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Gruppo Tassisti Romani: per le nostre auto bianche serve un reddito d’emergenza taxi


it.sputniknews.com Gli aiuti una tantum non salvano il settore che ha chiesto un aiuto strutturale a governo, Regione Lazio e Comune di Roma. Per salvare il settore dei taxi e evitare la paralisi totale serve “un reddito d’emergenza taxi”. È la ricetta che molti sindacati nazionali stanno portando avanti per il comparto e che il Gruppo Tassisti Romani, che fa parte di una platea di auto bianche che sfiora le 8.000 unità, ha spiegato a Sputnik Italia.

Il punto focale sono gli aiuti una tantum sia del governo che della Regione Lazio che non bastano a sanare la ferita della mancate entrate e non coprono i costi fissi, che sono pari a 600-700 euro al mese.

Il Gruppo Tassisti Romani, che non è affiliato a sigle sindacali, ha risposto ad alcune domande di Sputnik Italia sul tema.

– I nuovi Dpcm hanno creato ulteriori problemi al settore?

– Il nuovo ma anche i precedenti Dpcm hanno portato molti problemi alla categoria taxi che già prima del Covid non versava in ottime condizioni economiche. Le chiusure di marzo e queste ultime hanno dato la mazzata finale alla categoria, che a breve si vedrà costretta a non poter garantire il servizio perché mancheranno le risorse.

Se il governo e gli enti locali non prenderanno provvedimenti economici immediati il servizio si fermerà, fino ad ora siamo andati avanti con le nostre forze.
– Cosa chiedete al governo nazionale e regionale?

– La nostra ricetta per superare la crisi è questa: la garanzia di una copertura mensile delle spese di gestione per poter mandare avanti e garantire il servizio taxi. Si tratta di 600-700 euro al mese per tutti i colleghi, artigiani, soci di cooperative e/o sostituti, una sorta di “reddito di emergenza taxi” da erogare direttamente ai tassisti.

Inoltre chiediamo che vengano sbloccati i voucher per le categorie più a rischio, sanitari, docenti, operatori dei drive in Covid e altri lavoratori, in modo che possano essere usati per pagare le corse dei taxi, alleggerendo anche il trasporto pubblico locale. Speriamo che lo facciano presto, entro dicembre.

– Vi siete anche offerti di collaborare con il Tpl?

Sì, siamo disponibili. Oggi lavoriamo un giorno sì e uno no, il comune di Roma o la Regione avrebbero un parco macchine  di 4.000 mezzi da poter usare per aumentare il servizio. La platea di tassisti romani, infatti, è tra le più grandi, con circa 7.800 licenze.

– La Regione Lazio ha stanziato 800 euro nel primo lockdown, adesso ne ha promessi altri 700. Il governo il ristoro di 1.000 euro una tantum. Perché non bastano?

– Il decreto Ristori non garantisce l’aiuto auspicato, il contributo sarà un sollievo limitato al momento, tra qualche mese ci saranno le scadenze fiscali e di fatto questi soldi rientreranno nelle casse dello stato.

Da marzo abbiamo mandato avanti il servizio a nostre spese, noi abbiamo pagato la manutenzione dei mezzi e l’assicurazione, la benzina, le mascherine e la sanificazione. A breve il servizio rischia di fermarsi, perché non ci saranno i fondi per mantenere a norma le auto e per viaggiare. Siamo servizio pubblico anche ora, non solo quando fa comodo.

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