Ecco Uber, “taxi” molto innovativi… che violano però tutte le norme

da: milanopost.info 3/05/13 Si chiama Uber, è di origine olandese e, dopo aver conquistato gli Stati Uniti ed alcuni Paesi europei, ora è arrivata a Milano. Si tratta di una start-up che permette, attraverso il rapido e comodo servizio offerto dall’omonima app per smartphone, di prenotare un’auto privata.

Semplice, innovativo, ma soprattutto immediato: basta scaricare l’applicazione sul proprio smartphone, inserire i propri dati personali ed il numero di carta di credito, ed a quel punto il gioco è fatto; ogni volta che si aprirà l’applicazione, appariranno tutte le auto disponibili nell’area di riferimento e comparirà quindi il volto di un conducente ed un suo relativo recapito telefonico, a cui si potrà richiedere la stima del costo della corsa – successivamente addebitato su carta di credito, con tanto di ricevuta via mail, tramite app.

Eleganti vetture, che si prestano ad una cifra poco superiore a quella del servizio radiotaxi, ma comunque inferiore rispetto alle auto a noleggio con conducente, che con un rapido tocco di dita sul proprio smartphone vengono prenotate e messe a disposizione del richiedente.

Una bella opportunità per i consumatori, ed allo stesso tempo una gran bella furbata da punto di vista normativo, considerata la violazione di varie norme, che i conducenti dei radiotaxi sono invece tenuti a rispettare.

E così ha inizio una vera e propria rivolta da parte dei taxisti irritati, che in passato hanno pagato caro le loro licenze, che rispettano i vari obblighi stabiliti dalla legge, e che ora corrono il rischio di essere penalizzati e di andare incontro ad un’ingente perdita di clienti – e quindi di denaro – dovuta ad una concorrenza scorretta.

NCCUber si troverebbe infatti in contrasto con la legge, costituendo solamente un’opportunità di sfruttamento per NCC – Noleggio Con Conducente.

A tale proposito abbiamo quindi intervistato Francesco Artusa, rappresentante di categoria degli NCC, per sentire la sua testimonianza, il suo racconto ed il suo punto di vista.

Lo stesso ha sottolineato come, sotto il profilo normativo, si tratta di un servizio illecito: il noleggio di un auto infatti dovrebbe prevedere la partenza da un’autorimessa, ma la politica di Uber è invece quella di garantire entro un tempo massimo di cinque minuti un’auto a disposizione del cliente; dunque, facendo due rapidi calcoli e considerando il fatto che molte macchine vengono da altre città o regioni, è facile immaginarsi che i mezzi di questa società sostino per le piazze e le strade della città, in attesa di una richiesta da parte di un potenziale cliente – peccato che questo sia il servizio del taxi e non del noleggio.

Inoltre, anche il loro metodo di calcolo sul costo delle singole corse pare riservare qualche dubbio: al momento della telefonata viene infatti stimato un costo, che tuttavia verrà rivelato solamente al momento dell’addebito, ovvero al termine della corsa stessa; il sistema del noleggio, che funziona sulla base di tariffe concordate – e non calcolate – considera sia il tempo impiegato, sia i chilometri percorsi, che la velocità, ma il tassametro omologato resta un’esclusiva dei taxi.

Oltre tutto è polemica anche per quanto riguarda il loro price sourcing, che prevede che il prezzo salga in relazione alla domanda – l’esempio concreto si è verificato a New York, in occasione dell’Uragano Sandy, ove, vista la notevole richiesta di mezzi di trasporto, i prezzi di tale servizio erano schizzati alle stelle.

È quindi possibile affermare che ciò che viene venduto non è altro che una semplice illusione di un rapporto qualità-prezzo competitivo, al momento assai accattivante, visto il numero ancora contenuto di clienti, ma che un giorno sarà destinato a crescere – proprio a tal proposito, in tutto il mondo il tassametro è regolamentato: per evitare al cliente di pagare una somma un giorno ed un’altra il giorno dopo per la stessa tratta.

Ad aggiungersi, è stato verificato che il personale di Uber, conoscendo i luoghi ove si rilevano i picchi di lavoro, suggerisce ai conducenti le zone e gli orari tattici in cui sostare, in modo tale da accaparrarsi il maggior numero di clienti.

Per concludere, si presenta anche qualche perplessità a livello fiscale: le fatture vengono infatti emesse dalla sede olandese, dunque risulta che venga offerto un servizio agli abitanti italiani, su territorio italiano, senza che venga versata alcuna quota allo Stato italiano.

taxi-438x285Attualmente sono già state ritirate ben due carte di circolazione: l’avvenimento si è verificato proprio in occasione della presentazione del servizio, presso la Terrazza Martini. La Squadra Mobile del Comune è infatti intervenuta, dopo aver pizzicato due autisti che attendevano la chiamata dei clienti; le carte di circolazione sono state poi riconsegnate ed ora si attende l’esito della sentenza fissata per fine Maggio.

Al momento, come associazione di categoria di trasporto persone, è stato presentato un esposto al Comune di Milano, indirizzato all’assessore, al Sindaco, al Capo della Polizia Municipale per queste questioni, da cui ora attendiamo una risposta.

È stata inoltre presentata anche una mozione dal Consigliere Fabrizio de Pasquale – e firmata da altri tre – di cui ora siamo in attesa di riscontri; rimane il fatto che la loro non risposta sia la testimonianza di un contrasto palese con la normativa italiana.

Per finire, la società Uber è diventata un grosso bersaglio anche in rete: la pagina “Uber Italia” di Facebook è infatti continuamente soggetta ad attacchi, critiche e messaggi sia diretti che indiretti, tanto che è stata creata in risposta la pagina “Uber. NO Thanks”, per chi è contrario al servizio della start-up.

Per riassumere in breve, Uber – società olandese – pur lavorando su territorio italiano, paga le tasse solamente in Olanda, mentre in Italia non versa un euro di contributi; i tassametri non sono omologati e di conseguenza la cifra finale non può essere dichiarata affidabile; le auto non partono da autorimesse, ma sostano in strada, nell’attesa di ricevere qualche richiesta; ed infine a chiudere il cerchio, questa società sottopaga i propri autisti, per il servizio prestato.