Sindacati taxi, Urso? Parole improprie sul servizio pubblico -Prezzo medio corsa più basso di un piatto di pasta al ristorante

7 Luglio , 13:35 (ANSA) – ROMA, 07 LUG – “Il servizio taxi è un servizio pubblico a tariffa amministrata e prestazione obbligatoria, ed in quanto tale è fuori dalla Direttiva Bolkestin e non è soggetto a eventuali processi di liberalizzazione o ad essere oggetto del provvedimento annuale sulla concorrenza. Ne sa qualcosa l’ex governo Draghi che anche a causa dell’inserimento dell’articolo 10 sui taxi e gli ncc, all’interno della legge annuale sulla concorrenza, iniziò a vacillare”. E’ quanto dichiarano in una nota le segreterie nazionali di Unica Cgil, Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Acai, Uti, Uritaxi, Ati Taxi, Tam, Satam e Fast Confsal taxi in relazione alle dichiarazioni fatte dal ministro Adolfo Urso.

“Al ministro Urso così attento alla concorrenza e alla tutela degli interessi generali, vorremo far presente che mentre il prezzo di una corsa media in taxi è oramai più basso del costo di un piatto di pasta servito in uno dei tanti ristoranti del nostro Paese, a causa dell’impennata delle presenze turistiche invece i prezzi delle strutture di ricezione ed accoglienza alberghiera sono praticamente triplicati, quelli dei trasferimenti in treno e in aeroplano raddoppiati, mentre per mangiare fuori casa si spende mediamente il 50% in più. – aggiungono – E che nel nostro Paese è aumentato tutto tranne chissà per quale arcano mistero, gli stipendi, le pensioni ed il costo dei taxi.

Vorremmo inoltre far presente al ministro che già oggi i comuni hanno facoltà di intervenire sui contingenti numerici del comparto taxi, ma soprattutto che al fine di affrontare situazioni straordinarie come quelle che stiamo vivendo, potrebbero tranquillamente ricorre agli strumenti previsti dalle famose lenzuolate di Bersani, possibilità introdotte alcuni anni fa ma che gli enti locali non hanno praticamente mai utilizzato.

Se poi qualcuno come sta recentemente succedendo, a fronte di una impennata imprevedibile di presenze turistiche nell’intero paese, sicuramente collegata ad un rimbalzo post pandemia che nei prossimi mesi tenderà inevitabilmente a sgonfiarsi, nonché ad una parallela insufficiente offerta di trasporto pubblico collettivo e al suo complessivo disfacimento, cosa che in particolare sta accadendo nella città di Roma a causa di una profonda opera di manutenzione dell’intera rete di trasporto, vuol far credere che tale problema possa essere affrontato aumentando il numero dei taxi, è fuori strada”. (ANSA).