Aspetta e spera, che la buca si allarga

Da quanto riporta il quotidiano, il Comune sostiene che servirebbero quattro anni di lavori, un termine che – guarda caso – ci porterà in piena fase EXPO. Una condizione inaccettabile, a meno di ripiegare su una "grande Milano" che diventi anche una "grande buca" , con le strade come quelle di Kabul.

Il maltempo torna a colpire Milano. E, inevitabili, piovono segnalazioni di buche e disagi sul nostro sito web www.ilgiorno.it/milano: da settimane, i cittadini continuano a lamentarsi per le pessime condizioni delle vie che percorrono quotidianamente in macchina o in bicicletta. Voragini, incroci killer, strisce mal segnalate. E ancora, rotonde pericolose, seppur di nuova realizzazione, e masselli che si staccano dalla sede stradale come proiettili impazziti. Il Comune promette di rifare tutte le 4.200 vie della città entro il 2015. E gli internauti replicano: «Non possiamo aspettare l’Expo: i disagi sono adesso».
Eppure, l’Amministrazione sbandiera statistiche che  parlano di una riduzione del 20% degli interventi di manutenzione, specie in corrispondenza delle strade messe a nuovo in questi mesi. «I tratti rifatti dall’estate scorsa in poi (più di quattrocento fino a oggi, ndr) non ci danno quasi mai problemi» aveva assicurato l’assessore ai Lavori pubblici, Bruno Simini, qualche giorno fa. In effetti, basta fare un giro in viale Enrico Fermi, sistemato ad agosto in tempi record, per averne contezza: non ci sono voragini sull’arteria della periferia nord, le auto filano via sull’asfalto drenante.
Non tutti, però, sono così fortunati. «I disagi sono fisiologici – la replica di Simini -. Purtroppo, quelli invernali sono solo rattoppi». Un centinaio di addetti è costantemente al lavoro per limitare i danni causati dalle precipitazioni. Come pure gli agenti della polizia locale: da qualche tempo, la voce “buche” ha scalato la classifica dei reclami inoltrati alla centrale operativa. «In via Novara c’è una buca dietro l’altra – ci scrive Giada -. Neppure con le scarpe da ginnastica si riesce a stare in piedi». Poi, una domanda: «Vogliamo ripararle oppure no? Sarebbe anche ora». Per non parlare del pavè: uno degli obiettivi dichiarati di Palazzo Marino è quello di eliminarlo un po’ dappertutto, come è stato fatto di recente in via Porpora; i masselli resteranno solo «dove ci sono vincoli architettonici». In via Lodovico il Moro, che costeggia il Naviglio grande nella periferia sud-ovest, «non esiste pavè – mette in guardia Sammy -. È talmente scomposto e dissestato che sembra neppure più una strada percorribile. Va sistemato in fretta, in particolare all’altezza del civico 3, di fronte alla fermata del tram 2».
Buche sì, ma non solo. «Attraversare via Vincenzo Monti all’altezza del civico 79 – fa notare Andrea – è pericoloso: chi svolta da via Ippolito Nievo non ha visibilità sufficiente, e spesso vede i pedoni solo all’ultimo momento». Non basta. «Chi attraversa, deve anche stare attento alle auto provenienti da piazza VI Febbraio, via Monti (dal centro verso la Fiera) e via Nievo, in entrambi i sensi di marcia». La soluzione è piuttosto elementare: «C’è bisogno urgente di un semaforo per l’incolumità dei pedoni», anche perché «si sono già verificati alcuni investimenti pedonali negli ultimi anni, proprio all’incrocio segnalato». Piazza VI Febbraio nel mirino anche «per le continue violazioni di auto che svoltano, contromano, nel controviale di via Boezio», avverte Giuseppe. In questo caso, «la segnaletica andrebbe rinforzata con ulteriori cartelli, anche perché a volte i ciclisti si sono visti arrivare addosso le auto, sicuri del fatto che potessero passare in quanto senso unico».
Automobilisti indisciplinati. E che si fanno beffe dei limiti di velocità. «Sul rettilineo via Val d’Intelvi e via Valle Isorno (zona Baggio, ndr) – sottolinea Alberto – di notte sembra di essere su un circuito di Formula Uno». E pensare che lì vicino ci sono «una scuola e un parco giochi». Poco lontano, via Cusago: «Non c’è neppure un dosso che possa rallentare la velocità – ammonisce Stefano -. E, vedendo come sfrecciano le automobili, credo proprio che ce ne sia bisogno». Insomma, problemi di viabilità che non si limitano alle condizioni delle strade, falcidiate da pioggia e neve. La mappa dei disagi non risparmia neppure il centro. Provate a percorrere via Cesare Correnti su due ruote: tra masselli, binari del tram e crateri ai margini della carreggiata, «è davvero dura farla tutta senza cadere». Senza dimenticare via Manzoni, corso Magenta, via Broletto. I tassisti stanno mettendo insieme un dettagliato report, i centauri di «Motocivismo» propongono al Comune l’innovativo software Netlamps. In attesa che tutte le strade di Milano diventino come viale Fermi.

Fonte: Il Giorno.it – 8/01/2011 – N.Palma
Vignetta di Roberto Mangosi tratta da "nadirpress.net"