Più taxi in città, è rivolta Cna e sindacato tuonano “In Umbria a posto così Il picco solo con i turisti”

lanazione.it Via libera all’incremento delle licenze dei taxi? In Umbria, regione in cui operano un centinaio di imprenditori (di cui 36 a Perugia) e il 70% della domanda arriva dai turisti, la misura proposta dal ministro Adolfo Urso non convince. Non convince Cna e non soddisfa nemmeno il sindacato Uritaxi, tra i più rappresentativi della categoria. Il segretario per l’Umbria Andrea Cappella spiega infatti che “il decreto Omnibus, nato per far sparire le lunghe code di utenti in attesa di un taxi nelle grandi città, qui in Umbria serve a poco, visto che i picchi della domanda si concentrano soprattutto nei mesi estivi, con l’arrivo dei turisti”.

Altra questione il numero delle licenze. Secondo il sindacato le attuali 36 in provincia di Perugia, le 12 di Terni, le 8 di Spoleto per un totale di un centinaio in tutta l’Umbria sono più che sufficienti a servire l’utenza. “Dunque è inutile prevedere l’incremento del 20%, perché l’estensione provocherebbe soltanto disoccupazione”.

Sulla stessa linea Marina Gasparri (Cna, foto sopra). “Non si può parlare di un aumento generalizzato, perché in questo modo si va a tenere conto soltanto della situazione delle città metropolitane, mentre altrove, come nelle nostre realtà, le esigenze sono molto inferiori”. Mentre il fronte licenze è tutto da definire, il sindacato Uritaxi parla di “inefficienza dei trasporti locali: noi – precisa Cappella – siamo l’ultimo anello della catena e scontiamo e assorbiamo i disservizi creati dalle amministrazioni. Noi che dovremmo solo essere complementari al pubblico servizio in molti casi lo andiamo addirittura a sostituire. Esempio: a Perugia non esistono bus notturni di linea, ci siamo solo noi. Altro esempio: siamo sempre noi tassisti a coprire i buchi del servizio pubblico nelle frazioni dove sono state tagliate quasi la metà delle corse”.

Ci sono comunque novità importanti nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri. Ora tocca ai comuni: i capoluoghi di regione, le sedi di aeroporti e le città metropolitane potranno rilasciare fino al 20% di licenze in più. Verrà usato lo strumento del concorso straordinario, aperto anche a nuovi operatori, con una procedura molto accelerata. Infatti servirà solo il parere dell’Autorità dei trasporti (per verificare che i prezzi siano congrui) entro 15 giorni.

Intanto Cna ribadisce: “la definizione di una percentuale del 20% sull’intero territorio nazionale è incoerente con la situazione esistente, in quanto la necessità reale di aumentare i titoli non supera il 10%. Comunque, a prescindere dalla percentuale, l’emissione di concorsi straordinari andrebbe subordinata ad analisi regionale del fabbisogno, in modo da mantenere il principio della programmazione”.