Strage di tassisti ad Acapulco

STRAGE DI TASSISTI AD ACAPULCO I NARCOS ATTACCANO IL TURISMO. IN 48 ORE MASSACRATI 13 CONDUCENTI E TRE PASSEGGERI.
A rischio il torneo internazionale di tennis, gli atleti disertano le gare. La violenza La scena di uno dei crimini Nel fine settimana ad Acapulco le bande di narcos hanno ucciso brutalmente diversi tassisti. La tempistica è stata perfetta, l’esecuzione spietata. Agli inquirenti sono bastati pochi istanti per capire che dietro l’ennesimo fatto di sangue c’era la mano dei narcos. Tredici tassisti di Acapulco sono stati trucidati a distanza di poche ore nel giorno in cui nella città turistica più rinomata della costa Pacifica messicana iniziava un importante torneo internazionale di tennis. Un altro feroce attacco con il quale i cartelli della droga vogliono diffondere il clima di insicurezza anche nelle oasi turistiche, pur di condurre a buon fine i propri affari illeciti speculando su turismo e grandi eventi come gli Open.
Il massacro è avvenuto nel giro di un fine settimana, con 13 corpi di tassisti ritrovati senza vita all’interno dei loro veicoli o freddati per strada nel loro disperato tentativo di fuga. «Uno spettacolo impressionante, i rigagnoli di sangue attraversavano il selciato per finire nei tombini», racconta Marta Fuerte, una delle persone che ha ritrovato i cadaveri. La scia di sangue è iniziata venerdì sera, quando cinque tassisti sono stati ritrovati morti in diverse zone di Acapulco. Sabato è stata la volta di un altro, ucciso con un colpo alla nuca dopo che i sicari lo avevano legato a uno sportello del taxi. Il massacro è proseguito nella notte tra sabato e domenica con l’omicidio di due tassisti, uno dei quali decapitato. Poi un commando di killer ha aperto il fuoco contro un altro taxi uccidendo il conducente e i tre passeggeri. Infine domenica la polizia ha trovato altri quattro corpi massacrati da raffiche di mitraglietta.
Le autorità messicane sono state costrette ad adottare misure straordinarie per tutelare l’incolumità dei partecipanti agli Open messicani. Gli organizzatori della Association of Tennis Professionals (Atp) hanno spiegato che «sono state prese tutte le misure cautelative mentre le autorità del Messico, dello Stato di Guerrero e della città di Acapulco ci hanno assicurato massimo sostegno». Ai tennisti giunti da ogni parte del mondo è stata inviata una mail nella quale vengono indicati i posti dove recarsi nel tempo libero, quando è meglio rimanere nei pressi degli hotel, e quando invece è preferibile non muoversi dalla stanza. Infine l’Atp ha suggerito ai partecipanti, in caso di eliminazione, di lasciare Acapulco in tempi brevi.
Un intervento obbligato per evitare il rischio di defezioni, che avrebbe danneggiato il torneo e l’immagine della città, facendo il gioco dei cartelli della droga. Il campione argentino David Nalbandlan ha comunque deciso di ritirarsi proprio nel corso del fine settimana: «È un torneo importante, ma in questo momento è complicato partecipare per questioni di sicurezza». Per il direttore degli Open, Rail Zurutuza, si tratta di esagerazioni: «È ovvio che siamo preoccupati per le violenze ma è anche vero che sono state predisposte tutte le misure di sicurezza necessarie».
Secondo il dipartimento per la Pubblica sicurezza del Messico, Acapulco è divenuto un obiettivo dei cartelli dei narcos che vogliono fare affari approfittando del turismo. Ma il rischio è che la guerra per il controllo crei lo stesso clima di terrore che vige in altre realtà come Ciudad Juarez, dove solo nelle ultime 72 ore sono state uccise 53 persone. Sono seimila i morti degli ultimi due anni per mano delle bande di narcos che controllano le rotte della droga. Un trend in forte ascesa: nei primi 40 giorni del 2011 nel solo Stato di Chihuahua, epicentro delle violenze, in media sono stati compiuti otto omicidi al giorno.

fonte: giorgiobongiovanni.it 22/02/2011