Taxi, sindacati pronti allo sciopero contro il decreto Omnibus

corriere.it Sciopero dei taxi in arrivo. Il decreto Omnibus che interviene sul settore dei trasporti e sulle licenze dei tassisti solleva le polemiche dei sindacati del comparto. «Questo decreto così fatto non deve essere convertito in legge. Sciopero generale e mobilitazione sarà la nostra risposta» . Così in una nota di Unica Cgil dopo il tavolo di confronto al Ministero delle imprese e del made in Italy con i rappresentanti sindacali dei tassisti. «Le leggi vigenti già consentono ai sindaci di intervenire sugli organici nonché di migliorare ed efficientare i servizi», aggiunge il sindacato.

Critiche al decreto anche dal mondo Ncc che considera il riordino delle licenze non sufficiente. Dice il presidente di Federnoleggio, Luigi Pacilli «Dopo l’incontro con Urso ed il decreto asset investimenti che parte oggi sono rimasti pochi dubbi: la politica non riesce a capire che, nonostante l’apprezzabile impegno dovuto alla contingente emergenza di mancanza taxi, non basterà aumentare l’organico taxi del 20% ma neanche del doppio. Nel merito sono rimaste inascoltate tutti i suggerimenti Ncc». Il numero uno dell’associazione che riunisce le imprese Ncc Confesercenti contesta «l’assoluta noncuranza nei confronti del mondo Ncc».

Sciopero dei taxi in arrivo. Il decreto Omnibus che interviene sul settore dei trasporti e sulle licenze dei tassisti solleva le polemiche dei sindacati del comparto. «Questo decreto così fatto non deve essere convertito in legge. Sciopero generale e mobilitazione sarà la nostra risposta» . Così in una nota di Unica Cgil dopo il tavolo di confronto al Ministero delle imprese e del made in Italy con i rappresentanti sindacali dei tassisti. «Le leggi vigenti già consentono ai sindaci di intervenire sugli organici nonché di migliorare ed efficientare i servizi», aggiunge il sindacato.

Critiche al decreto anche dal mondo Ncc che considera il riordino delle licenze non sufficiente. Dice il presidente di Federnoleggio, Luigi Pacilli «Dopo l’incontro con Urso ed il decreto asset investimenti che parte oggi sono rimasti pochi dubbi: la politica non riesce a capire che, nonostante l’apprezzabile impegno dovuto alla contingente emergenza di mancanza taxi, non basterà aumentare l’organico taxi del 20% ma neanche del doppio. Nel merito sono rimaste inascoltate tutti i suggerimenti Ncc». Il numero uno dell’associazione che riunisce le imprese Ncc Confesercenti contesta «l’assoluta noncuranza nei confronti del mondo Ncc».

«Noi Ncc restiamo vittime delle scelte dettate dal mondo dei taxi», secondo Pacilli. La legge del 2019 non ha tenuto conto dei trentuno anni passati dalla precedente legge del 1992, e neanche l’attuale Governo, a quanto sembra, condivide l’idea che la sostenibilità economica del servizio taxi non possa giustificare l’arcaico protezionismo contro il comparto Ncc». Che così, avverte il presidente, «finirà per essere definitivamente soffocato, in barba all’inascoltata sentenza di Lussemburgo dello scorso otto giugno. Per il Governo noi Ncc non siamo 40mila aziende che fatturano, occupano e rendono un servizio eccellente di mobilità a italiani e turisti: siamo ancora solo coloro che disturbano i tassisti».