Sciopero taxi Milano, turisti ancora a piedi: tutti cercano le auto Uber

ilgiorno.it Milano, 26 giugno 2022 – I più stupiti sono i turisti stranieri: spagnoli, francesi, tedeschi, giapponesi. Sono le 16.30 di ieri, siamo ai posteggi di piazza Luigi di Savoia, il centro di gravità permanente della protesta selvaggia che ormai da quattro giorni sta bloccando in tutta la città il servizio taxi. I potenziali passeggeri, carichi di valigie e zaini in uscita dalla Centrale, si incolonnano dietro lo striscione “Milano non molla”, ma tanti di loro non sanno che l’auto bianca non arriverà mai. O meglio, le macchine ci sono, poche, parcheggiate nella zona di attesa. E ci sono pure i conducenti, una ventina, che però parlottano tra loro.

Dopo le assemblee spontanee delle prime 48 ore, già da venerdì la gran parte dei tassisti ha scelto di starsene a casa, in attesa di capire se e quando ripartirà tutto. La sensazione è che lo stallo andrà avanti almeno fino a domani, quando a Roma andrà in scena l’incontro tra i delegati sindacali e il viceministro delle Infrastrutture Teresa Bellanova. Intanto, però, la cartolina che offre Milano a chi sbarca nel più importante e frequentato scalo ferroviario della città non è delle migliori: chi si mette in coda sotto le pensiline non riceve alcuna informazione, se non quelle contenute in cartelli in italiano (ne troveremo uno in inglese solo in piazza IV Novembre) che rivendicano la battaglia con il Ddl Concorrenza e le multinazionali che vogliono rendere “schiavi” i conducenti. L’esasperazione monta, e le temperature ferragostane non aiutano a placarla. Anzi, a un certo punto, una donna, con marito e due bimbi al seguito, sbotta: “Ma perché sono fermi? Cosa pensano di ottenere?”. Le risponde Arturo, distogliendo per un attimo lo sguardo dallo smartphone: “È così da tre giorni ormai, ce l’hanno con Uber”.

Già, proprio l’app che ha appena attivato per provare a prenotare una corsa: “Vedi – ci mostra il cellulare –. Mi indica una berlina in piazza Repubblica, ma la procedura non si completa mai”. Evidentemente, in assenza di auto bianche, quelle nere dell’azienda californiana sono ricercatissime: “Come faccio a tornare a casa ora?”. Una signora si avvicina a uno dei tassisti in presidio: “Mia figlia ha una visita in una clinica qui vicino, può accompagnarci?”. È un servizio sociale, e quindi la macchina si palesa a stretto giro. Già, i servizi sociali, finiti al centro di un post su Facebook di Pierfrancesco Maran. Ieri l’Ugl, pur prendendo le distanze dal blocco non autorizzato, ha replicato all’assessore, sostenendo di aver sempre garantito le corse gratis per anziani, malati, disabili e donne in gravidanza e di non aver mancato “di rispetto alla cittadinanza”.