Via Amedei

Strada intitolata ai patrizi Amedei di origine fiorentina e ghibellini, i quali abitarono qui dopo esser stati costretti all’esilio a causa di una sanguinosa lotta sostenuta nel 1215 contro i guelfi Buondelmonti e Donati, innescata dalla rottura di una promessa di matrimonio. A metà del 1700, la contrada degli Amedei, come si chiamava allora, si trasformò in contrada de’ Carcani (una famiglia di nobiltà antichissima), riprendendo però l’antico appellativo già verso la fine del secolo. Gli Amedei nel Seicento furono sicuramente marchesi e per qualche tempo ebbero diritto di sepoltura nella chiesa di S. Maria della Vittoria. La via mantiene pressoché intatti i caratteri seicenteschi, anche se nel XVIII secolo furono compiute diverse aggiunte, ed è da godere anche semplicemente fermandosi a guardarla nel suo andamento così particolare. La residenza aristocratica al n° 8, che risale, nel suo nucleo originario, al primo Cinquecento, è Palazzo Recalcati. Al n° 4-6, si trovala casa che nel 1800 appartenne ai nobili Majnoni d’Intignano, rinnovata su un nucleo più antico con le forme del barocchetto. Nel Settecento, al numero 4176 in contrada degli Amedei (l’attuale n° 4), corrispondeva una "casa da nobile", mentre al numero 4177 (l’attuale numero 6), una "casa d’affitto". Nella zona, da tempo immemorabile, vivevano a stretto contatto importanti famiglie aristocratiche e artigiani e gestori di svariati commerci: questo ultimi erano gli affittuari, e in genere si fermavano un anno, due, tre… Verso la fine del 1700, la casa "nobile" viene indicata come Proprietà Aliprandi.

Foto: casa natale di Salvator Mazza (1819-1886) al civico nr. 1 di via Amedei