decreto, dal giorno successivo convocheremo i sindacati e le associazioni dei consumatori per discutere di come affrontare il necessario aumento delle licenze da qui al Giubileo».

Quale potrebbe essere una soluzione per velocizzare l’iter?
«Il percorso prevede una serie di step a partire dall’aumento dell’organico: rispetto agli attuali 7.800 tassisti bisogna capire, anche confrontandoci con la Città metropolitana, quanti ne servono in più. Da valutare, poi, come intervenire sui picchi di stagionalità e i giorni in cui si registra un’impennata della domanda. Dovremo richiedere il parere dell’Art (l’Autorità di regolazione dei trasporti), portare la delibera in Consiglio e procedere al bando».

Un percorso lungo…
«Sì, ma per accorciare i tempi e semplificare alcuni passaggi il sindaco potrebbe ricorrere ai poteri commissariali. Ci stiamo muovendo adesso per arrivare preparati al Giubileo».

Secondo le vostre stime, quante licenze in più servirebbero per migliorare l’efficienza del servizio?
«È un tema delicato perché dobbiamo trovare il punto di equilibrio tra la necessità di soddisfare la domanda quando aumenta e non lasciare le macchine ferme ai parcheggi quando cala. A Termini bisognerebbe introdurre un turno logistico, facendo convergere nel piazzale della stazione un congruo numero di taxi nei momenti in cui non ci sono: dopo le 22.30 e fino a mezzanotte-l’una, quando le Frecce scaricano gli ultimi passeggeri, il sabato e la domenica sera, quando piove… Un altro elemento anacronistico è l’impossibilità di monitorare quanti taxi circolano a Roma, salvo quelli che passano sotto le telecamere della Ztl, mentre il tracciamento di tutti gli altri mezzi di trasporto pubblico è puntuale e capillare».