Licenza di ubriacarsi, tanto paga Pantalone

laprovinciacr.it «Soldi della collettività buttati via, ci pensino i genitori per loro». È difficile non essere d’accordo con lo psichiatra e scrittore Paolo Crepet, che boccia senza mezzi termini l’idea di fornire taxi gratuiti fuori dalle discoteche per riportare a casa chi ha alzato troppo il gomito. Iniziativa che trova pratica attuazione nel protocollo sperimentale tra il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e le associazioni rappresentative dei locali di intrattenimento notturno.

La finalità dichiarata dai firmatari è positiva: «contro le stragi del sabato sera». L’attuazione pratica, al contrario, è la negazione di ogni politica di educazione all’autocontrollo, al senso di responsabilità e al rispetto degli altri, a livello sia governativo che famigliare. Vale a dire la base di ogni intervento con qualche possibilità di successo su un terreno minato come quello dell’abuso di alcol tra i giovani.

«Non vedo perché lo Stato debba intervenire in vece dei genitori: un ragazzo e una ragazza vanno in discoteca e pagano, perché per ubriacarsi bisogna pagare tanto. Questi soldi chi glieli mette in tasca? I genitori sborsano per farli pagare, lo Stato gli fornisce il taxi gratis? Che mondo è?», si chiede ancora Crepet. E con lui se lo domandano le migliaia di cremonesi che hanno risposto al nostro sondaggio sul tema, bocciando l’iniziativa nella stragrande maggioranza. Il 55 per cento si è espresso con un «No, perché la proposta strizza l’occhio al concetto: bevete pure, ragazzi tanto c’è il taxi fuori dalla discoteca»; un altro 31 per cento dice «No, perché i soldi dei contribuenti vanno spesi per i più fragili»: 55 più 31 fa 86 per cento. Solo per il dieci per cento di chi ha risposto al nostro sondaggio «Sì, è un’ottima idea per evitare le stragi del sabato sera»; un due per cento si dice d’accordo perché «è giusto che i ragazzi possano godersi la serata della movida senza preoccuparsi del ritorno a casa»; il restante due per cento non ha un’opinione.

Che le stragi del sabato sera siano un fenomeno allarmante lo dicono i dati, un bollettino di guerra che si gonfia settimana dopo settimana, come rilevato dall’Osservatorio Asaps, l’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale. Nell’ultimo weekend di luglio, 13 vittime avevano meno di 35 anni e complessivamente, nei fine settimana del mese, si sono contati oltre 180 morti, ben 35 solo nell’ultimo. Una guerra silenziosa. Che dall’inizio dell’anno ha fatto già oltre 800 morti e, come osserva ancora l’Asaps, è alimentata anche da comportamenti sbagliati alla guida e dall’inosservanza delle norme stradali. E tra i nemici giurati della guida sicura c’è l’alcol al primo posto.

Il protocollo d’intesa prevede che il Governo metta a disposizione fondi (quanti non è specificato) per pagare il taxi o la navetta a chi, sottoponendosi all’alcol test all’uscita delle discoteche, superi il limite previsto per mettersi alla guida. In questo caso, la persona sarà riportata a casa, così come tutti quelli che accompagnava. A fornire il voucher sono i locali di intrattenimento, previa convenzione con le compagnie locali di tassisti o ncc. Il progetto per ora riguarda sei locali notturni: due in Lombardia, la discoteca Mascara All Music di Mantova e il Naki di Pavia; gli altri sono Il Muretto di Jesolo Lido, il Parja di Gallipoli, il Baia Imperiale di Gabicce Mare e La Capannina di Castiglione della Pescaia.

La sperimentazione, avviata lo scorso fine settimana solo a Jesolo, una delle capitali del divertimento notturno, proseguirà fino a metà settembre. Una notte di musica e ritmi ipnotizzanti — c’erano circa 4mila persone — e poi l’uscita prima dell’alba, qualcuno ben ritto sulle proprie gambe, altri più incerti nei propri passi, come riportano le cronache locali. In generale, spiega Lorenzo Fabris, presidente del Consorzio Taxi Nordest, sono stati i loro amici a preferire un passaggio sicuro in taxi, anziché affidarsi a quello di loro che avrebbe dovuto mettersi alla guida in cattive condizioni psico-fisiche. I quattro veicoli a disposizione hanno effettuato complessivamente sette corse. I ragazzi, una trentina in tutto, non sono però stati accompagnati direttamente a casa, ma alla fermata dell’autobus: è previsto che i taxi non superino tragitti di 20-30 chilometri all’interno del Comune in cui si trova il locale, particolare questo che limita di molto l’efficacia del provvedimento.

Samuele Bucciol, titolare della discoteca, ha espresso sostegno convinto al provvedimento del ministro Salvini: «Le persone vengono qui a divertirsi, vogliono lasciare i problemi della settimana a casa e magari bevono qualcosa in più. Ma così non hanno il pensiero di guidare. Perché il taxi pagato dal Governo li porta a casa sicuri. Loro, ma anche gli automobilisti che incontrerebbero già sulla strada».

Musica per le orecchie del ministro, che ha commentato: «Scattano i taxi gratis anti-incidente. I ragazzi approvano. È un’iniziativa giusta e sicura perché riduce il rischio di incidenti stradali. Bene così, ogni potenziale incidente evitato e ogni vita salvata sono una vittoria». Gli ha fatto eco il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana: «Da genitore, valuto con estremo favore tutto ciò che va nella direzione della prevenzione e della sicurezza. Bene, dunque, questa sperimentazione, che mi auguro possa essere estesa».

Ma c’è stato anche il controcanto: «Non so a voi, ma a me questa storia dei taxi introvabili anche se pagati, che si materializzano gratis in discoteca se alzi il gomito, non convince tantissimo», ha twittato Davide Faraone, deputato di Azione-Italia Viva. Per concludere: «Se poi penso che il servizio è pagato dai contribuenti sobri, che per premio restano anche a piedi, non mi convince per nulla».

Sulla stessa linea d’onda Nicola Di Giacobbe, segretario nazionale di Unica Cgil Taxi: «Noi siamo un servizio pubblico, quello che ci chiedono facciamo. La domanda è se sembra giusto che un taxi venga messo a disposizione di gente che è andata ad ubriacarsi e a divertirsi e non venga fornito a persone anziane che devono tornare a casa magari dopo una visita medica. È un’idea che invece di controllare l’uso dell’alcol premia chi ha reso l’alcol un elemento di divertimento, ne incentiva l’uso, tanto una volta che sei ubriaco ti riporto a casa».

Chi i suoi ragazzi se li è sempre portati avanti e indietro a proprie spese è l’Interflumina, che però annuncia la fine del servizio per mancanza di fondi. Il presidente Carlo Stassano allarga il tiro e commenta amareggiato: «Da un lato il Governo invita i giovani a divertirsi contravvenendo al divieto di un consumo di alcol fuori legge in quanto, per tutelare la loro salute e quella di eventuali altri cittadini automobilisti, li trasporta gratuitamente fino alle loro abitazioni. Ma nel caso di un servizio essenziale verso persone affette da problematiche oncologiche deve intervenire una associazione di volontariato, MEDeA, per effettuare il trasporto gratuito casa-ospedale».

Che mondo è? Che mondo è quello in cui non si insegna ai ragazzi ad andare in gruppo e a turno uno di loro non deve bere per portare a casa gli altri? Che mondo è quello con taxi pagati da Pantalone, cioè dai contribuenti, a disposizione di chi, per farsi portare a casa, alza il gomito più di quanto non farebbe normalmente? Quei soldi non sarebbero meglio spesi per pagare gli straordinari e i notturni delle forze dell’ordine chiamate ai necessari controlli per rendere più sicure le strade anche di notte?