Tassisti: lavoro crollato Incassi inferiori del 30 per cento

 

Dicono i tassisti che loro, la crisi, la misurano prima di tutto con l’ orologio. Quello che ormai guardano cento volte al giorno. Mentre sono in coda, ai parcheggi, ad aspettare passeggeri che si vedono sempre meno. A Malpensa , fino ai primi mesi del 2008, l’ attesa media di un tassista davanti all’ aeroporto si aggirava sull’ ora, ora e mezza. Nelle giornate peggiori due. «Oggi invece arrivano a cinque, sei, anche sette ore», spiega Salvatore Luca, presidente dell’ Unione artigiani. Si racconta di casi estremi, in cui un taxi avrebbe sprecato l’ intero turno senza riuscire a fare neppure una corsa. Centro di Milano, scene simili, intorno alle cinque di ieri pomeriggio: un guidatore si presenta al parcheggio di via Manzoni e sbuffa, «sono dovuto venir via dalla Centrale, c’ erano talmente tanti taxi fermi in attesa che non riuscivo ad aspettare neppure in mezzo alla strada, fuori dal nostro parcheggio». La statistica più recente, elaborata su dati archiviati dai radiotaxi, dice che il lavoro in media è calato del 30 per cento. «Un anno fa andava anche peggio – racconta Sergio Ligato, della Uil taxi – c’ è stato un minimo recupero ultimamente, ma siamo ancora in una situazione di grave difficoltà». Dall’ Unione artigiani sostengono che oggi a Milano la microimpresa taxi è in bilico. Come dire: con i sacrifici si riesce a malapena a far quadrare i conti, ma calare di più non si può. Perché le spese per la macchina restano, sono quelle di sempre. E le rate dei mutui con cui sono state acquistate le licenze sono sempre le stesse. «Quasi nessuno per ora è sceso sotto la soglia di crisi – conclude Luca – ma molti ci sono davvero vicini». Per questo Sergio Ligato, sindacalista Uil, se il lavoro dovesse calare ancora chiederà «un aiuto per affrontare i mutui, come il prolungamento dei tempi o il congelamento delle rate». I taxi a Milano sono 4.885; diventano 5.300 allargando il calcolo al bacino aeroportuale, da Varese a Bergamo. Poi ci sono le «doppie guide», circa 400. Le chiamano «licenzine» e prevedono che il tassista possa cedere l’ auto per effettuare una sorta di doppio turno. Il Comune aveva lanciato questo meccanismo per aumentare il numero di macchine in città, l’ ha però sospeso dallo scorso dicembre, dietro richiesta dei tassisti che attaccavano: «In questo momento non c’ è abbastanza lavoro per tutti». È la stessa guerra in corso contro le nuove licenze di alcuni Comuni intorno a Milano. Ieri il Comune ha annunciato l’ ultima novità: sospensione della regola che imponeva ai tassisti di svolgere la prima ora del turno a Milano, per evitare che andassero direttamente a Malpensa. Ora potranno fare 11 ore invece che 10, con la prima staccata da una pausa di quattro ore dal resto del turno. Qualcuno dice che si tratta di una concessione pre-elettorale per aggirare le regole. I tassisti sostengono che sia semplicemente un aiuto per chi dovrebbe trasportare passeggeri e oggi passa più tempo fermo ad aspettarli.  Cesare Giuzzi Gianni Santucci (Corriere della sera)