Multitaxi, falsa partenza

multitaxi_video_secolo_xixGenova – Mettiamola così: è stata una falsa partenza, anche se era prevedibile, era nello stato delle cose. Perché «il Comune ci aveva promesso di pubblicizzare l’iniziativa. Invece non si sono visti né i manifesti, né i passaggi sulle radio», accusa Eco49, al secolo Enza Bannò. «In verità neppure noi abbiamo insistito troppo, perché su 160 aderenti solo circa 90 sono pronti con l’attrezzatura installata, e preferiamo aspettare di essere con le forze al completo», ammette Delta81, cioè Paolo Spanu, che è uno dei leader di Confartigianato Taxi. Perché ieri è partita la sperimentazione del multitaxi, volgarmente – ed erroneamente – chiamato taxi collettivo. Però per ora il bilancio è negativo: «La partenza è a rilento – concede Eco2, vale a dire Riccardo Crovetto – Ma noi crediamo in questa cosa, che può dare vantaggi ai clienti e ai tassisti. Sono stato uno dei primi a crederci, dal 2000. E credo che un primo bilancio attendibile si potrò fare soltanto dopo un mese».

Al momento, solo poche persone sono informate sull’esistenza di questo servizio. Così, anche i coraggiosi che hanno voluto provare l’ebbrezza di utilizzare il multitaxy, non hanno trovato nessun passeggero disponibile a salire in auto coloro, finendo per pagare come per una corsa regolare. Già, è questione di prendere l’abitudine. «Eppure in questo modo si può risparmiare parecchio – assicura Spano – Anche perché, nonostante il momento di grave difficoltà, la categoria invece di tagliare ha preferito investire sul futuro e le tecnologie». E in attesa che il Comune – con la prossima amministrazione, a questo punto – investa per dare visibilità all’iniziativa, i tassisti distribuiscono ad ogni cliente materiale informativo.

Già, ma come funziona? Intanto bisogna telefonare allo 0105582855 (il sito del multitaxi sarà attivo da giugno, quanto all’App per ora è slo un’idea); la voce guida del server gestito da Amt chiede se si necessita di un’auto subito o se si vuole prenotare una corsa. A quel punto bisogna digitare il codice della zona di partenza più vicina. Niente paura, se non si conosce sarà la stessa voce guida ad aiutare. Abbiamo scelto il codice 111, che corrisponde a De Ferrari. Il server cerca l’auto abilitata più prossima alla zona; non essendocene a De Ferrari, ne ha trovata una a Fontane Marose. E qui, la prima novità: non c’è il filtro della centralinista, ma si parla direttamente con il tassista. Poi, il display sul tetto indica quanti sono i posti liberi per altri passeggeri. L’autista è autorizzato a piccole deviazioni per raccogliere chi si è prenotato, oppure più essere fermato dal cenno di un passante. «Quando sostiamo per far pagare e scendere un passeggero – sottolinea Spano – mettiamo il tassametro in pausa. Ma non possiamo prendere l’autostrada, perché altrimenti nessuno potrebbe fermare l’auto e salire».

Il tassametro è innovativo: segnala per ciascun diverso viaggiatore il tempo del percorso, e suddivide automaticamente il costo della corsa per ciascun passeggero. «Parlerei di una cosa rivoluzionaria, se non si trattasse di un progetto del 2000, finanziato dal Ministero, che ha faticato a partire – confida Spano – La tecnologia è nata dall’unione del sistema del taxi collettivo, che non avrebbe funzionato, quella di EasyTaxi e EuroSecurity, implementate dall’Università di Genova. Anche i colleghi di altre città sono curiosi di sapere come andrà da noi».

fonte: ilsecoloxix.it 3/04/2012