Roma, in arrivo le ronde taxi anticrimine

Roma. “Basta con le aggressioni”. “Noi non siamo il Bancomat di nessuno”. Domenica notte un altro tassista ha subito l’ennesima violenza: pugni e schiaffi e rapina dei 110 euro dell’incasso. Ma stavolta la vittima ha deciso di non avere paura, è andato dritto dai carabinieri per la denuncia e si è rivolto al sindacato dell’Unica taxi  Filt Cgil, che ha subito organizzato una manifestazione di protesta per il 23 gennaio alla stazione Termini.

“Pretendiamo sicurezza – dice a nome della categoria il segretario Nicola Di Giacobbe – non vogliamo essere costretti a richiedere il porto d’armi o a organizzare ronde per difenderci. Chiediamo controlli a campione nella notte dalle ore 22 alle 6, con verifica dei documenti dei passeggeri, ed un sistema evoluto di videosorveglianza, con tracciamento immediato da parte delle forze dell’ordine”.

“Erano le 3.45 di domenica mattina – racconta il tassista aggredito, Luigino L. – Il mio turno era finito, stavo tornando a casa. In via di Portonaccio, davanti alla discoteca Qube, mi ferma un ragazzo sui trent’anni, 1.80 di altezza. Vuole sedersi davanti, io gli dico di andare dietro. Mi chiede di essere accompagnato in via di Pietralata, poi in via Michelotti. Appena imboccata via Michelotti mi dice di voltare a destra. Mi accorgo che è una strada chiusa, finisce in un cancello grande che dà in un comprensorio di abitazioni. Io entro, azzero il tassametro e il passeggero comincia a colpirmi. Mi assesta un pugno tra nuca e orecchio destro e con gesto fulmineo sfila
le chiavi dal quadro”. Per Luigino sono attimi lunghissimi di paura. “Ho pensato soprattutto alla mia famiglia. “Ho famiglia  gli ho detto  mandami a casa”. E lui: “Io pure ho famiglia, devo campa’. E ha continuato a chiedere l’incasso”. Il ladro non si è accontentato del portamonete che il tassista gli ha subito consegnato. Ha insistito, dicendo di avere la pistola, finché non ha ottenuto anche il portafogli che era nascosto da un’altra parte della vettura. In tutto 110 euro.

“Ma la cosa più stupefacente – riprende il tassista – è che mi ha chiesto se avevo il gasolio per tornare a casa. Io gli ho risposto di essere appena entrato in riserva e lui mi ha lasciato dieci euro sul sedile anteriore. Poi è uscito, mi ha restituito le chiavi ed è sparito”.
Luigino si è comprato la licenza da appena un anno. Nei tre anni precedenti aveva il taxi in affitto. Prima ancora, per 22 anni, ha consegnato i quotidiani, finché la sua ditta è fallita. Ora ha scelto il turno di seminotte, dalle 17, all’1, fino alle 3 il venerdì e il sabato, con possibilità di prolungare per ancora un’ora, perché la mattina deve portare in terapia il figlio disabile. “Siamo allo stremo  dice Luigino  non possiamo rischiare la vita per pochi soldi. Chiediamo sicurezza”.

“È la quinta rapina in pochi giorni – denuncia Di Giacobbe – Solo pochi mesi fa, il tassista Umberto De Santis perdeva un occhio per una aggressione senza motivo. Adesso il collega Luigi L. è stato derubato di un misero incasso. Il nostro è un lavoro svolto nella notte in sostituzione di servizi di trasporto inefficienti e non abbiamo nessun controllo, nessuna certezza. Sai quando esci da casa, ma non sai se rientri. Il 23 gennaio grideremo insieme la nostra rabbia, non dobbiamo mai più mettere a rischio la nostra vita e quella delle nostre famiglie per quattro soldi”.