Il lockdown del tassista: quattro corse a turno e un incasso di 50 euro

milano.repubblica.it Notti buie e vuote in una città che sembra un labirinto in lockdown. Poche persone e poche macchine in giro, e i taxi sono fermi. “Le corse rispetto a dicembre si sono dimezzate” , dicono i tassisti alle prese “con un periodo in cui sembra di essere tornati in lockdown”. Si muovono ogni tanto le circa 600 auto in servizio notturno su tutta la città: solo l’8585 e il 4040 (Taxiblu) hanno circa 200 macchine a testa, poi ci sono i noleggi auto con conducente e associazioni come Taxi Service per un totale di circa 600 taxi a coprire i servizi notturni in città, sette giorni su sette.

“In questo periodo la notte non si collegano tutte le macchine che abbiamo, ci sono diversi tassisti che non escono perché sono a casa per il Covid o in quarantena”, racconta il presidente di Radiotaxi Milano 8585, Alessandro Casotto. ” I turni non sono cambiati, nonostante il lavoro sia calato da un terzo al 50 per cento. I colleghi che abitano fuori Milano non escono neanche perché ci sono giornate normali di lavoro in cui si portano a casa soltanto tra i 45 e i 50 euro, che è diventata la media giornaliera per i tassisti, calcolando i picchi di venerdì e sabato notte”.

Così, la media dei guadagni si è dimezzata a fronte anche degli aumenti dei prezzi della benzina. Corrado Scalia, ” Savona 92″, ha 52 anni e da 17 fa il tassista delle notti di Milano: “Abito a Carugate e da Carugate parto per prendere servizio dalle otto di sera alle 6 di mattina. Prima andavo a prendere i clienti a Linate, adesso non vado più in aeroporto perché arriva davvero poca gente e vado in centro città. Mi fermo per esempio in piazzale Loreto, come la sera di venerdì che è andata malissimo: ho fatto quattro corse, veramente poco, un mio collega cinque. Discoteche chiuse, alberghi chiusi o con pochissime prenotazioni, stranieri spariti: il guadagno è veramente basso, tra i 45 e i 50 euro a sera, non ci pago neanche le spese e adesso a febbraio ci sono tutte le tasse da pagare. Cerchiamo un valido aiuto dal Comune e dal governo, concretamente, con denaro”.

Chiede aiuti anche Pasquale Zupo, 43 anni, che fino a sei anni fa era un tecnico frigorista: ” Non sono pentito di aver cambiato ma pensavo che Comune e governo invece di far entrare multinazionali nel settore e creare concorrenze liberalizzandolo proteggessero di più un servizio pubblico come il nostro, essenziale quando di notte siamo gli unici a portare a casa le persone. Venerdì ho lavorato dalle 17 fino alle 4 di mattina, ho speso 15 euro di benzina per la mia auto ibrida di ultima generazione: nelle otto corse che ho fatto ho portato a casa ragazzini appena maggiorenni, ci sono solo loro in giro, e ho guadagnato 88 euro. Sei corse sono state pagate con il Pos e ci sono le commissioni, Cosa mi rimane in tasca?”.

di Simone Bianchin