I taxi a Bologna e la trattativa per aumentare le licenze: cosa chiedono Comune e tassisti

corrieredibologna «La disponibilità c’è, ma in una trattativa serve un punto di equilibrio». Il giorno dopo le dure parole rivolte dal sindaco Matteo Lepore ai tassisti sulla trattativa che va avanti da mesi sulla riforma del servizio, torna a parlare il presidente di Cotabo Riccardo Carboni. Il numero uno della cooperativa getta acqua sul fuoco delle polemiche («le parole del sindaco sono forse una risposta a quanto espresso da alcuni sindacati il giorno precedente») e non immagina un futuro in cui Comune e tassisti non raggiungano un accordo. Peraltro è arrivata nelle ultime ore l’attesa convocazione per un nuovo incontro tra le parti, fissato per il prossimo 7 settembre.

Le cooperative dei taxi e le critiche dei clienti
Sul tema delle nuove licenze Carboni sospende il giudizio e ridimensiona la questione legata ai numeri e al decreto del governo che fissa la possibilità per i comuni di mettere a bando nuove autorizzazioni fino ad un massimo del 20% del totale: «Il tema è in discussione — spiega — ma bisogna tenere conto del contesto, parliamo di velocità commerciale, viabilità, accesso a punti nevralgici come l’aeroporto che spesso risulta difficoltoso. Non è solo una questione di numeri, servono anche le giuste condizioni altrimenti diventa complicato essere efficienti. In certe fasce orarie se non ci sono i taxi, non esistono altri mezzi pubblici in circolazione. E di questo è necessario tenere conto. Il decreto del governo? Deve essere convertito in legge a ottobre e da qui ad allora è possibile che subisca diverse modifiche, perché esistono diversi elementi di criticità».

La trattativa per migliorare il servizio a Bologna
Il numero uno di Cotabo ribadisce come dal suo punto di vista «le trattative» siano «a buon punto». «Non siamo lontani da un accordo», insiste. Ma la quadra va trovata anche su altre questioni, come l’adozione della app per verificare il numero di veicoli in servizio e la loro geo-localizzazione. «Nessuno vuole negare all’amministrazione il diritto di sapere se in servizio ci sono 300 o 400 auto — precisa — ma le modalità con cui questo si vuole realizzare sono importanti. Servono ragionamenti approfonditi, bisogna sedersi a un tavolo e discutere, tenendo ben presente il contesto in cui si opera».

Il nodo dell’utilizzo del Pos e il caso Red Sox
Gli ultimi giorni hanno portato a galla altre due vicende, quella legata all’utilizzo (o al non utilizzo) del Pos sulle auto bianche e il caso Red Sox. Si parte dalle gomme tagliate all’auto di Roberto Mantovani. E Carboni non è tenero con il tassista: «Non tutto deve essere socializzato — dice — l’esposizione mediatica non ha aiutato lui ad avere buoni rapporti coi colleghi. È il gioco delle parti, bisogna saper tenere conto delle contestazioni. Ma lui le soffre, soffre il dissenso. Detto questo, ribadisco come gli atti vandalici vadano sempre censurati». Sul possibile coinvolgimento di qualche collega, lo stesso Carboni frena: «Aspettiamo che si chiuda la vicenda e si capisca, nel caso, di chi siano le responsabilità». Tornando ancora sulla questione Pos, il presidente di Cotabo taglia corto: «Nel 2022 oltre 9 milioni di euro sono stati incassati con pagamenti elettronici e quest’anno saranno di più. Se qualcuno non ne consente l’utilizzo, va segnalato».