Taxi introvabili a Milano, battaglia su licenze e strade intasate: «Una chiamata su tre rimane inevasa»

La questione taxi irrompe nel dibattito politico delle prossime Regionali, con la diversità di vedute all’interno del Terzo Polo tra la candidata Letizia Moratti e il leader di Azione Carlo Calenda che la supporta, sul tema delle aperture a nuove licenze alle auto bianche. Ma, a prescindere dal suo ingresso nello scenario elettorale, la vicenda tiene banco già da mesi tra cittadini, autisti, e Comune.

Il punto è che i taxi sono ormai introvabili di sera e nelle ore di punta, e questo scatena relative proteste. Il megafono del disagio sono i social, dove si moltiplicano commenti critici, dagli aeroporti fino al centro. Che Milano non offra un servizio adeguato è stato ammesso da tutti gli attori in campo, rappresentanti di categoria e Comune. Quella di concedere ulteriori licenze, però, secondo quanto emerso nell’incontro tra l’assessora alla Mobilità Arianna Censi e i tassisti, è un’ipotesi che, almeno per il momento, è stata congelata, privilegiando invece l’incremento di collaborazioni familiari e seconde guide. Per i tassisti, quello delle nuove licenze rappresenta un «falso problema», e non porterebbe alcuna soluzione. Il disagio degli utenti, però, è alto. Il problema è sentito, e viene rilanciato, sopratutto attraverso lamentele e commenti espressi via social.

Secondo una stima di Palazzo Marino, il 32% delle chiamate, durante le notti del fine settimana, rimane inevasa. Percentuale che scenderebbe all’8% nei giorni feriali. Corse introvabili, poi, nei weekend dei grandi eventi, sopratutto se concomitanti fra loro. La difficoltà a trovare una macchina libera, però, sarebbe anche molto evidente nella quotidianità, negli orari di punta.

Sul punto ribadisce la sua posizione Emilio Boccalini, vicepresidente di Taxiblu 4040: «I tempi di percorrenza negli ultimi anni sono sensibilmente peggiorati e questa circostanza impedisce di prendere le corse. Le auto ci sono, si possono ottimizzare i turni, ma la città non può permettersi di procedere a passo d’uomo». Per gli addetti ai lavori, insomma, non servono nuove licenze «ma una città meno congestionata e meglio organizzata», oltre con più turni disponibili nelle serate tradizionalmente più mondane.