Tariffe taxi Roma, spunta l’aumento a metà

Ricomincia il balletto delle tariffe taxi. Quasi come niente fosse accaduto. E invece, a ben guardare, è accaduto proprio tutto. Dalla campagna elettorale, dove Alemanno promise di risolvere la querelle delle tariffe taxi, a oltre un anno di lavoro per produrre una delibera tra le più complesse e contestate degli ultimi anni. E proprio quando sembrava fatta, l’Antitrust prima e il Tar poi hanno bloccato tutto. Una bella gatta da pelare per Alemanno e per l’assessore Aurigemma, contrario all’aumento delle tariffe quando ancora era consigliere e da due mesi alla guida della Mobilità capitolina. Il tavolo convocato per riaprire il confronto e il ruolo da mediatore affidato al presidente Uritaxi, Loreno Bittarelli, hanno di nuovo esasperato gli animi. La protesta di piazza dell’altro eri del Fonte dei Volenterosi, (che racchiude diverse sigle sindacali) può essere letta sotto due punti vista: un rialzo della posta per non perdere potere sindacale e l’esasperazione di chi, a un certo punto, attende un cambiamento almeno dal 2007. Inutile però piangere sul latte versato e, nell’attesa che il Tar si pronunci nel merito (a giugno), c’è chi preferisce passare dalle parole ai fatti e mettere sul tavolo proposte concrete. Dopo quelle del Fronte dei Volenterosi, che puntano a sgravi fiscali e agevolazioni sulle assicurazioni  e, per queste, rinunciare all’aumento delle tariffe, arriveranno oggi sul tavolo di Aurigemma quelle dell’Assodemoscoop. Le tariffe taxi, per quanto la cosa non possa piacere, vanno adeguate all’andamento Istat ogni biennio. A dirlo è la legge. «Noi proponiamo una soluzione di mezzo – spiega Angelo Mele vice presidente Assodemoscoop e presidente mobilità Assoforum 2007 – la tariffa si divide in due parti, la chilometrica e la oraria. Sulla prima insistono i costi di gestione (carburante, manutenzione, ecc) e su questa si può applicare l’adeguamento Istat. La parte oraria invece può essere materia di contrattazione con l’amministrazione». Sul tavolo poi tutti gli sconti inseriti nella delibera della "discordia". «Non si capisce perché si deve fare uno sconto a una donna sola, a prescindere dal reddito – continua Mele – e se la donna è la tassista? Sarebbe opportuno pensare a buoni taxi per agevolare in modo serio e concreto le persone disagiate». Nonostante le intenzioni, più o meno buone dei sindacati, la strada per un accordo definitivo sembra ancora lontana.

Fonte. Il Tempo – S.Novelli – 11/3/2011