Caso Ciampino, i tassisti avevano già denunciato i loro colleghi: “Nessuno però ha mai fatto nulla”

romatoday.it Anche la categoria è rimasta sgomenta, ma sono situazioni di cui si è a conoscenza da tempo e che sono già state segnalate”. Alessandro Atzeni, rappresentante di Uil Trasporti Lazio, è secco: il “caso taxi” esploso dopo i servizi delle Iene sulle irregolarità registrate all’aeroporto di Ciampino coinvolge pochi soggetti contro cui si è già cercato di prendere provvedimenti, senza successo. E la richiesta di prendere provvedimenti è arrivata direttamente dai tassisti, proprio per evitare ricadute sull’intera categoria.

Il caso taxi a Ciampino
Un passo indietro. A far deflagrare una questione di cui a Roma si dibatte da anni sono stati due servizi di Nicolò Devitiis, inviato delle Iene che ha mostrato per immagini come, all’aeroporto di Ciampino (ma succede anche a Fiumicino e alla stazione Termini), il servizio taxi venga gestito nella più totale anarchia. I clienti in fila non possono salire liberamente sul taxi all’arrivo del proprio turno, ma vengono smistati a seconda della destinazione e delle esigenze dei tassisti stessi, i pagamenti con il pos spesso non vengono accettati e le tariffe applicate non sono quelle fisse previste da regolamento (31 euro), ma sono maggiorate.

Episodi che hanno spinto l’assessore al Turismo di Roma Capitale, Alessandro Onorato, ad annunciare l’intenzione di presentare un esposto in procura, e l’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, a ricordare come sia necessario seguire una specifica procedura per intervenire con la revoca della licenza.

“Episodi e persone segnalati più volte, ma gli interventi sono stati blandi”
“Sappiamo tutti che ci sono piazze sul territorio di Roma in cui accadono questo genere di cose – dice Atzeni a RomaToday – Gli episodi sgradevoli sono stati segnalati più e più volte nel corso della storia, ma gli interventi non ci sono stati o sono stati parziali. È bene sottolineare però che questi tassisti sono sempre una piccola minoranza rispetto al numero complessivo degli operativi in servizio. Quanto accaduto invece fa apparire l’intera categoria poco pulita e poco lineare”.

Atzeni conferma quanto già sottolineato da Patanè: per procedere con la revoca della licenza è necessario che vengano a mancare una serie di requisiti stabiliti nel regolamento comunale. E nel caso della persona immortalata dalle Iene, non si trattava di un tassista ma di un sostituto alla guida, contro cui non si può procedere con la revoca.

La polemica sul rifiuto dei pagamenti elettronici
Alle corse a tariffa maggiorata e allo “smistamento” dei clienti, anche con corse cumulative, si aggiunge poi la problematica segnalata anche da personaggi come la campionessa azzurra Carlotta Ferlito, l’influencer Camihawke, la dj Ema Stokholma: l’impossibilità di pagare la corsa con il pos. Anche su questo Atzeni è categorico: “Sono casi sporadici, oggi sono pochissimi i tassisti che non accettano pagamenti con carta di credito o tramite l’app, i pagamenti elettronici sono ben accetti. Chi non li accetta commette un illecito, tanto che siamo stati noi stessi a far inserire l’obbligo nel regolamento comunale. In caso di irregolarità, internamente procediamo con una segnalazione alla centrale della cooperativa e una volta fatte le dovute verifiche il tassista viene sanzionato”.

Cosa deve fare, dunque, una persona che si ritrova a gestire un’irregolarità? “Suggerisco all’utenza di segnalare il tutto al Comune di Roma, anche tramite sito, di prendere il numero licenza e mandare una comunicazione al dipartimento trasporti. A queste iniziative devono aggiungersi un irrigidimento dei controlli da parte degli organi preposti e da parte della Camera di Commercio, che deve assicurarsi che i requisiti necessari per avere la licenza vengano mantenuti. Se la macchina amministrativa fosse più efficiente e ci fosse una comunicazione più sinergica tra Camera di Commercio e dipartimento trasporti si riuscirebbe ad adottare misure un po’ più efficienti”.