Cari compagni…di squola

…di scuola, di scuola. Mica penserete che Taxistory sia diventato politico e analfabeta, eh?


Comunque continuo la frase dicendo: "Cari compagni di scuola, adesso siamo finalmente alla fine dell’anno scolastico e vi tocca sostenere l’esame".
"L’esame di cosa?" direte voi.

"Ma l’esame di inglese, sciocchini. Cosa pensate che qui all’Asilo Mariuccia facciamo le cose alla Carlona? Avete auto-certificato che l’inglese lo sapevate già prima ancora di iniziare la scuola e, furbetti, avete marinato per tutto l’anno? Adesso vi mettete in fila e fate l’esame.  E chi ha sgarrato… so’ cacchi amari!  Niente aumento.  E chissà che non ci scappi una denuncia per falso in atto pubblico!"

 Non ci credete? Leggete l’articolo tratto da La Repubblica:

 I tassisti chiedono l’aumento delle tariffe. La Regione: "Solo dopo l’esame d’inglese"
Un incremento possibile solo se il servizio, come previsto dall’accordo siglato due anni fa al Pirellone, avesse raggiunto gli obiettivi di miglioramento fissati in vista dell’Expo. Tre (su quattro) dei quali sono stati conseguiti. «L’intesa prevedeva un aggiustamento automatico delle tariffe a fronte di miglioramenti riscontrabili e oggettivi sul servizio», conferma l’assessore alla Mobilità, Raffaele Cattaneo. Un taxi su tre (il 36,8 per cento) è oggi dotato di pos (la macchinetta per poter pagare con bancomat e carta di credito, il minimo richiesto era il 33 per cento) e le auto ecologiche Euro 5 sono salite al 31 per cento. Ma soprattutto oltre il 43 per cento, stando all’autocertificazione dei tassisti (quasi tutti milanesi) dichiara di possedere le basi della lingua inglese.

E qui sta il punto. Una percentuale elevata, e un po’ inaspettata, la soglia minima prevista era del 19 per cento. E la Regione, che ha organizzato corsi d’inglese a cui ha partecipato il 16 per cento dei tassisti, vuole quindi verificare. Così, almeno 250 tassisti estratti a sorte, il 10 per cento di chi sostiene di saper l’inglese, a meno che non abbiano un titolo di studio in lingue finiranno presto alla lavagna a provare quanto dicono. Se sarà il vero, da luglio scatterà il primo adeguamento tariffario: su un percorso di dieci chilometri in città, l’incremento sarà di 0,27 euro con un aumento reale dell’1,43 per cento, dice il Pirellone.

A qualcuno questa prova sa, però, di presa in giro. «Lavoriamo in strada, con inquinamento e rischio rapine: è un insulto sottoporci all’interrogazione come un bambino di fronte alla maestra — denuncia Raffaella Piccinni del Sitp — la Regione teme l’impatto mediatico di concedere un aumento di tariffe anche se irrisorio». Cattaneo spiega: «Abbiamo il diritto e il dovere di fare i controlli. E li faremo». Niente da fare, invece, per il quarto parametro, quello dei 250 giorni l’anno e dieci ore al giorno di servizio da garantire. Il monitoraggio dice che i livelli non soddisfano e dunque l’aumento tariffe si ferma al 2 per cento.

«Sono dati falsati, lo sanno anche Comune e Regione — spiega Luca Salvatore (Unione artigiani) — si basa sul rimborso della benzina ma in tanti non lo chiedono più da tempo, come le auto a metano. Non è un dato attendibile, va rivisto il meccanismo».

fonte: repubblica.it 12/05/2010